Da quanto tempo non abbracci qualcuno, parli di te, ti senti vicino a un’altra persona, fai bene l’amore? Intimità significa condivisione ed ha due dimensioni: una fisica e una verbale. L’idea alla base di questo Manifesto è che in giro c’è troppo poca intimità, e che un mondo con più intimità sarebbe un mondo migliore.
Alcune regole di base per la diffusione dell’intimità:
1. se ti piace qualcuno, se desideri approfondire l’intimità con qualcuno, diglielo, proponigli dei momenti assieme. Può darsi che lui/lei pensi lo stesso, ma se nessuno dice niente non succede niente. Sii grato/a e ringrazia anche per dichiarazioni di interesse e proposte di intimità da persone con cui non vuoi approfondire e impara a non rimanerci male se il tuo interesse non è corrisposto.
2. esistono vari livelli di intimità ed è possibile condividere/scegliere anche livelli di intimità intermedi. Anche se sei un adulto, quando cerchi intimità con qualcuno non vuol dire necessariamente che stai cercando un rapporto sessuale, o che lo stai cercando in quel momento. Con qualcuno a cui sei interessato ti puoi anche solo abbracciare, massaggiare, passeggiare, raccontare. Impara a dichiarare e contrattare attivamente i livelli di intimità che desideri. Con partner occasionali non mescolare fluidi corporei.
3. impara/esercitati a parlare di te e all’ascolto degli altri. Con le persone che ti sono attorno crea un clima comunicativo aperto alla condivisione; valuta al massimo la sincerità, anche quando le cose che ascolti non ti fanno piacere.
4. prima di condividere qualcosa, chiediti quale sarà l’impatto di quello che vorresti dire; prima di condividere chiedi il permesso. Riconosci quando non è opportuno condividere qualcosa.
5. non focalizzare il tuo bisogno di intimità su una persona sola, non sviluppare dipendenza dalle persone con cui sei in intimità. Lega l’intimità al senso di vicinanza, ma non necessariamente alla dipendenza.
6. pratica l’intimità tutti i giorni, nelle dimensioni che preferisci.
7. cerca e frequenta persone che condividono il tuo desiderio di intimità.
8. diffondi questo Manifesto segnalando o lincando questa pagina.
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How long is it since you had good/satisfying sex, hugged someone, talked about yourself to someone, felt close to someone? Intimacy means sharing and has two dimensions: physical and verbal. The idea behind this manifesto is to promote intimacy: there is too little intimacy around, and a more ‘intimate’ world would be a better world.
Possible ways of promoting intimacy, including some basic rules:
1.If you like someone and would like to get to know them more intimately, tell them; suggest spending some time together. Maybe they feel the same way, but if neither says anything, nothing will happen. Be appreciative of any expressions of interest and proposals of intimacy you receive, even from those with whom you may not wish to form a more intimate relationship. Also, learn not to be embarrassed or feel hurt if your interest in someone is not reciprocated.
2. There are various degrees of intimacy. If you wish to become more intimate with someone and tell them that you like them, it doesn’t necessarily mean that you want to have sex with them immediately or even in the future. You might just want to caress them, massage them, or even just go for a walk with them or talk to them. Try to discuss and actively negotiate the degree of intimacy you would like from a relationship. With occasional partners avoid mixing body fluids.
3. Learn to talk about yourself and to listen to others talking about themselves. With those around you, create a communicative atmosphere open to intimacy. Value sincerity highly, even when you don’t like what you hear.
4. Before sharing, figure out what the impact of what you want to say will be, and first ask for permission to share. Recognize when sharing is not appropriate.
5. Don’t focus your desire for intimacy on a single person and don’t become dependent on those with whom you form an intimate relationship. Associate intimacy with being close to someone, and not necessarily being dependent by them.
6. Practice intimacy every day, in whichever form you prefer.
7. Actively seek out and mix with those who share your desire for intimacy.
I massaggi non erotici rilassano e donano una sensazione di benessere. Poiché ci fanno sentire sentire vicino alla persona con cui li facciamo, i massaggi sono un ottimo strumento per rinforzare e mantenere l’intimità di coppia.
I massaggi di coppia non erotici abituano a un contatto fisico col partner non travolgente, focalizzato sul piacere diffuso e non sul piacere genitale, senza l’obbligo di dover far provare o provare l’orgasmo. Per questi motivi i massaggi di coppia portano beneficio anche per chi soffre di disturbi nella sfera sessuale quali ad esempio anorgasmia, eiaculazione precoce o disturbo dell’erezione dovuti a difficoltà di natura psicologica. Un tipo specifico di massaggio di coppia chiamato focalizzazione sensoriale fa parte del trattamento di quasi tutti i disturbi di natura sessuale nella terapia mansionale, che è la più diffusa in ambito sessuologico.
I piaceri ricavati dal messaggio di coppia dipendono dal ruolo che si assume. Chi riceve il massaggio sperimenta l’abbandono alle sensazioni piacevoli provenienti dalla pelle e impara a lasciarsi andare mentre il compagno si prende cura di lui/lei. Chi pratica il massaggio beneficia del piacere di vedere e carezzare il partner, e di prendersi cura di lui/lei.
Il massaggio è un’attività ideale in un pomeriggio festivo o domenicale. Poiché un buon massaggio dura almeno mezz’ora, sconsiglio di scambiarsi i massaggi di seguito. Meglio se la restituzione del massaggio avviene il giorno dopo. Evitate massaggi come quello che spiego in questa pagina quando siete stanchi o di fretta.
