Jacopo Fo è un importante filosofo italiano. Pur non ricoprendo ruoli accademici ha scritto alcune decine di libri, alcuni dei quali hanno avuto una vasta diffusione, su vari temi relativi all’esistenza, quali ad esempio relazioni, sessualità, cognizione, salute, discipline orientali, cattolicesimo, energie alternative e risparmio energetico, etc.
Jacopo Fo è anche un artista, e incidentalmente è anche figlio di Franca Rame e Dario Fo, ma questi sono aspetti secondari rispetto all’originalità del suo pensiero che è il tema di questo articolo.
Ho seguito il corso di Yoga demenziale tenuto da Jacopo Fo ad Alcatraz, il suo centro culturale in Umbria, credo la prima volta nel 2003, e poi di nuovo quest’anno (2023). Ne approfitto così per scrivere un commento sui suoi insegnamenti.
Tieni presente che la mia conoscenza del pensiero di Jacopo Fo è limitata. Oltre a partecipare ai due corsi ho letto non più di 2-3 dei suoi libri; perciò, questo resoconto sarà parziale e mi scuso in anticipo con Jacopo se la mia descrizione dei suoi insegnamenti sarà parziale o addirittura inesatta.
La saggezza dell’Oriente è poco utile
Uno degli insegnamenti fondamentali di Jacopo Fo, in sintesi, è che la saggezza dell’Oriente non funziona / non è utile, nel complesso, per risolvere i nostri problemi di vita.
Saggezza dell’Oriente è un termine assai generico che indica gli insegnamenti delle molte discipline religiose e filosofiche orientali, fra cui le principali arrivate in Occidente sono l’induismo, il buddismo, lo zen, la pratica dello yoga, la medicina tradizionale cinese.
Ovviamente ognuna di queste correnti ha mille sfaccettature, e volendo è possibile trovare all’interno di ciascuna singole teorie o tecniche che possono rivelarsi parzialmente utili anche nella nostra vita di occidentali. Il concetto fondamentale però, è che i contenuti di queste teorie non sono utili per impostare complessivamente la nostra vita, come invece ci propongono molti ‘maestri’ che le promuovono.
Ad esempio, qualcuno sostiene l’utilità di impostare la propria vita secondo i dettami del buddismo tibetano, altri di praticare costantemente lo yoga, altri ancora di leggere le nostre difficoltà (e di cercare soluzioni) in termini di chakra chiusi o aperti o di sbilanciamento fra Ying e Jang.
Cosa ci ha raccontato Jacopo
Perché dico che secondo Jacopo Fo e la saggezza dell’Oriente non funziona / non è utile, nel complesso, per risolvere i nostri problemi di vita?
Nella conversazione con noi corsisti che ha tenuto il 18 agosto 2023, Jacopo, con l’approccio ironico e la capacità di affabulazione che lo caratterizzano, ci ha raccontato una serie di storie che svalutano la saggezza orientale.
Ad esempio la storia di Kunga Legpa, un mistico tibetano che centinaia di anni fa ha ridicolizzato l’allora Dalai Lama e tutti i riti del buddismo tibetano, poi la storia di un discepolo lodato da Budda perché lascia morire di fame suo figlio pur di non distrarsi dalla meditazione, poi ancora la sua esperienza (di Jacopo) a Pomaia, centro della spiritualità tibetana tradizionale in Toscana, dove si è reso conto che per anni ha praticato la meditazione ‘sbagliata’ (che la gran parte dei maestri in Occidente continua a promuovere) perché volta a potenziare ulteriormente le capacità di concentrazione che noi occidentali abbiamo già ben sviluppate, poi ancora ci ha parlato della sua respirazione diaframmatica (adottata seguendo gli insegnamenti dell’hata yoga) che, ci ha detto, gli ha provocato due ernie addominali. Jacopo ha inoltre evidenziato come il buddismo, per arrestare il ciclo delle reincarnazioni, veda con favore l’estinzione dell’umanità, obiettivo per noi occidentali totalmente inaccettabile.
Al contrario, Jacopo ha citato come esempi positivi Krishnamurti, che a un certo punto della sua vita ha rifiutato il ruolo di Nuovo Buddha, e secondo cui (cito a memoria) l’illuminazione consisterebbe semplicemente nel vivere consapevolmente il qui e ora, e nient’altro. Jacopo ha inoltre citato, in positivo, ma senza spiegare perché (il pranzo era pronto, avevamo sforato il tempo) il libro di Anthony de Mello, Chiamati all’Amore.
In sintesi, Jacopo, con un approccio antidogmatico, ci invita a non cercare nella saggezza dell’Oriente indicazioni di vita totalizzanti. Ma se la saggezza dell’Oriente è poco utile (questa è la parte destruens del suo pensiero), in che direzione, secondo lui, possiamo guardare per dare un indirizzo alla nostra esistenza?
