Quali obiettivi per le prime esperienze sessuali giovanili?

coppia giovane sessualità

L’obiettivo impossibile: l’orgasmo femminile con la penetrazione vaginale

L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili non può essere l’orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale.

Per ‘orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale’ intendo qui una modalità di rapporto sessuale dove la donna arriva all’orgasmo o molto vicina all’orgasmo grazie  alla penetrazione vaginale. Nel secondo caso (donna che arriva molto vicina all’orgasmo grazie alla penetrazione vaginale) l’orgasmo viene raggiunto aggiungendo o sostituendo alla penetrazione la stimolazione diretta del clitoride.

Per ragazzi e ragazze che cominciano ad avere le prime esperienze sessuali il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale è un obiettivo impossibile, per vari motivi:

  1. i giovani uomini, a causa dell’elevato livello di testosterone e dell’emozione che caratterizza i primi rapporti sessuali tendono a venire molto presto, a volte anche prima dell’inserimento del pene in vagina.
  2. a causa delle conformazione anatomica della donna la sola penetrazione vaginale, anche quando fatta da uomini esperti e con un buon controllo dell’eiaculazione, assicura l’orgasmo solo a una minoranza delle donne; per il raggiungimento dell’orgasmo femminile è in genere necessaria una stimolazione diretta o indiretta del clitoride. Il problema è ulteriormente aggravato dal fatto che spesso le giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo anche con la stimolazione del clitoride.

Gli obiettivi realistici: comunicazione, tecnica, piacere

L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili deve essere perciò riformulato.

La gran parte dei giovani uomini non ha difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Per i giovani uomini gli obiettivi saranno perciò imparare a:

  1. comunicare le proprie sensazioni e desideri alla partner
  2. stare nella tensione erotica, rimandando l’eiaculazione
  3. assicurare alla partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del clitoride.

Per i ragazzi, l’inserimento della penetrazione vaginale all’interno del rapporto sessuale (mi riferisco al semplice ricorso alla penetrazione vaginale, non a far raggiungere l’orgasmo alla donna col contributo sostanziale della penetrazione vaginale) è un obiettivo ulteriore da perseguire solo dopo che hanno sviluppato i primi 3 obiettivi: buona comunicazione, buona esperienza erotica per la partner, sufficiente controllo eiaculatorio.

Molte giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo sia con la penetrazione vaginale che con la stimolazione del clitoride. Per le giovani donne gli obiettivi saranno perciò imparare a:

  1. comunicare le proprie sensazioni e desideri al partner
  2. raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride
  3. assicurare al partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del pene, anche attraverso la penetrazione vaginale

I primi incontri sessuali giovanili fra ragazzi e ragazze inesperte saranno perciò dedicati a migliorare la comunicazione e la conoscenza del corpo e della risposta erotica dell’altro/a, evitando la penetrazione.

Saranno cioè sessioni dove baci e carezze non genitali iniziali sono seguiti da masturbazione reciproca, che potrà essere alternata (prima uno dei due fa venire l’altro e poi viceversa) oppure in parallelo (entrambi si masturbano a vicenda). E opportuno che i ragazzi evitino di ricevere sesso orale perché la stimolazione è in genere troppo forte e rende difficile lo sviluppo del controllo sui tempi eiaculazione. E ugualmente è opportuno che la coppia eviti il sesso anale perché sono necessarie tecniche sofisticate per non far male alla ragazza.

La penetrazione vaginale potrà essere inserita nel rapporto una volta che la coppia ha acquisito buona comunicazione e buona esperienza erotica per entrambi, e il ragazzo un sufficiente controllo eiaculatorio.

Il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale, una delle tante varianti possibili del rapporto sessuale, potrà essere un eventuale obiettivo ulteriore,  una volta che la coppia pratica correntemente la penetrazione vaginale.

 

Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

 

 

 

Puoi anche leggere tutti gli articoli sull’eiaculazione precoce contenuti in questo sito

 

 

    L’orgasmo, se sei donna, lo devi imparare

     

    orgasmo femminile

    Per le donne, l’orgasmo è una potenzialità che deve essere attivata e sviluppata. Vediamo perché.

     

    In assoluto, il problema più frequente fra le donne è la mancanza di orgasmo durante la penetrazione vaginale. Su questo tema puoi leggere i miei vari articoli, ad esempio Come raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale.

     

    Il secondo problema più frequente, diffuso in genere fra giovani donne, è la mancanza assoluta di orgasmo (in linguaggio tecnico, anorgasmia femminile assoluta). Queste donne non sono cioè in grado di raggiungere l’orgasmo neanche da sole.

     

    Almeno il 90% degli uomini arriva sempre o quasi sempre all’orgasmo durante i rapporti sessuali, mentre per le donne questa percentuale è solo del 30% (un altro 30% ci arriva ‘una volta ogni due’ e la parte restante ‘mai o quasi mai’) (nota 1). Questo dipende dal fatto che la penetrazione vaginale per la maggior parte delle donne non è sufficiente, ma secondo alcuni studiosi c’è un motivo aggiuntivo. Nell’uomo l’orgasmo è strettamente collegato all’eiaculazione, e così gli uomini incapaci di provare l’orgasmo si sono estinti. Nella donna invece l’orgasmo non avrebbe una funzione biologica precisa, le donne rimangono incinte anche senza provare l’orgasmo. Per questo motivo la capacità di provare l’orgasmo, nelle donne, non è stata rigidamente selezionata come per gli uomini. La maggior parte delle donne  è in  grado di provare l’orgasmo perché il corpo femminile ha gli stessi circuiti che permettono l’orgasmo nell’uomo, ma questa possibilità non è ‘automatica’ come nell’uomo. Per le donne, l’orgasmo è una potenzialità che deve essere attivata e sviluppata. Se non è oggetto di apprendistato questa potenzialità resta latente e inespressa (nota 2).