Il massaggio è adatto a tutte le persone in buona salute. Evitate perciò di massaggiare persone che hanno febbre, distorsioni, ascessi, flebiti, dermatiti, malattie gravi, etc. Se il vostro partner non è in buona salute prima di fare un massaggio chiedete l’autorizzazione al vostro medico.
L’ambiente del massaggio
È fondamentale che il massaggio sia fatto in una stanza calda, accogliente e silenziosa. Poiché lo scopo del massaggio è far rilassare la persona che lo riceve e permetterle di focalizzarsi sulle sensazioni di contatto è necessario che non ci siano elementi di disturbo (freddo, rumore, passaggio di altre persone). Si discute se sia meglio massaggiare con o senza una musica di sottofondo. Per alcune persone la musica può avere un effetto distraente, in altre invece la musica favorisce l’abbandono. In ogni caso la musica deve essere calma e a volume molto basso.
Dove far distendere il massaggiato
La persona che riceve il massaggio deve essere a un’altezza tale che sia possibile carezzarla senza curvare la schiena, altrimenti il massaggiatore rischia il mal di schiena. L’altezza ottimale è pari alla distanza dal vostro polso (col braccio disteso lungo il fianco) al pavimento.
La soluzione migliore è senz’altro un lettino da massaggio (costano da 60 € in su). I lettini da massaggio hanno l’altezza regolabile, ma verificate che l’altezza massima corrisponda a quella adatta per voi.
Per i massaggi rilassanti lo schienale pieghevole non vi serve, perciò se comprate un lettino senza schienale pieghevole risparmiate. Se non volete comprare un lettino da massaggi potete utilizzare il tavolo da cucina (se è alto, lungo e largo abbastanza) mettendoci sopra una coperta imbottita e un lenzuolo. Una soluzione di ripiego è utilizzare il letto, ma di solito è troppo basso e questo vi costringe a massaggiare piegati o seduti, soluzioni non ottimali.
Quanto scoprirsi
Massaggerete il vostro partner vestito se la casa è fredda, o se ha dei problemi a togliersi i vestiti per un massaggio. Anche il massaggio vestiti dà belle sensazioni. Se invece il vostro partner rimane in biancheria intima allora dovete avere a disposizione un pareo o una coperta leggera che metterete sulla zona del corpo che non massaggiate.
La tecnica di massaggio
Il massaggio più facile da fare è quello rilassante, fatto di movimenti di sfioramento della pelle col palmo della mano aperta. Non dovete perciò battere la mano a schiaffo, dare pizzicotti, torcere i muscoli, premere i muscoli con una pressione elevata, utilizzare le nocche, il gomito, o la mano a taglio, attività (alcune) che sono utilizzate in altri tipi di massaggio e solo da professionisti. Il vostro sfioramento sarà leggero e rivolto ai muscoli, NON ALLE OSSA. In particolare non va massaggiata la spina dorsale e, per principianti come voi, il collo e la pancia. Poiché state facendo un massaggio rilassante (al massaggio erotico dedicherò un altro articolo), evitate di massaggiare i genitali e il seno e non indugiate troppo sul sedere.
Il massaggio rilassante, come ho già detto, consiste nel passare le mani sfiorando lentamente la pelle. Conviene utilizzare tutte e due le mani. È possibile sfiorare in vari modi: sulla schiena e il petto le vostre mani si muoveranno in parallelo; sulla gamba potete usare una mano per lato ugualmente in parallelo, oppure posizionare le mani con le punte che si guardano a formare un tunnel, oppure altre combinazioni che potete vedere nel video lincato qui sotto. I movimenti vanno ripetuti più volte, lentamente.
Se il vostro partner è senza vestiti, sfregatevi le mani all’inizio in modo da scaldarle. In questo caso potete massaggiare senza un liquido lubrificante con un tocco molto leggero, ma evitando di fare il solletico, oppure potete usare un liquido lubrificante. Ce ne sono di tutti i tipi e prezzi, personalmente consiglio l’olio di semi. Verificate che l’olio sia a temperatura corporea (non freddo e non bollente). Prendetelo col palmo della mano da una vaschetta, evitate di spruzzarlo direttamente sulla pelle del vostro partner. Se usate un olio fate attenzione che non vada sul pavimento e mettete un asciugamano per proteggere il lettino. Al termine del massaggio il vostro partner farà una doccia, o la potete fare assieme.
Per comodità possiamo immaginare il corpo composto da quattro distretti: nella posizione a pancia in giù 1. gambe e sedere e poi 2 fianchi fino al collo. Nella posizione a pancia in su 3 gambe e sedere e poi 4. petto e testa. Massaggerete in successione da 1 a 4, dedicando attenzione a una gamba e poi un braccio per volta (cioè entrambe le vostre mani saranno solo su una gamba o su un solo braccio). Il tempo per ogni lato del corpo sarà da 15 a 30 minuti.
Come imparare a fare massaggi
Il modo migliore per imparare a fare massaggi è fare un corso. I corsi per imparare il massaggio rilassante durano 2 o 3 giorni, e costano circa 200 € a partecipante, li trovate su internet. Vi consiglio di partecipare assieme al vostro partner, così imparerete passo passo e una volta tornati a casa potete subito mettervi all’opera. In alternativa potete guardare video di massaggi su YouTube, ce ne sono a decine.