Altri aspetti degli insegnamenti di Jacopo Fo
La fenomenologia dell’esperienza quotidiana
Un aspetto importante degli insegnamenti di Jacopo Fo è la sua attenzione alla fenomenologia dell’esperienza quotidiana. In parole povere, la sua elaborazione teorica è basata sulla sua personale esperienza della realtà.
Jacopo rielabora gli insegnamenti delle tante teorie orientali e occidentali di cui è venuto a conoscenza sulla base della sua esperienza personale quando ha provato ad applicarle.
La sua indicazione a ciascuno di noi è di fare lo stesso, di riflettere, cioè, e di trarre ispirazione dalla nostra esperienza quotidiana. Non è una indicazione da poco.
La gran parte di noi semplicemente vive, senza riflettere più di tanto sulle proprie pulsioni e sensazioni e sulle indicazioni di vita che possiamo ricavare dalla nostra esperienza quotidiana. Spesso la nostra visione del mondo e i nostri obiettivi di vita sono basati sulla visione e sugli obiettivi di persone diverse da noi, che vengono diffusi attraverso opere letterarie e i social media e che facciamo nostri acriticamente.
In questo invito alla autoconsapevolezza rientra anche una serie di esercizi fisici e mentali che Jacopo ci ha fatto fare durante il corso.
Ad esempio, l’esercizio del braccio che si alza da solo dopo aver tenuto il dorso della mano pressato per almeno un minuto contro un oggetto rigido, il miglioramento dei riflessi grazie a tecniche di visualizzazione nell’esercizio che consiste nell’afferrare una banconota al volo, il miglioramento delle capacità di resistenza a una persona che ci spinge grazie a una postura particolare, l’aumento della resistenza alla piegatura di un braccio teso grazie di nuovo a tecniche di visualizzazione.
L’attenzione alle eccezioni positive
Oltre alla fenomenologia della vita quotidiana, Jacopo dedica attenzione alle vicende personali e storiche di quanti in maniera creativa trovano soluzioni a problemi specifici. Nell’incontro del 18 agosto, ad esempio, ha citato la creatività del sindaco Antanas Mockus nel risolvere i problemi della città di Bogotà. Due giorni fa ci ha fatto vedere uno spettacolo teatrale scritto da suo padre e recitato da Mario Pirovano sulla vittoriosa resistenza degli indiani della Florida agli invasori prima spagnoli e poi americani.
Indicazioni normative in alcuni ambiti
Come abbiamo visto, Jacopo Fo svaluta il contenuto delle discipline orientali e ci invita a trarre ispirazione dalla nostra esperienza quotidiana; tuttavia, in alcuni ambiti di vita ci fornisce anche indicazioni di comportamento. Ad esempio ci fornisce indicazioni normative su sessualità (vedi ad esempio Lo zen e l’arte di scopare), sui rapporti uomo-donna (vedi ad esempio La corretta manutenzione del maschio), sulle cure mediche (vedi ad esempio Guarire ridendo).
Ma per capire fino in fondo il senso degli insegnamenti di Jacopo Fo è necessario spiegare anche il contesto in cui si colloca la sua produzione intellettuale.
La ricerca di senso di coloro che erano giovani nel 1968
Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso molti giovani occidentali si sono rivoltati contro i valori dei loro genitori: arricchirsi (per quanto possibile), sposarsi, fare figli, vivere in una bella casa di proprietà, cercarsi un lavoro regolare, seguire disciplinati le direttive dei superiori e della chiesa. Ma anche mantenere il ruolo subordinato delle donne e continuare (negli Stati Uniti) la discriminazione di gay e persone di colore.
Alcuni dei valori dei loro genitori, va detto, erano almeno in parte comprensibili. I genitori di coloro che erano giovani a fine degli anni ’60 erano nati nella povertà estrema seguita alla crisi del 1929, avevano subito o addirittura partecipato alla Seconda guerra mondiale e poi finalmente stavano vivendo il boom economico del dopoguerra che permetteva livelli di vita e di sicurezza economica mai visti prima.
La contestazione giovanile della fine degli anni ’60 ha creato nei partecipanti una gigantesca richiesta di senso: se i valori dei genitori non vanno bene, cosa mettere al loro posto? In quegli anni era esperienza comune appassionarsi e discutere con altri giovani dei valori della vita, e sforzarsi di impostare la propria vita secondo i dettami dei valori scelti.
In questa ricerca di senso i dettami dei vari filoni della saggezza orientale sono stati visti come una possibile soluzione. NOTA 1 Altri giovani si sono invece indirizzati verso una rivitalizzazione della religione cattolica, vedi ad esempio l’esperienza di Comunione e Liberazione, e altri verso il comunismo integralista (vedi ad esempio la nascita dei gruppi extraparlamentari). In questo articolo non approfondirò queste esperienze.