     

    Come può funzionare l’apprendistato per l’orgasmo? Spiego qui i passaggi principali per risolvere la mancanza di orgasmo.

     

    1. Autorizzarsi a provare un orgasmo

    Il primo step per provare un orgasmo è autorizzarsi mentalmente e inconsciamente a provarlo. Alcune donne non si autorizzano per motivi vari: ad esempio perché hanno avuto un’educazione che ha svalutato il sesso o hanno avuto traumi sessuali. Finché il loro semaforo segna rosso le donne non cercano esperienze sessuali o, quando le vivono, la loro mente vieta o riduce la percezione del piacere. In questi casi è necessario lavorare con un terapeuta o un sessuologo per superare il blocco. Per fortuna questo casi sono abbastanza rari.

     

    1. Imparare a procurarsi sensazioni piacevoli

    La fonte primaria per le sensazioni dell’orgasmo è il clitoride. Per arrivare all’orgasmo è necessario imparare a massaggiarlo. La gran parte delle donne con difficoltà di orgasmo ha scarsa esperienza di masturbazione. E’ utile capire quali modalità e punti di tocco assicurano il piacere maggiore. Imparare una buona tecnica richiede vari tentativi, continuati nel tempo.

     

    1. Dedicare attenzione alle proprie sensazioni

    Il raggiungimento dell’orgasmo, anche nel caso di semaforo verde e di una tecnica corretta richiede che la masturbazione avvenga in una situazione di tranquillità, in modo da potersi focalizzare sulle proprie sensazioni. E’ utile anche imparare a lasciarsi andare alle contrazioni dei muscoli del pavimento pelvico (cioè della zona della vagina) provocati dalle ondate di piacere.

     

    In questo articolo il percorso per arrivare all’orgasmo è trattato a grandi linee, va poi personalizzato e dettagliato ulteriormente.

     

    NOTE

    1: Le informazioni sulla frequenza dell’orgasmo maschile e femminile sono riprese dal libro di Brune E. e Ferroul Y. (trad. it 2011) Il segreto delle donne, p.11.

    2. vedi Il segreto delle donne, p.26-40. In alcuni mammiferi, ad esempio conigli e cammelli, l’ovulazione non è periodica, ma avviene solo dopo un rapporto sessuale. In questo caso l’orgasmo (se ammettiamo che coniglie e cammelle provino l’orgasmo) avrebbe una precisa funzione biologica. Alcuni studiosi pensano che in passato funzionasse così anche per le donne, ma che poi questa modalità sia scomparsa a favore di ovulazioni mensili. Il venir meno della funzione biologica dell’orgasmo femminile avrebbe permesso la diffusione fra le donne di clitoridi più piccoli e più lontani dall’orifizio vaginale.

     

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      Clitoride: difetto di progettazione

      clitoride

       

      Se solo il 30% delle donne raggiunge l’orgasmo con la sola penetrazione vaginale (1), è evidente che c’è stato un errore di progettazione: il clitoride (o meglio: la parte esterna del clitoride, quella più sensibile) è stato collocato nella posizione sbagliata. La posizione attuale è troppo in alto per essere stimolata a sufficienza durante la penetrazione vaginale (la modalità preferita da molti uomini per arrivare all’orgasmo).

      Un progettista più competente avrebbe collocato la parte esterna del clitoride all’imbocco o all’interno della vagina, oppure avrebbe reso la parte interna del clitoride (che confina con le pareti vaginali) maggiormente sensibile.

      Adesso che il danno è stato fatto, è poco realistico, per la gran parte delle donne, aspettarsi di raggiungere l’orgasmo solo con la penetrazione; la stimolazione prolungata ed efficace del clitoride va stabilmente inserita all’interno del rapporto sessuale.

       

      Nota 1. Fonte: Rapporto Hite. La ricerca è stata condotta negli anni 70 sotto la supervisione della ricercatrice americana Shere Hite su circa 3000 donne americane. Le citazioni sono riprese dall’edizione pubblicata in Italia nel 2001: Hite S. (2001) Il Rapporto Hite. Una inchiesta sulla nuova sessualità femminile. I dati sulla percentuale di donne che non orgasmano (vedi l’elaborazione a p. 502-505 dell’edizione italiana 2001) sono stati raccolti e elaborati dalla Hite in maniera un po’ confusa.

       

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        La cura chirurgica dell’anorgasmia femminile

        Nel 1924 la psicoanalista Marie Bonaparte pubblicò uno studio in cui sosteneva che le donne che non provano l’orgasmo durante la penetrazione hanno un clitoride collocato ‘troppo lontano’ dall’imbocco della vagina. Per questo motivo il pene, durante la penetrazione, non riesce a stimolarlo a sufficienza.

         

        Secondo la Bonaparte c’erano due tipologie di donne anorgasmiche. La prima era caratterizzata dall’incapacità di raggiungere l’orgasmo tramite qualunque tipo di stimolazione ‘interna o esterna’ (anorgasmia assoluta). Al contrario, le donne appartenenti alla seconda tipologia erano anorgasmiche solo nel coito: “Implacablement insensibles pendant le coit, et le coit seul”.

         

        Secondo la Bonaparte le cause dell’anorgasmia assoluta erano di natura psicologia ed erano trattabili solo con la psicoterapia. L’anorgasmia solo nel coito era invece dovuta alla conformazione anatomica femminile, che, in alcune donne, collocava il clitoride troppo in alto rispetto all’ingresso della vagina. Bonaparte propose di trattare questo problema ‘spostando’ chirurgicamente il clitoride più in basso. Assieme al chirurgo austriaco Josef Halban, la Bonaparte mise a punto una procedura dove il legamento sospensorio del clitoride veniva tagliato permettendone così uno spostamento più in basso.