Per facilitare l’apprendimento, imparate a massaggiare un distretto per volta (ad esempio prima imparate a massaggiare solo le gambe in posizione a pancia in giù) e passate al distretto successivo solo quando avete imparato il massaggio del distretto precedente. Imparare da soli richiede costanza. È utile scrivere su un foglio la successione e il tipo di movimenti per ogni distretto. Se non vi ricordate i movimenti esatti non importa, potete anche fare delle variazioni, quello che conta è il contatto fisico; i singoli movimenti e la loro frequenza sono relativamente poco importanti.
Cosa deve fare chi massaggia
Il partner che massaggia deve prendersi cura del massaggiato e seguire tutte le indicazioni date finora. Deve inoltre stare in silenzio, evitare di piegare la propria schiena e osservare il massaggiato per verificare che sia confortevole.
Cosa deve fare chi riceve il massaggio
Il partner che riceve il massaggio deve stare disteso, in silenzio, e concentrarsi sulle sensazioni che arrivano dalla pelle e sul proprio respiro. Deve segnalare immediatamente se sente male, se alcuni contatti sono fastidiosi, se sente freddo o se ci sono altri aspetti che lo/la disturbano.
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Poiché siamo una coppia, ed abitiamo assieme, diamo per scontato che il rapporto proseguirà (ed eventualmente migliorerà) senza problemi. Così smettiamo di preoccuparcene e l’intimità di coppia ne soffre.
Purtroppo la vita adulta comporta tanti impegni: lavorare, pulire la casa, lavare e stirare, fare la spesa, l’educazione e i compiti dei figli, vedere i parenti, seguire interessi e hobby individuali, uscire con gli amici, andare dal medico, fare la fila alla posta o dal commercialista, etc. I nostri impegni finiscono facilmente per riempire tutto il tempo disponibile. Molte coppie si trovano finalmente da sole e liberi da impegni solo la sera quando vanno a dormire, ma a quel punto è tardi e spesso marito e moglie sono troppo stanchi per vivere momenti significativi di intimità di coppia.
I rapporti di coppia durano e sono soddisfacenti se c’è intimità, cioè connessione fisica ed emotiva fra i partner. Se non c’è intimità di coppia, i partner rischiano di scoprirsi estranei. Eppure all’intimità di coppia spesso viene lasciato uno spazio residuale. Molte coppie immaginano che i bei momenti assieme semplicemente ‘accadano’, ma in giornate piene di impegni le cose accadono solo se si è riservato per loro un momento preciso, libero da altre cose distraenti, dove i bei momenti di coppia possano accadere. Siamo abituati a programmare tutte le cose importanti (e anche quelle poco importanti: andare in palestra, andare dalla parrucchiera o dal barbiere), perché per l’intimità di coppia dovrebbe essere diverso?
Il mio suggerimento è di programmare col partner, tutte le settimane, 1 o 2 momenti da dedicare all’intimità di coppia. Devono essere momenti della durata di almeno mezz’ora che vi permettano di stare da soli e vicini, in intimità di coppia fisica o emotiva, senza distrazioni.
Può trattarsi ad esempio di programmare momenti della giornata dove, a seconda delle vostre preferenze, potete fare l’amore, stare abbracciati e baciarvi svestiti, massaggiarvi, carezzarvi, masturbarvi, fare un bagno assieme lavandovi a vicenda, andare alle terme (intimità fisica). Oppure momenti di intimità emotiva, come ad esempio fare qualcosa assieme in silenzio, parlare delle vostre emozioni dei giorni precedenti, parlare di un tema o di un cambiamento significativo che vorreste realizzare.
Se programmate di fare l’amore e poi quando finalmente arriva il momento vi rendete conto che non ne avete voglia potete semplicemente passare a un’altra attività di tipo fisico meno impegnativa (carezzarsi o massaggiarsi). E ugualmente potete fare l’amore se mentre fate altre attività di tipo fisico vi viene voglia. Qualcuno potrà obiettare all’idea di programmare rapporti sessuali, ma i rapporti sessuali sono programmati anche quando due partner che abitano in luoghi diversi semplicemente ‘stanno assieme’ e programmano le loro uscite serali o festive. In ogni caso, se l’idea non vi piace, potete programmare anche attività di intimità di altro tipo. Per altre persone invece pensare in anticipo a momenti di intimità fisica può essere molto eccitante.
Potete iniziare la programmazione dei momenti di intimità di coppia semplicemente raccontandovi cosa vi piacerebbe fare assieme la settimana successiva, e, fra tutte le cose emerse, scegliere quelle che piacciono di più a entrambi. Poi, per proseguire, il secondo incontro della settimana è il momento migliore per programmare le attività della settimana successiva.
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Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia:
Questo articolo parla di intimità, intimità di coppia, intimità fisica, intimità emotiva, migliroamento dell’intimità di coppia, consulenza a distanza, consulenza online, psicologia, sessuologia.
L’intimità è la sensazione di sentirsi vicini a qualcuno, a livello mentale, emotivo e fisico. Una buona intimità di coppia dipende (anche) da piccole cose. Lo sviluppo e il mantenimento dell’intimità possono essere ‘aiutati’ con esercizi semplici ma efficaci come questo.
Lo scopo di questo esercizio è aiutare il tuo partner a prendere sonno attraverso delle carezze leggere e rilassanti, e migliorare in questo modo il vostro senso di intimità.
Stasera, quando vai a dormire con il tuo partner, mettetevi vicini: passa la tua mano dietro le sue spalle, e poi fallo ruotare di fianco e appoggiare il suo petto contro il tuo. Rispetto alla foto in alto, nella posizione che ti consiglio la testa del partner appoggiato (nella foto la testa della donna) deve essere appoggiata sul cuscino e non sulla spalla dell’uomo.