A fine anni ’60 vari maestri spirituali indiani e tibetani si sono trasferiti in Europa e in America riscuotendo molto successo. La migrazione di santoni in Occidente in realtà era iniziata già nel 1800, ma dagli anni ’60 del secolo scorso ha subito una accelerazione, vedi un resoconto dettagliato in Eastern Religion in the West: The First 100 Years). Inoltre molti giovani europei, seguendo l’esempio dei Beatles, sono andati in Oriente. I vari santoni si sono posti come portatori di soluzioni da applicare a tutti gli aspetti della vita, creando spesso delle vere e proprie sette, vedi ad esempio l’esperienza di Osho nel mio articolo Cosa ci insegna la parabola di Osho.
La ricerca di senso / soluzioni è stata indirizzata anche verso culture più genericamente non europee, vedi ad esempio Carlos Castaneda che in A scuola dallo stregone e nei libri successivi favoleggia su presunti insegnamenti comunicategli da uno stregone messicano. Sugli imbrogli di Castaneda vedi il mio articolo Carlos Castaneda, fine di un mito.
Non solo valori su cui impostare la propria vita, anche soluzione ai propri problemi
La saggezza dell’Oriente è stata utilizzata non solo per trovare valori su cui impostare la propria vita, ma anche la soluzione ai propri problemi quotidiani di natura ad esempio relazionale o sessuale. Vedi ad esempio la miriade di libretti con gli insegnamenti di Osho sui principali problemi di vita.
Si è addirittura creata una ibridazione dove ‘maestri’ occidentali proponevano soluzioni a problemi personali utilizzando una terminologia orientale, vedi ad esempio il tantra yoga utilizzato in Occidente (completamente diverso da quello reale indiano tanto da essere chiamato, per chiarezza, neotantra) per curare l’eiaculazione precoce.
Il ruolo di Jacopo Fo in una società in cerca di valori
In questo contesto, Jacopo Fo, con un approccio ironico e dissacrante, ha provato a immunizzarci contro tutti i dogmatismi che ci venivano proposti in alternativa ai valori dei nostri genitori. L’azione iconoclasta di Jacopo è stata di volta in volta rivolta contro i santoni orientali, contro la chiesa cattolica, contro la sinistra integralista. E in più Jacopo ci ha fornito le sue spesso personalissime (e divertenti) ricette alternative sui principali problemi dei giovani, in particolare su sessualità e relazioni.
In cosa credono i giovani di oggi
La maggioranza dei giovani di oggi non contesta più i valori dei propri genitori perché la società, rispetto agli anni ’60, è cambiata in meglio. Le famiglie sono più aperte e tolleranti, i dettami della chiesa sono seguiti solo da una minoranza della popolazione (e comunque anche la chiesa è cambiata, vedi l’odierno Papa Francesco), la sessualità è vissuta più liberamente, i diritti delle donne e delle minoranze sono maggiormente tutelati, etc.
Tutto questo ha comportato una drastica riduzione della ricerca di valori. Nessuno fa più discussioni ispirate sul senso della vita.
Le persone vivono e basta. Ci sono riflessioni e elaborazioni teoriche solo su problemi specifici che possono presentarsi (ad esempio crisi di coppia, problemi di natura sessuale, problemi di salute), ma solo quando si presentano. Manca cioè, contrariamente a 40 anni fa, una riflessione e elaborazione rivolta a tutti gli aspetti di vita.
Sto parlando per grandi numeri, in realtà anche oggi ci sono minoranze di giovani che seguono santoni vari, che praticano lo yoga o la mindfulness tutti i giorni, oppure ancora che sono coinvolti in gruppi cristiani integralisti, ma sono appunto minoranze.
La rilevanza del pensiero di Jacopo Fo
Questo, secondo me, ha ridotto la rilevanza del pensiero di Fo. Se le persone non discutono più di massimi sistemi, la sua critica dei massimi sistemi non viene apprezzata.
In più, la rilevanza degli scritti di Jacopo Fo su sessualità e relazioni è diminuita perché l’approccio promosso da Fo e da altri (nel seminario del 18 agosto Jacopo ha citato ad esempio la sessuologa Leslie Leonelli), grazie anche all’attività divulgativa di Jacopo, oggi è divenuto mainstream.
Gli scritti di Fo rimangono comunque rilevanti per chi si interessa di discipline orientali e/o desidera approfondire le tecniche sessuali e/o migliorare le proprie relazioni e/o la gestione di se stesso.
Oggi i temi che vanno per la maggiore e sono costantemente sui media sono diversi. Ne elenco alcuni:
- l’ambientalismo catastrofista (se non risolviamo tutti i problemi ecologici entro domani l’umanità si estinguerà in 6 mesi),
- la promozione della fluidità sessuale,
- la contestazione del merito,
- l’animalismo intransigente
- la lotta al precariato dei lavoratori dei trasporti e dei servizi dequalificati.
Tuttavia sono temi che, per quel che posso capire, Jacopo Fo non ritiene rilevanti (nemmeno io).
……
NOTA 2: Ho raccontato la mia personale disillusione con la saggezza d’Oriente nell’articolo Non credo più all’Oriente.
Vedi anche:
- I chakra non esistono
- Lavorare a maglia fa bene come lo yoga
- Corsi New Age con trattamento psicologico obbligatorio
Autore © Leonardo Evangelista. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.