         

        Convinta della giustezza della sua teoria e della soluzione individuata, la Bonaparte si sottopose così a tre operazioni ma senza risultati apprezzabili. Lo stesso insuccesso ebbero altre 4 donne che si sottoposero alla stessa operazione. Secondo alcuni studiosi l’operazione potrebbe aver addirittura ridotto la sensibilità femminile a causa del taglio di alcune terminazioni nervose clitoridee.

         

        L’opzione del trattamento chirurgico dell’anorgasmia femminile fu così abbandonata, e da allora è rimasta solo una curiosità storica.

         

        Fonte: Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse Horm Behav. 2011 May ; 59(5): 780–792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004

         

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          Non raggiungi l’orgasmo nella penetrazione? Hai il clitoride troppo in alto

          Che????

           

          Secondo alcuni studi, uno dei fattori da cui dipende la possibilità di raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione vaginale (senza una stimolazione manuale del clitoride) dipenderebbe dalle dimensioni e  dalla posizione del clitoride. La distanza fra clitoride e apertura della vagina può variare, da donna a donna, di quasi 3 cm (nota 1). Le donne il cui clitoride si trova più vicino all’ingresso della vagina riuscirebbero a raggiungere l’orgasmo con più facilità, perché riceverebbero una maggiore stimolazione dai movimenti del pene durante la penetrazione vaginale oppure perché la parte interna del clitoride sarebbe più vicina alle pareti vaginali.

           

          In realtà si tratta ancora di un’ipotesi perché gli studi in questione, per varie ragioni, non sono pienamente convincenti.

           

          Ad esempio nello studio descritto in Clitoral Size and Location in Relation to Sexual Function Using Pelvic MRI (pubblicato nel 2014) (nota 2) ) il campione delle donne esaminate era molto piccolo (solo 10 donne anorgasmiche e 20 orgasmiche), inoltre  dallo studio è emerso che le donne  orgasmiche facevano l’amore solitamente nella posizione con l’uomo sotto, mentre le donne anorgasmiche solitamente nella posizione del missionario (con la donna sotto). Per questo motivo le differenze potrebbero essere dovute non o non solo alla conformazione anatomica ma alle modalità del rapporto sessuale. Inoltre non è chiaro se le donne anorgasmiche fossero comunque in grado di raggiungere l’orgasmo con la masturbazione e se le donne orgasmiche durante la penetrazione utilizzassero anche la stimolazione manuale del clitoride.

           

          L’altro studio Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse (pubblicato nel 2010, nota 3) è basato su dati raccolti da altri ricercatori nel 1923 e 1940 (nota 4) con criteri eterogenei ed è basato non sulla distanza fra clitoride e orifizio vaginale ma fra clitoride e meato uretrale, e la distanza fra meato uretrale e orifizio vaginale varia da donna a donna (nota 5) , perciò i dati sono poco attendibili.

           

          Per questi motivi l’influenza della posizione del clitoride sulla possibilità di raggiungere l’orgasmo durante la penetrazione vaginale rimane un’ipotesi che necessita di ulteriori approfondimenti.

           

          Un legame fra conformazione anatomica e capacità di raggiungere l’orgasmo è descritto in questo sito da alcune delle testimonianze riportate nell’articolo Come fanno le donne a raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione vaginale? Ma secondo queste testimonianze, contrariamente alle ipotesi delle ricerche citate più sopra, la conformazione anatomica femminile ha un’influenza sul raggiungimento dell’orgasmo solo se è coerente con la conformazione anatomica maschile.

           

          Anche se venisse provata una relazione fra conformazione anatomica e capacità di raggiungere l’orgasmo va considerato che si tratterebbe solo di un fattore che influenza il risultato finale assieme ad altri.

           

          Provi poco piacere durante il rapporto sessuale?

           

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          NOTE

           

          1. This distance varies markedly among women, ranging from 1.6cm to 4.5cm between a woman’s clitoral glans and her urethral opening (a proxy for the vaginal opening; Lloyd, Crouch, Minto, and Creighton, 2005). Così Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse Horm Behav. 2011 May ; 59(5): 780–792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004 pag.4.

           

          2  Oakley SH, Vaccaro CM, Crisp CC, Estanol MV, Fellner AN, Kleeman SD, and Pauls RN. Clitoral size and location in relation to sexual function using pelvic MRI. J Sex Med 2014;11:1013–1022.

           

          3. Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse Horm Behav. 2011 May ; 59(5): 780–792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004

           

          4. Bonaparte used the urethral meatus in preference to the vaginal opening apparently because she thought it to have a consistent distance from the vaginal opening and, being much smaller and less flexible than the vagina, it was easier to consistently measure. Her assumption that the urinary meatus was a constant distance from the vagina was likely incorrect as the urethra in women can be completely separate from the vagina or within the vaginal opening itself (Dickinson, 1933). However, CUMD has been used in all subsequent studies and there appears to be no study in which actual clitoral-vaginal distance has been measured. Così Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse5.

           

          5. Gli studi sono: Landis, C.; Landis, A.; Bowles, M. Sex in Development. P.B. Hoeber Inc.; New York: 1940. E Narjani A. (pseudonimo di Marie Bonaparte) Considerations sur les causes anatomiques de frigidite chez la femme. Bruxelles-Medical. 1924; 27:768–778.