Mentre state così abbracciati e parlate del più e del meno (di solito la sera quando si va a dormire si raccontano o si commentano pensieri o episodi della giornata), concentrati sul calore e la pesantezza del suo corpo.
Quando avete smesso di parlare, e siete pronti per dormire, chiedi al tuo partner se puoi carezzarlo un po’ per farlo rilassare e addormentare. Questa richiesta è importante perché altrimenti, se non avete mai usato prima questo rituale, il tuo partner penserà che hai voglia di fare l’amore.
Se il tuo partner ha detto che è d’accordo, metti la mano sotto il pigiama, all’altezza della spalla, e comincia a carezzarlo un po’. Se hai la mano fredda all’inizio tienila ferma in modo che possa scaldarsi. Poi lentamente carezzagli la spalla e la parte alta del braccio rivolti verso di te, il petto (se è una donna, evita i seni), e la parte alta della pancia.
Concentrati sul calore e la consistenza della sua pelle, sul suo respiro, e sulla tua stanchezza e voglia di dormire di fine giornata, in modo da rilassarti anche tu. Prova a sintonizzare il tuo respiro col suo.
Rallenta naturalmente la respirazione e i movimenti finché non cominci a dormire.
Se il tuo partner è ‘allergico’ al contatto fisico, oppure pensi che si ecciterà se lo carezzi sulla pelle o, infine, se la tua mano è molto fredda, puoi fare l’esercizio tenendo la mano sopra il pigiama.
Domani sera, ripetete l’esercizio invertendo i ruoli.
Vi consiglio di seguire questa routine tutte le sere, a tempo indefinito.
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Questo articolo è collegato a vari termini quali ad esempio intimità, intimità di coppia, esercizi per sviluppare l’intimità, definizione di intimità, erotismo di coppia, comunicazione di coppia, relazioni di coppia, sesso lento, slow sex.
La mia storia si riassume in poche parole: io ero innamorato, lei no. Però mi voleva lo stesso, ma solo per il sesso. E’ successo quando avevo 30 anni. Lei ne aveva pochi di più, 35. Ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato a uscire, siamo finiti a letto. Io ero preso e con lei facevo l’amore: pensavo soprattutto al suo piacere, volevo farla stare bene. Per lei, invece, era solo sesso. Non pensava a me, anzi: era concentrata solo su se stessa.
Ho provato a parlarle dei miei sentimenti, a capire se non stesse in qualche modo nascendo qualcosa anche da parte sua. La sua reazione è stata allontanarmi, infatti la nostra relazione è finita dopo poco. Dal punto di vista del sesso mi è dispiaciuto molto: tra noi c’era una grande intesa, anche se io non potevo esprimermi come avrei voluto. Avrei voluto per esempio essere tenero e dolce, e non solo passionale. Ma lei non mi vedeva in quel modo. E’ un peccato che sia finita, ma è stato anche un sollievo: mi sono sentito usato dalla persona della quale ero innamorato e non è stato un bel periodo.
L’esperienza insegna che in un rapporto a due è necessario aver chiaro quali sono i nostri obiettivi e verificare se corrispondono con quelli del partner.
I figli piccoli possono avere un effetto devastante sulla vita erotica di coppia; hanno bisogno di essere costantemente accuditi, invadono gli spazi della coppia (ad esempio spesso vengono a dormire nel nostro letto), esauriscono le nostre risorse fisiche e psichiche. Anche quando vanno al nido o a scuola, la loro assenza corrisponde alla nostra assenza per lavoro. Se poi sono a casa in vacanza, ancora peggio.
I primi mesi e il primo anno dopo il parto sono quelli peggiori. Soprattutto col primo figlio molti genitori non sanno come comportarsi e dedicano all’accudimento quasi tutto il loro tempo in comune. Poi per fortuna dopo i 12 mesi i bambini diventano più autonomi: imparano a camminare e a mangiare da soli e poi un po’ più tardi anche a esprimersi con le parole.
Il calo della vita erotica di coppia dipende soprattutto dalla donna, i motivi possono essere diversi:
Un elevato livello di prolattina, provocato dall’allattamento, che riduce il desiderio sessuale
La paura di provare dolore nei rapporti sessuali, soprattutto se c’è stata episiotomia
Dolore nella penetrazione dovuto a secchezza vaginale, causata da un basso livello di estrogeni
La stanchezza dovuta all’eccessiva attenzione rivolta al bambino, per insicurezza e inesperienza.
La focalizzazione sul bambino nel ruolo di madre. Il compagno viene visto come un intruso
Il desiderio di essere non solo una ‘padrona di casa perfetta’, ma anche una ‘mamma perfetta’ che porta a esaurire tutto il tempo e le energie
Cosa è possibile fare per evitare che i partner passino da amanti a amici? Innanzitutto la donna deve essere cosciente che, qualunque sia l’importanza che attribuisce e gli sforzi necessari per crescere figli, per gli uomini l’erotismo è una componente fondamentale del rapporto e in genere un rapporto senza erotismo non è destinato a durare.
È inoltre importante una buona comunicazione di coppia sul tema dell’erotismo. Quando manca la comunicazione è facile che si creino frustrazione e risentimenti. I partner devono parlare di come vivono la loro sessualità e dei loro desideri in questa nuova fase della loro vita di coppia, e cercare delle soluzioni che permettono di non trascurare troppo i bisogni di ciascuno. È necessario fare un esercizio di adattamento e creatività. Ad esempio è possibile (le soluzioni variano anche a seconda dell’età dei bambini):
Chiedere un aiuto al compagno o a una esterna nel disbrigo dei lavori domestici, in modo da liberare tempo per l’intimità
Accettare che la casa sia più disordinata e trascurata. Un lavandino opaco vale sicuramente meno di un’ora passata assieme sotto le coperte
Fare l’amore non più ad orari canonici, ma appena ce n’è la possibilità, ad esempio non appena il bambino si addormenta
Stare connessi con una comunicazione erotica (baci e carezze) durante tutta la giornata
Ricorrere a una baby sitter
Mandare i figli dai nonni
Mandare i figli a dormire o a giocare dagli amici (e reciprocare)
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Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia:
Comunicazione al Convegno CIS MALATTIA: LA SFIDA DELL’EROS Qualità della vita sessuale nell’insorgenza di una malattia Bologna 9-10-11 Novembre 2017
Nel trattamento dell’eiaculazione precoce (EP) l’attenzione è solitamente rivolta all’uomo. Così ad esempio negli svariati materiali presenti su internet, una parte dei quali è prodotta da sessuologi, l’immagine classica utilizzata è l’uomo sconsolato in primo piano, seduto dal lato del letto, con la partner ancora distesa che lo guarda ammusonita. E anche nella terapia mansionale classica (H.S. Kaplan) alle donne si richiede semplicemente di mostrare comprensione per le difficoltà maschili e di aiutare il partner a fare una serie di esercizi di focalizzazione e controllo sulla propria (cioè maschile) risposta sessuale. Questo poster sostiene che considerare compiutamente l’EP un problema di coppia offre possibilità aggiuntive di trattamento nella terapia mansionale, grazie soprattutto a un ruolo più attivo della donna.
In una prospettiva di coppia, l’eiaculazione precoce può essere definita presente quando:
l’eiaculazione avviene sempre o quasi sempre prima che la coppia lo desideri
l’uomo eiacula in genere prima che la donna orgasmi e la donna rimane insoddisfatta
la coppia è scontenta della propria vita sessuale, e prova sentimenti come ad esempio disagio, fastidio, frustrazione e l’evitamento dei rapporti sessuali.
In una prospettiva di coppia i partner hanno compiti diversi: l’obiettivo della coppia con riferimento all’uomo è aiutarlo a controllare meglio l’eccitazione e allungare la durata del rapporto; l’obiettivo della coppia con riferimento della donna è aiutarla a ridurre i tempi dell’orgasmo integrando nella stimolazione coitale la stimolazione clitoridea diretta.
Questi obiettivi richiedono di assegnare compiti diversi ai due partner.
L’uomo deve imparare non solo, come nella terapia mansionale classica, a riconoscere l’arrivo e controllare la propria eiaculazione, ma anche a stimolare meglio la donna sia migliorando e allungando i preliminari che stimolandole il clitoride.
La donna deve imparare a prolungare il coito maschile imparando a percepire i livelli di eccitazione del partner e chiedendogli quando necessario di rallentare o uscire dalla vagina, scegliere posizioni coitali non troppo coinvolgenti e eccitanti per il partner, evitare di aumentare troppo l’eccitazione del partner con propri movimenti coitali profondi e incontrollati e gemiti già nella fase iniziale del coito.
La donna deve inoltre migliorare la propria capacità di arrivare all’orgasmo stimolandosi il clitoride durante il coito.
In sintesi, nell’approccio che proponiamo il/la sessuologo/a deve far sì che entrambi i partner migliorino la conoscenza della sessualità propria e del partner e delle relative tecniche sessuali, mentre nell’approccio classico è previsto più semplicemente che solo l’uomo debba migliorare la conoscenza della propria sessualità.
L’adozione di una prospettiva di coppia nella definizione e nel trattamento dell’EP offre possibilità di trattamento aggiuntive rispetto alla terapia mansionale classica, basate sul rendere le donne e uomini più competenti e assertivi nel gestire risposta sessuale propria e del partner.
Riteniamo che questa prospettiva possa aumentare l’efficacia del trattamento soprattutto con coppie in cui l’uomo soffre di EP secondaria e intra moenia.
Solo il 30% delle donne raggiunge l’orgasmo regolarmente durante la penetrazione vaginale (cioè con le spinte del pene in vagina) senza ricorrere all’aiuto della stimolazione manuale del clitoride.
L’equivalente anatomico del pene maschile è il clitoride, è sulla parte esterna del clitoride che si trovano gran parte delle terminazioni nervose che trasmettono il piacere, e la stimolazione della parte esterna del clitoride è il metodo più facile, per una donna, per raggiungere l’orgasmo.
Pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con la penetrazione vaginale sarebbe come, per un uomo, pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con le carezze dei testicoli: in alcuni casi può accadere, ma è complicato.
Purtroppo Madre Natura ha collocato il clitoride nel posto sbagliato: per far raggiungere facilmente l’orgasmo con la penetrazione anche alle donne, la parte esterna del clitoride avrebbe dovuto essere collocata all’interno o all’imbocco della vagina.
Alcune donne hanno scoperto dei trucchi per raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale (nota 1). In generale si tratta di strofinare la zona del clitoride contro il pube maschile o contro il cuscino e/o le lenzuola. Vediamo in dettaglio.