           

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            Sei arrivata a questo articolo probabilmente da una ricerca su una di queste parole chiave: non raggiungo l’orgasmo, clitoride, penetrazione dolorosa, anorgasmia, orgasmo vaginale, orgasmo clitorideo, piacere femminile, stimolazione del clitoride, carezze del clitoride, penetrazione, anatomia del clitoride, come è fatto il clitoride, posizione del clitoriode, toccarsi il clitoride, masturbazione femminile, autoerotismo femminile, posizioni per raggiungere l’orgasmo, voglio raggiungere l’orgasmo, non provo piacere, come raggiungere l’orgasmo, soluzioni anorgasmia, cos’è l’anorgasmia, problemi ad avere l’orgasmo, piacere e clitoride, punto G, clitorectomia, sfioramento del clitoride.

            Le credenze che riducono il piacere maschile e femminile

            Molti degli uomini che mi chiedono una consulenza sessuologica (in particolare relativa all’eiaculazione precoce) condividono queste credenze, relative al loro ruolo e alle modalità in cui le donne raggiungono il piacere:

            1. al piacere della mia compagna ci devo pensare io
            2. l’esperienza sessuale più piacevole per la donna è la penetrazione
            3. per la donna più penetrazione = più piacere.

             

            In realtà

            1. al piacere della mia compagna ci deve pensare la mia compagna
            2. l’esperienza sessuale più piacevole per la donna è la stimolazione del clitoride
            3. per la donna più stimolazione del clitoride = più piacere.

             

            Vediamo punto per punto.

             

            Punto 1. Eccetto nei casi in cui inizialmente uno dei partner ha scarsa esperienza, il rapporto sessuale funziona meglio se ognuno dei partecipanti, pur prestando un po’ attenzione anche alle esigenze dell’altro, pensa innanzitutto al proprio piacere. La credenza che sia l’uomo a doversi preoccupare anche del piacere della donna lo costringe a un doppio lavoro: l’uomo non può mai lasciarsi andare e se le cose non vanno sempre al massimo entra facilmente in crisi. Inoltre se anche la donna fa propria questa credenza, diventa passiva ed incapace di raggiungere il piacere quando l’uomo non è abbastanza esperto.

             

            Punti 2 e 3. La penetrazione è l’esperienza sessuale più piacevole per l’uomo. La penetrazione è invece una tecnica rudimentale per far provare piacere alla donna. Anche se la sensazione della penetrazione è in genere piacevole, puntare sulla penetrazione per far raggiungere l’orgasmo a una donna è un po’ come voler far raggiungere l’orgasmo a un uomo carezzandogli i testicoli (se è veramente molto eccitato potrebbe accadere, ma è meglio usare metodi più diretti). Poiché le tre credenze descritte all’inizio sono ancora molto diffuse, non meraviglia che ci sia una percentuale così alta di donne che nei rapporti sessuali non arriva all’orgasmo.

             

            E’ noto che la maggior parte delle terminazioni nervose femminili sono nel clitoride, che è l’equivalente anatomico del pene (in pratica è un piccolo pene). La parte mediana e quella più interna della vagina hanno poche terminazioni nervose, le parti più sensibili sono invece l’ingresso e, in alcune donne, la posizione in ‘ore 12’ subito dopo l’ingresso della vagina, perché ci termina la parte interna del clitoride (questa posizione viene chiamata Punto G). Le donne che riescono a raggiungere l’orgasmo durante la penetrazione hanno imparato a sfregare il clitoride contro il pube dell’uomo (ma è una tecnica da specialiste, e che non funziona con tutti gli uomini), oppure hanno un punto G particolarmente sensibile (ma sono poche quelle a cui la sola stimolazione del punto G provoca l’orgasmo), oppure semplicemente durante la penetrazione si carezzano il clitoride con le dita.

             

            Se entriamo in quest’ottica, la durata della penetrazione vaginale diventa un falso problema. Quello che conta è che la donna, durante il rapporto sessuale, abbia un ruolo attivo e imposti le cose in modo da assicurarsi l’orgasmo con la stimolazione del clitoride.

             

            In sintesi, gli uomini che richiedono una consulenza sessuologica perché si lamentano di soffrire di eiaculazione precoce dovrebbero rivolgere i loro sforzi non solo a come far durare la penetrazione più a lungo (ci sono tecniche e accorgimenti che aiutano a ottenere questo risultato), ma  a come aiutare le proprie compagne a  raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride.

             

            Altre credenze dannose sono le seguenti:

            • ‘Una buona intesa erotica deve essere spontanea e accadere naturalmente’. A volte questo è vero, ma anche la sessualità, come vari altri aspetti della nostra vita, può peggiorare (ad esempio per colpa di routine, problemi di lavoro, scarsa comunicazione, problemi di salute, arrivo dei figli) e può essere migliorata con uno sforzo cosciente. Il fatto che con una certa persona si sia creata da subito una buona intesa sessuale non significa che questa intesa rimarrà sempre a un ottimo livello e che, se per motivi vari diminuisce, riprenda da sola. E ugualmente l’intesa sessuale può essere migliorata nelle coppie in cui una buona intesa sessuale è mancata fin dall’inizio (in molte coppie giovani, che hanno scarsa conoscenza delle propria sessualità e poca esperienza di rapporti sessuali, l’intesa sessuale è spesso carente).
            • Io e il mio partner dobbiamo sempre avere l’orgasmo simultaneo‘. Nei film l’orgasmo è spesso simultaneo (così il regista può passare rapidamente alla scena successiva), ma la vita non è un film. Anche se l’orgasmo simultaneo accade, accade di rado e richiede un ottimo affiatamento fra i partner. Io direi di considerarlo come una ciliegina sulla torta. Se accade, meglio, se non c’è, bene lo stesso, anche tenendo conto che le donne sono multiorgasmiche.
            • E’ necesaria una consulenza sessuologica solo per problemi gravi‘. Sbagliato, una consulenza sessuologica va richiesta prima che un problema secondario facilmente risolvibile si aggravi e diventi serio. E ugualmente una consulenza sessuologica può essere richiesta anche per migliorare quello che va già abbastanza bene, tutti noi cerchiamo sempre di migliorare.