Posizione con la donna sopra
In questa posizione durante la penetrazione vaginale la donna ha la possibilità di muoversi come preferisce. Vediamo alcune testimonianze di donne diverse (p.223-224):
Per avere l’orgasmo sto sopra al mio compagno e mi muovo avanti e indietro in modo da strofinare il clitoride contro la base del pene senza che il pene si muova dentro e fuori la vagina.
Durante il rapporto ho l’orgasmo quando mi metto in posizione dominante, e strofino il clitoride contro la sua pancia e la zona pubica.
Lui sta seduto un po’ coricato, io sono sopra, con il pene in vagina e l’angolo giusto in modo che il suo osso pubico faccia pressione sul clitoride. Nello stesso tempo lui giocherella con i miei capezzoli mentre io muovo il bacino come mi piace di più.
Sfregamento delle due zone pubiche
Questo metodo è molto simile al precedente, con la differenza che lo sfregamento può essere fatto in qualunque posizione. Lo strofinio richiede la penetrazione vaginale completa, con poca o nessuna spinta del pene, e uno dei due partner si muove circolarmente in modo che le due zone genitali si strofinino e si massaggino fra loro, specialmente le labbra e la vulva, o la zona del Monte di Venere della donna.
Stiamo distesi sul fianco con le gambe intrecciate in modo che lui abbia una gamba fra le mie, e io una fra le sue, con il pene dentro, così il clitoride sfrega contro il suo osso pubico. Poi mi dimeno un po’ e così raggiungo l’orgasmo.
Massimo contatto fisico. Mi piace quando il pene è tutto dentro, e più che muoverci e spingere ci strofiniamo uno contro l’altro.
Posso raggiungere l’orgasmo schiacciando strofinando la mia zona pubica, che è molle molto sensibile, contro di lui, che ha il pene dentro ma sta fermo.
Gli uomini in genere si muovono troppo per i miei gusti. Mi piace che il mio compagno mi penetri profondamente, schiacci bene sul davanti e si fermi un momentino, ma sono pochi quelli che sanno farlo e hanno voglia. Al momento dell’orgasmo voglio che lui sia molto duro, sia ben dentro stia fermo. Se si muove molto mentre io l’orgasmo, è sempre meno intenso. Di solito gli uomini, quando sentono che sto venendo, si precipitano con loro orgasmo e spesso rovinano il mio.
C’è un certo ritmo che mi aiuta moltissimo per raggiungere l’orgasmo. È quando l’uomo si spinge dentro e resta lì ben contro per alcuni secondi invece di tornare subito indietro. Poi preferisco che non si ritragga appena spingo io, ma purtroppo gli uomini di solito non ci riescono.
Sfregamento del clitoride contro cuscino o lenzuola con la donna in posizione prona
In questa modalità l’uomo penetra da dietro la donna che è distesa sul letto a pancia in giù. La donna raggiunge l’orgasmo sfregando il clitoride contro il cuscino o le lenzuola.
Contatto delle zone pubiche durante la penetrazione
Alcune donne durante la penetrazione vaginale raggiungono l’orgasmo stimolando il clitoride spingendolo ad ogni spinta la zona pubica contro quella del partner. Nella maggior parte delle testimonianze è l’uomo che si muove. Le posizioni possono essere quella dell’uomo sopra, oppure uno dei due o tutti e due seduti; la donna può avere le gambe chiuse, aperte, sollevate, o piegate. È difficile mantenere la stimolazione proprio nel punto giusto durante le spinte, perciò è importante che la donna abbia libertà di movimenti.
Preferisco che lui stia sopra, ma mi muovo un sacco; sono molto pignola su ritmi e sulle spinte. Devo contorcermi un po’ per trovare i punti piacevoli. Poi se tengo le gambe unite posso regolare la pressione come mi piace di più.
Di solito ottengo la stimolazione del clitoride e così raggiungo l’orgasmo schiacciando la mia zona pubica contro quella del mio compagno, seguendo un certo ritmo. Faccio fatica a venire se stiamo in piedi o se mi penetra da dietro, perché manca la pressione fondamentale delle due zone pubiche. Quando lui sta sopra di solito gli prendo il sedere con le mani e guido i suoi movimenti, se non sta già facendo quello che voglio io.
Quando facciamo l’amore lui sta sopra, e siamo leggermente arcuati in modo che la mia zona clitoridea sia nella posizione migliore per ricevere la stimolazione delle spinte dei due corpi.
Durante il rapporto, se lui è molto attivo e regolare, e non cambia ritmo pressione, e se io mi concentro attivamente sulla sensazione, qualche volta raggiungo l’orgasmo. Dipende anche dal compagno e dall’angolazione formata dai nostri due corpi.
Penso sia una questione di anatomia e di psicologia assieme; per esempio con un dato uomo il mio corpo si incastra bene e i movimenti dentro e fuori del pene mi stimolano bene il clitoride e raggiungo l’orgasmo. Ma di solito non succede.
Penso che la posizione e la misura degli organi genitali di una coppia abbia un ruolo importante nella stimolazione. C’è uno dei miei compagni che ha degli organi genitali che mi vanno a pennello e con lui raggiungo l’orgasmo facilmente.
Deve esserci un movimento ritmico dei due corpi, che non va interrotto perché da un momento all’altro lui sta quasi per eiaculare. Se sento il pene entrare uscire dalla vagina con un ritmo costante riesco a concentrare la sensazione e a iniziare la mia costante ascesa all’orgasmo.
In questa modalità alcune donne hanno definito in dettaglio il tipo di spinte preferite (228 – 229):
(Preferisco) un movimento lento, dolce, sensibile, deciso.
Spinte forti e lente, con un po’ di strofinio quando la penetrazione è completa.
Introduzione dolce, poi spinte del pene lente, in profondità, man mano più veloci. Ho scoperto che quando il movimento è nel complesso ritmico, riesco a rilassarmi e raggiungo l’orgasmo più facilmente perché non devo concentrarmi su cosa succederà dopo.
Non mi va di essere cavalcata violentemente, preferisco un approccio più ‘scivolato’.
Non mi piace essere violentata, non so se mi spiego.
Frequente reintroduzione del pene in vagina
Questa tecnica consiste nel muovere il pene intorno alle grandi labbra, oppure uscire completamente ad ogni spinta, cosicché l’ingresso della vagina e le labbra sono costantemente stirate e stimolate.
Mi piacciono i colpi ritmici profondi, un po’ lenti, che escono quasi dalla vagina per poi rientrare subito. Molti uomini, troppi, fanno dei movimenti brevissimi, in pratica stirano solo la loro pelle, stimolando poco o niente l’apertura vaginale. Prima di iniziare il rapporto mi piace anche che la punta del pene picchi un po’ contro l’apertura vaginale.
Mi piace moltissimo ogni tipo di stiramento o di tensione all’apertura vaginale. Entrare tutto dentro, puoi uscire tutto un’altra volta, e così via.
Una volta, con un uomo esperto più vecchio di me che non riusciva ad avere l’erezione, ho scoperto che il pene floscio all’ingresso vaginale mi eccita molto. Sono riuscito ad avere un orgasmo ‘vaginale’ con lui. L’unico orgasmo ‘vaginale’ che ho avuto finora.
Per me per raggiungere l’orgasmo ci vuole un movimento eccitante, di tipo rotatorio intorno alle labbra, un po’ di stimolazione del clitoride e alla fine una profonda penetrazione.
Ricerca dell’angolo ‘giusto’ durante la penetrazione
In una ricerca condotta nel 2014-2018 dalla Indiana University School of Medicine assieme ad altri partner (vedi una sintesi in italiano) è emersa una tecnica in cui la donna, sia prona che supina, prova a cambiare l’angolo di penetrazione ruotando o alzando o abbassando il bacino (a volte con l’aiuto di un cuscino) fino a trovare l’angolo esatto in cui il pene sfrega la vagina provocando maggiore piacere.
………………..
Il raggiungimento dell’orgasmo femminile con la sola penetrazione vaginale non funziona con tutte le donne, non funziona sempre, richiede che l’uomo abbia imparato a ritardare i tempi della propria eiaculazione, cosa non scontata. Perciò in generale non è una buona scelta.
Integrazione della penetrazione vaginale con la stimolazione diretta del clitoride
Nel Rapporto Hite ci sono numerose testimonianze di donne che raccontano come hanno integrato la stimolazione clitoridea con la penetrazione vaginale (p.235-239).
Il mio compagno sta pancia in su, io sto sopra con il pene in vagina. Si mette in ginocchio con la parte alta del corpo sollevata in modo che lui riesce alzare la testa e succhiarmi i capezzoli. Lui allunga la mano, la infila fra i nostri due corpi e con le dita stimola direttamente il clitoride della zona circostante. Con l’altra mano mi tocca il corpo e specialmente il sedere. Intanto mi muovo come mi piace di più.
Durante il rapporto, sul fianco, prendo in mano la porzione di pene che non è dentro in vagina, la massaggio, e nello stesso tempo mi procuro la stimolazione clitoridea e raggiungo l’orgasmo.
Durante il rapporto io sto sopra, seduta. Lui mi tocca leggermente il clitoride con un dito, una mano o tutt’e due le mani, e io mi ci muovo contro come mi piace di più.
Mi piace essere penetrata da dietro, in modo da poter stimolare contemporaneamente il clitoride.
Quando facciamo l’amore ci muoviamo in modo lento e sinuoso, io schiaccio le labbra della vagina intorno al pene mentre con le mani gli accarezzo il pene che entra ed esce, o mentre mi masturbo e/o stringo forte le gambe.
Quando facciamo l’amore lui sta su un fianco, io so pancia in su con una gamba sopra le sue e il pene dentro, lui mi masturba o lo faccio io. Sono io che controllo i movimenti del corpo.
Mi siedo sopra con il pene nella vagina. Poi mi distendo fino ad adagiarmi completamente e lui mi stimola il clitoride con le dita.
Se vogliamo l’orgasmo più o meno simultaneo, ci mettiamo nella posizione del missionario. Lui mi scopa per un po’, si eccita fino a un certo punto, poi si sposta un pochino in modo che io possa stimolarmi il clitoride mentre lui è ancora dentro. Quando arrivo a un certo punto lui riparte. Andiamo avanti a turni finché uno dei due si stanca e non resiste più. Se vengo prima io, il rapporto è estremamente piacevole. Se viene prima lui, sta sopra e dentro finché non svanisce anche l’ultima sensazione, poi si distende accanto a me e mi incoraggia mentre mi masturbo.
Stimolazione del clitoride senza penetrazione vaginale
Altre donne, invece, raccontano di rapporti dove stimolazione del clitoride e penetrazione vaginale non sono direttamente integrati.