             

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            Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia e alla consulenza sessuologica:

             

               

              Come raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale

              Vuoi sapere un segreto?
              Vuoi sapere un segreto?

               

              Solo il 30% delle donne raggiunge l’orgasmo regolarmente durante la penetrazione vaginale (cioè con le spinte del pene in vagina) senza ricorrere all’aiuto della stimolazione manuale del clitoride.

              L’equivalente anatomico del pene maschile è il clitoride, è sulla parte esterna del clitoride che si trovano gran parte delle terminazioni nervose che trasmettono il piacere, e la stimolazione della parte esterna del  clitoride è il metodo più facile, per una donna, per raggiungere l’orgasmo.

              Pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con la penetrazione vaginale sarebbe come, per un uomo, pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con le carezze dei testicoli: in  alcuni casi può accadere, ma è complicato.

              Purtroppo Madre Natura ha collocato il clitoride nel posto sbagliato: per far raggiungere facilmente l’orgasmo con la penetrazione anche alle donne, la parte esterna del clitoride avrebbe dovuto essere collocata all’interno o all’imbocco della vagina.

              Alcune donne hanno scoperto dei trucchi per raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale (nota 1). In generale si tratta di strofinare la zona del clitoride contro il pube maschile o contro il cuscino e/o le lenzuola. Vediamo in dettaglio.

              Posizione con la donna sopra

              In questa posizione durante la penetrazione vaginale la donna ha la possibilità di muoversi come preferisce. Vediamo alcune testimonianze di donne diverse (p.223-224):

              • Per avere l’orgasmo sto sopra al mio compagno e mi muovo avanti e indietro in modo da strofinare il clitoride contro la base del pene senza che il pene si muova dentro e fuori la vagina.
              • Durante il rapporto ho l’orgasmo quando mi metto in posizione dominante, e strofino il clitoride contro la sua pancia e la zona pubica.
              • Lui sta seduto un po’ coricato, io sono sopra, con il pene in vagina e l’angolo giusto in modo che il suo osso pubico faccia pressione sul clitoride. Nello stesso tempo lui giocherella con i miei capezzoli mentre io muovo il bacino come mi piace di più.

              Sfregamento delle due zone pubiche

              Questo metodo è molto simile al precedente, con la differenza che lo sfregamento può essere fatto in qualunque posizione. Lo strofinio richiede la penetrazione vaginale completa, con poca o nessuna spinta del pene, e uno dei due partner si muove circolarmente in modo che le due zone genitali si strofinino e si massaggino fra loro, specialmente le labbra e la vulva, o la zona del Monte di Venere della donna.

              • Stiamo distesi sul fianco con le gambe intrecciate in modo che lui abbia una gamba fra le mie, e io una fra le sue, con il pene dentro, così il clitoride sfrega contro il suo osso pubico. Poi mi dimeno un po’ e così raggiungo l’orgasmo.
              • Massimo contatto fisico. Mi piace quando il pene è tutto dentro, e più che muoverci e spingere ci strofiniamo uno contro l’altro.
              • Posso raggiungere l’orgasmo schiacciando strofinando la mia zona pubica, che è molle molto sensibile, contro di lui, che ha il pene dentro ma sta fermo.
              • Gli uomini in genere si muovono troppo per i miei gusti. Mi piace che il mio compagno mi penetri profondamente, schiacci bene sul davanti e si fermi un momentino, ma sono pochi quelli che sanno farlo e hanno voglia. Al momento dell’orgasmo voglio che lui sia molto duro, sia ben dentro stia fermo. Se si muove molto mentre io l’orgasmo, è sempre meno intenso. Di solito gli uomini, quando sentono che sto venendo, si precipitano con loro orgasmo e spesso rovinano il mio.
              • C’è un certo ritmo che mi aiuta moltissimo per raggiungere l’orgasmo. È quando l’uomo si spinge dentro e resta lì ben contro per alcuni secondi invece di tornare subito indietro. Poi preferisco che non si ritragga appena spingo io, ma purtroppo gli uomini di solito non ci riescono.

              Sfregamento del clitoride contro cuscino o lenzuola con la donna in posizione prona

              In questa modalità l’uomo penetra da dietro la donna che è distesa sul letto a pancia in giù. La donna raggiunge l’orgasmo sfregando il clitoride contro il cuscino o le lenzuola.

              Contatto delle zone pubiche durante la penetrazione

              Alcune donne durante la penetrazione vaginale raggiungono l’orgasmo stimolando il clitoride spingendolo ad ogni spinta la zona pubica contro quella del partner. Nella maggior parte delle testimonianze è l’uomo che si muove. Le posizioni possono essere quella dell’uomo sopra, oppure uno dei due o tutti e due seduti; la donna può avere le gambe chiuse, aperte, sollevate, o piegate. È difficile mantenere la stimolazione proprio nel punto giusto durante le spinte, perciò è importante che la donna abbia libertà di movimenti.