Io sto a pancia in giù, lui si distende sopra di me, infila la mano sotto mi fa venire, venire, venire, non smette mai, non mi lascia alzare! È fantastico! (285)
Se non lo fanno gli metto io le dita dove voglio, e poi gli faccio vedere il movimento e la quantità di pressione che desidero. Porta sempre all’orgasmo, se sono pazienti e abbastanza sensibili da seguire le mie istruzioni. (282)
Mi strofina la zona genitale e poi le labbra: le apre e continua a esplorare finché io non mostro segni di eccitazione, senza parlare. Continua a strofinarmi per un orgasmo o due, poi qualche volta mi stimola il clitoride oralmente leccandomi e succhiandomi; un modo di fare deciso è più soddisfacente. In queste occasioni lui si bagna le dita con la secrezione vaginale e poi ne infila uno o due in vagina. Qualche volta s’addentra molto in vagina anche con la lingua. (286)
Un altro metodo è quello di metterci tutti e due a pancia in giù. Io sto sopra e strofino il clitoride contro le sue natiche. Qualche volta con le mani giocherello con i suoi testicoli e col pene (287)
Un uomo non riesce a stimolarmi clitoride fino a raggiungere l’orgasmo. Devo farlo io. Lui non può sentire gli effetti della stimolazione, io si. (289)
La cosa migliore che abbiamo trovato finora è stimolarmi da sola prima di scopare. Siamo contenti tutti e due, mi lubrifica e mi prepara la vagina rapporto, che poi godo molto, e a mio marito piace guardarmi mentre mi stimolo. Perciò funziona. (289)
Ci piace masturbarci tutti e due e fare un po’ i guardoni. (289)
Di solito iniziamo con lunghi elenchi baci carezze, e poi passiamo alla stimolazione reciproca manuale e qualche volta orale. Man mano che mi eccito, diventa difficile badare a quello che gli faccio, e alla fine smetto, e lascio che mi stimoli lui fino a raggiungere parecchi orgasmi. Poi mi penetra. (453).
Non solo orgasmo. Il piacere dell’initimità
Altre donne sottolineano che una buona intimità vale più del raggiungimento costante dell’orgasmo.
Per me l’intimità con un’altra persona è più importante dell’orgasmo (che, se necessario, raggiungo da sola). Se dovessi scegliere fra le due cose, sceglierei l’intimità. Mi piace da matti baciare, abbracciare, accarezzare, guardare e toccare l’altra persona. Mi sento più partecipe se non si parte subito con la stimolazione genitale, specialmente quando non ci conosciamo ancora bene, perché con l’eccitazione genitale dell’orgasmo devo concentrarmi su me stessa, perciò in quei momenti mi sento più sola, anche se queste esperienze possono essere vissute ugualmente insieme. (458 – 459)
Mi sembra deplorevole questa enfasi sull’orgasmo, la separazione dell’orgasmo dalla sensualità generale, dal calore, dalla sincerità dall’amore. Ho la sensazione che la sessualità delle donne emuli in questo lo stile meccanico maschile che punta all’orgasmo. I buoni rapporti sessuali, almeno per me, sono molto più legati a una vera comunicazione e intimità, una specie di coccole appassionate. (459)
Per me accarezzarsi su tutto il corpo è più importante dell’orgasmo. Baciarsi, accarezzarsi nel cuore della notte, ascoltare il respiro e il battito del cuore, sorridere, guardarsi negli occhi (molto importante), parlarsi sinceramente come si fa a letto dopo aver fatto l’amore, tutto questo rende i rapporti sessuali qualcosa di super speciale, che non può essere rimpiazzato dalla masturbazione o dall’orgasmo. Abbracciarsi, dirsi ti amo e t’amerò sempre, ti voglio molto bene, ti regalo il mio cuore e la mia anima, e accetto con piacere la tua, vale il mondo intero. Rinuncerei all’orgasmo per un’esperienza così, in qualunque momento. (460)
Non può piacere avere rapporti sessuali se non piacciono le carezze che si danno e si ricevono. Il piacere più grande è l’intimità fisica. Io e il mio amante attuale passiamo da due a sei ore ad accarezzarci, toccarci, coccolarci e abbracciarci, baciarci, riposarci l’uno nelle braccia dell’altro. È meraviglioso! (460)
NOTA 1: Così secondo il Rapporto Hite. La ricerca è stata condotta negli anni 70 sotto la supervisione della ricercatrice americana Shere Hite su circa 3000 donne americane. Le citazioni sono riprese dall’edizione pubblicata in Italia nel 2001: Hite S. (2001) Il Rapporto Hite. Una inchiesta sulla nuova sessualità femminile. I dati sulla percentuale di donne che non orgasmano (vedi l’elaborazione a p. 502-505 dell’edizione italiana 2001) sono stati raccolti e elaborati dalla Hite in maniera un po’ confusa. Le testimonianze sono riprese dalle pagine 222-234.
A bagno nell’acqua calda si sta bene. Se poi andiamo alle terme col nostro partner, e ci lasciamo cullare dall’acqua, ci carezziamo, ci muoviamo tenendoci in contatto, allora ancora meglio.
In molte terme i cellulari devono stare spenti, così l’attenzione sarà focalizzata sulle nostre sensazioni e sul nostro partner. Inoltre le terme sono luoghi accoglienti, dove è possibile sedersi, sdraiarsi e prendere una bevanda o mangiare.
Le terme sono un contesto ideale per parlarsi e per una intimità fisica. Consigliato almeno 1 volta al mese.
Io quando ho tempo vado ad Asmana a Campi Bisenzio oppure, se mi va di fare un po’ più strada, alle Terme San Giovanni a Rapolano. Comunque, ormai ci sono spa in tutte le grandi città italiane.
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