              • Preferisco che lui stia sopra, ma mi muovo un sacco; sono molto pignola su ritmi e sulle spinte. Devo contorcermi un po’ per trovare i punti piacevoli. Poi se tengo le gambe unite posso regolare la pressione come mi piace di più.
              • Di solito ottengo la stimolazione del clitoride e così raggiungo l’orgasmo schiacciando la mia zona pubica contro quella del mio compagno, seguendo un certo ritmo. Faccio fatica a venire se stiamo in piedi o se mi penetra da dietro, perché manca la pressione fondamentale delle due zone pubiche. Quando lui sta sopra di solito gli prendo il sedere con le mani e guido i suoi movimenti, se non sta già facendo quello che voglio io.
              • Quando facciamo l’amore lui sta sopra, e siamo leggermente arcuati in modo che la mia zona clitoridea sia nella posizione migliore per ricevere la stimolazione delle spinte dei due corpi.
              • Durante il rapporto, se lui è molto attivo e regolare, e non cambia ritmo pressione, e se io mi concentro attivamente sulla sensazione, qualche volta raggiungo l’orgasmo. Dipende anche dal compagno e dall’angolazione formata dai nostri due corpi.
              • Penso sia una questione di anatomia e di psicologia assieme; per esempio con un dato uomo il mio corpo si incastra bene e i movimenti dentro e fuori del pene mi stimolano bene il clitoride e raggiungo l’orgasmo. Ma di solito non succede.
              • Penso che la posizione e la misura degli organi genitali di una coppia abbia un ruolo importante nella stimolazione. C’è uno dei miei compagni che ha degli organi genitali che mi vanno a pennello e con lui raggiungo l’orgasmo facilmente.
              • Deve esserci un movimento ritmico dei due corpi, che non va interrotto perché da un momento all’altro lui sta quasi per eiaculare. Se sento il pene entrare uscire dalla vagina con un ritmo costante riesco a concentrare la sensazione e a iniziare la mia costante ascesa all’orgasmo.

              In questa modalità alcune donne hanno definito in dettaglio il tipo di spinte preferite (228 – 229):

              • (Preferisco) un movimento lento, dolce, sensibile, deciso.
              • Spinte forti e lente, con un po’ di strofinio quando la penetrazione è completa.
              • Introduzione dolce, poi spinte del pene lente, in profondità, man mano più veloci. Ho scoperto che quando il movimento è nel complesso ritmico, riesco a rilassarmi e raggiungo l’orgasmo più facilmente perché non devo concentrarmi su cosa succederà dopo.
              • Non mi va di essere cavalcata violentemente, preferisco un approccio più ‘scivolato’.
              • Non mi piace essere violentata, non so se mi spiego.

              Frequente reintroduzione del pene in vagina

              Questa tecnica consiste nel muovere il pene intorno alle grandi labbra, oppure uscire completamente ad ogni spinta, cosicché l’ingresso della vagina e le labbra sono costantemente stirate e stimolate.

              • Mi piacciono i colpi ritmici profondi, un po’ lenti, che escono quasi dalla vagina per poi rientrare subito. Molti uomini, troppi, fanno dei movimenti brevissimi, in pratica stirano solo la loro pelle, stimolando poco o niente l’apertura vaginale. Prima di iniziare il rapporto mi piace anche che la punta del pene picchi un po’ contro l’apertura vaginale.
              • Mi piace moltissimo ogni tipo di stiramento o di tensione all’apertura vaginale. Entrare tutto dentro, puoi uscire tutto un’altra volta, e così via.
              • Una volta, con un uomo esperto più vecchio di me che non riusciva ad avere l’erezione, ho scoperto che il pene floscio all’ingresso vaginale mi eccita molto. Sono riuscito ad avere un orgasmo ‘vaginale’ con lui. L’unico orgasmo ‘vaginale’ che ho avuto finora.
              • Per me per raggiungere l’orgasmo ci vuole un movimento eccitante, di tipo rotatorio intorno alle labbra, un po’ di stimolazione del  clitoride e alla fine una profonda penetrazione.

              Ricerca dell’angolo ‘giusto’ durante la penetrazione

              In una ricerca condotta nel 2014-2018 dalla Indiana University School of Medicine assieme ad altri partner (vedi una sintesi in italiano) è emersa una tecnica in cui la donna, sia prona che supina, prova a cambiare l’angolo di penetrazione ruotando o alzando o abbassando il bacino (a volte con l’aiuto di un cuscino) fino a trovare l’angolo esatto in cui il pene sfrega la vagina provocando maggiore piacere.

              ………………..

              Il raggiungimento dell’orgasmo femminile con la sola penetrazione vaginale non funziona con tutte le donne, non funziona sempre, richiede che l’uomo abbia imparato a ritardare i tempi della propria eiaculazione, cosa non scontata. Perciò in generale non è una buona scelta.

              Integrazione della penetrazione vaginale con la stimolazione diretta del clitoride

              Nel Rapporto Hite ci sono numerose testimonianze di donne che raccontano come hanno integrato la stimolazione clitoridea con la penetrazione vaginale (p.235-239).

              • Il mio compagno sta pancia in su, io sto sopra con il pene in vagina. Si mette in ginocchio con la parte alta del corpo sollevata in modo che lui riesce alzare la testa e succhiarmi i capezzoli. Lui allunga la mano, la infila fra i nostri due corpi e con le dita stimola direttamente il clitoride della zona circostante. Con l’altra mano mi tocca il corpo e specialmente il sedere. Intanto mi muovo come mi piace di più.
              • Durante il rapporto, sul fianco, prendo in mano la porzione di pene che non è dentro in vagina, la massaggio, e nello stesso tempo mi procuro la stimolazione clitoridea e raggiungo l’orgasmo.
              • Durante il rapporto io sto sopra, seduta. Lui mi tocca leggermente il clitoride con un dito, una mano o tutt’e due le mani, e io mi ci muovo contro come mi piace di più.
              • Mi piace essere penetrata da dietro, in modo da poter stimolare contemporaneamente il clitoride.
              • Quando facciamo l’amore ci muoviamo in modo lento e sinuoso, io schiaccio le labbra della vagina intorno al pene mentre con le mani gli accarezzo il pene che entra ed esce, o mentre mi masturbo e/o stringo forte le gambe.
              • Quando facciamo l’amore lui sta su un fianco, io so pancia in su con una gamba sopra le sue e il pene dentro, lui mi masturba o lo faccio io. Sono io che controllo i movimenti del corpo.
              • Mi siedo sopra con il pene nella vagina. Poi mi distendo fino ad adagiarmi completamente e lui mi stimola il clitoride con le dita.
              • Se vogliamo l’orgasmo più o meno simultaneo, ci mettiamo nella posizione del missionario. Lui mi scopa per un po’, si eccita fino a un certo punto, poi si sposta un pochino in modo che io possa stimolarmi il clitoride mentre lui è ancora dentro. Quando arrivo a un certo punto lui riparte. Andiamo avanti a turni finché uno dei due si stanca e non resiste più. Se vengo prima io, il rapporto è estremamente piacevole. Se viene prima lui, sta sopra e dentro finché non svanisce anche l’ultima sensazione, poi si distende accanto a me e mi incoraggia mentre mi masturbo.

              Stimolazione del clitoride senza penetrazione vaginale

              Altre donne, invece, raccontano di rapporti dove stimolazione del clitoride e penetrazione vaginale non sono direttamente integrati.

              • Io sto a pancia in giù, lui si distende sopra di me, infila la mano sotto mi fa venire, venire, venire, non smette mai, non mi lascia alzare! È fantastico! (285)
              • Se non lo fanno gli metto io le dita dove voglio, e poi gli faccio vedere il movimento e la quantità di pressione che desidero. Porta sempre all’orgasmo, se sono pazienti e abbastanza sensibili da seguire le mie istruzioni. (282)
              • Mi strofina la zona genitale e poi le labbra: le apre e continua a esplorare finché io non mostro segni di eccitazione, senza parlare. Continua a strofinarmi per un orgasmo o due, poi qualche volta mi stimola il clitoride oralmente leccandomi e succhiandomi; un modo di fare deciso è più soddisfacente. In queste occasioni lui si bagna le dita con la secrezione vaginale e poi ne infila uno o due in vagina. Qualche volta s’addentra molto in vagina anche con la lingua. (286)
              • Un altro metodo è quello di metterci tutti e due a pancia in giù. Io sto sopra e strofino il clitoride contro le sue natiche. Qualche volta con le mani giocherello con i suoi testicoli e col pene (287)
              • Un uomo non riesce a stimolarmi clitoride fino a raggiungere l’orgasmo. Devo farlo io. Lui non può sentire gli effetti della stimolazione, io si. (289)
              • La cosa migliore che abbiamo trovato finora è stimolarmi da sola prima di scopare. Siamo contenti tutti e due, mi lubrifica e mi prepara la vagina rapporto, che poi godo molto, e a mio marito piace guardarmi mentre mi stimolo. Perciò funziona. (289)
              • Ci piace masturbarci tutti e due e fare un po’ i guardoni. (289)
              • Di solito iniziamo con lunghi elenchi baci carezze, e poi passiamo alla stimolazione reciproca manuale e qualche volta orale. Man mano che mi eccito, diventa difficile badare a quello che gli faccio, e alla fine smetto, e lascio che mi stimoli lui fino a raggiungere parecchi orgasmi. Poi mi penetra. (453).

              Non solo orgasmo. Il piacere dell’initimità

              Altre donne sottolineano che una buona intimità vale più del raggiungimento costante dell’orgasmo.

              • Per me l’intimità con un’altra persona è più importante dell’orgasmo (che, se necessario, raggiungo da sola). Se dovessi scegliere fra le due cose, sceglierei l’intimità. Mi piace da matti baciare, abbracciare, accarezzare, guardare e toccare l’altra persona. Mi sento più partecipe se non si parte subito con la stimolazione genitale, specialmente quando non ci conosciamo ancora bene, perché con l’eccitazione genitale dell’orgasmo devo concentrarmi su me stessa, perciò in quei momenti mi sento più sola, anche se queste esperienze possono essere vissute ugualmente insieme. (458 – 459)
              • Mi sembra deplorevole questa enfasi sull’orgasmo, la separazione dell’orgasmo dalla sensualità generale, dal calore, dalla sincerità dall’amore. Ho la sensazione che la sessualità delle donne emuli in questo lo stile meccanico maschile che punta all’orgasmo. I buoni rapporti sessuali, almeno per me, sono molto più legati a una vera comunicazione e intimità, una specie di coccole appassionate. (459)
              • Per me accarezzarsi su tutto il corpo è più importante dell’orgasmo. Baciarsi, accarezzarsi nel cuore della notte, ascoltare il respiro e il battito del cuore, sorridere, guardarsi negli occhi (molto importante), parlarsi sinceramente come si fa a letto dopo aver fatto l’amore, tutto questo rende i rapporti sessuali qualcosa di super speciale, che non può essere rimpiazzato dalla masturbazione o dall’orgasmo. Abbracciarsi, dirsi ti amo e t’amerò sempre, ti voglio molto bene, ti regalo il mio cuore e la mia anima, e accetto con piacere la tua, vale il mondo intero. Rinuncerei all’orgasmo per un’esperienza così, in qualunque momento. (460)
              • Non può piacere avere rapporti sessuali se non piacciono le carezze che si danno e si ricevono. Il piacere più grande è l’intimità fisica. Io e il mio amante attuale passiamo da due a sei ore ad accarezzarci, toccarci, coccolarci e abbracciarci, baciarci, riposarci l’uno nelle braccia dell’altro. È meraviglioso! (460)

               

              NOTA 1: Così secondo il Rapporto Hite. La ricerca è stata condotta negli anni 70 sotto la supervisione della ricercatrice americana Shere Hite su circa 3000 donne americane. Le citazioni sono riprese dall’edizione pubblicata in Italia nel 2001: Hite S. (2001) Il Rapporto Hite. Una inchiesta sulla nuova sessualità femminile. I dati sulla percentuale di donne che non orgasmano (vedi l’elaborazione a p. 502-505 dell’edizione italiana 2001) sono stati raccolti e elaborati dalla Hite in maniera un po’ confusa. Le testimonianze sono riprese dalle pagine 222-234.

               

              Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

               

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              Il tuo compagno viene troppo presto? Dipende anche da te

              Questo articolo parla di eiaculazione precoce, ma è necessario fare una premessa: se pensi che il tuo compagno ‘viene troppo presto’ perché nel rapporto sessuale non raggiungi l’orgasmo, verifica che i preliminari siano lunghi abbastanza in modo che quando passate alla penetrazione sei già ben eccitata, e che durante la penetrazione lui ti stimoli o tu ti stimoli il clitoride a sufficienza in modo da arrivare all’orgasmo.

              Nella gran parte delle donne, in rapporti sessuali basati  sulla penetrazione, il raggiungimento dell’orgasmo è lento (15-20 minuti) e in genere richiede la stimolazione diretta del clitoride. Far raggiungere l’orgasmo alla donna solo con la penetrazione richiede lunghi preliminari e spinte vigorose e profonde per almeno 10-15 minuti, che la gran parte degli uomini non sono in grado di assicurare perché  i loro tempi standard sono più brevi.

              Nella gran parte degli uomini l’eiaculazione, che in genere corrisponde al raggiungimento dell’orgasmo, tende  ad avvenire entro 2-5 minuti dall’inizio della penetrazione. Gli uomini che durano di più ci riescono perché hanno imparato ad amministrarsi e/o hanno delle compagne che sanno come farli durare di più.

              A questo punto possiamo approfondire il tema del nostro articolo. Spingi il tuo compagno a tempi ridotti di penetrazione se:

              -accetti rapporti sessuali in situazioni scomode o ansiose: fretta, freddo, troppo rumore, paura di essere scoperti, paura di gravidanze indesiderate, posizioni scomode, stanchezza fisica, disagio nell’utilizzo del preservativo, sonno; sono tutte cose che lo spingono a finire presto.

              -accetti rapporti sessuali ma le tue condizioni o il tuo atteggiamento non sono invitanti. Ad esempio sei poco lubrificata, la penetrazione ti dà dolore, hai paura della penetrazione, gli dici o gli fai capire che non hai voglia di fare l’amore, sei indifferente, poco comunicativa o ostile.

              -gli fai fare l’amore di rado: stare molto tempo senza fare l’amore lo ‘carica’ troppo e riduce i suoi  tempi di eiaculazione.

              – lo fai eccitare troppo e troppo in fretta: accetti o richiedi posizioni che permettono una penetrazione profonda, come quella del missionario, gli fai dare troppe spinte di seguito, gli fai sesso orale, ti (s)vesti o ti comporti in maniera provocante, ti muovi troppo o ansimi rumorosamente.

              Gli uomini che durano di più hanno imparato a ridurre e dilazionare la loro eccitazione, facendola arrivare al top solo quando, dopo un tempo conveniente, hanno deciso di venire. Gli uomini che durano di più, nella fase iniziale del coito evitano continue spinte frenetiche e profonde (le alternano invece a spinte superficiali, spinte laterali, momenti in cui estraggono il pene e lo usano per stimolare il clitoride con la punta), cambiano posizione in modo da far scendere l’eccitazione, scelgono posizioni in cui il movimento del pene è limitato, fanno  preliminari lunghi, concentrandosi sul piacere che arriva da altre parti del corpo invece che dal pene, evitano di ricevere sesso orale.

              Molti uomini (soprattutto i più giovani, che hanno meno esperienza, ma anche una parte dei più grandi) ancora non hanno imparato queste tecniche; IN QUESTI CASI TOCCA A TE IMPOSTARE IL RAPPORTO SESSUALE IN MANIERA CONVENIENTE.

              Prima di tutto devi imparare a monitorare il livello di eccitazione del tuo partner (del resto probabilmente anche il tuo partner monitora costantemente il tuo livello di eccitazione): ogni tanto chiedigli quanto è eccitato (ad esempio ‘Da 1 a 10, quanto sei eccitato?) e, finché  non vuoi che venga, evita che cominci a stantuffare e fagli adottare le altre tecniche descritte sopra.

              Inoltre se vuoi migliore il tuo piacere e facilitare i vostri rapporti, devi spiegare al tuo compagno cos’è che ti piace nei preliminari, come ti piace essere massaggiata nel clitoride, e massaggiarti anche tu direttamente. Una tua buona eccitazione /stimolazione riduce la necessità di penetrazioni che durano a lungo.

              In alcuni casi l’eiaculazione precoce è dovuta a problemi medici. Il tuo compagno ha parlato del problema col suo medico?

              Alcuni uomini, se l’eiaculazione precoce va avanti da un po’, sviluppano un’ansia da prestazione verso la penetrazione che riduce ulteriormente i loro tempi. In questi casi è utile una consulenza psicologica.

               

              Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

               

              Sei arrivata a questa pagina probabilmente facendo una ricerca con una di queste parole: eiaculazione precoce, cause eiaculazione precoce, rimedi per l’eiaculazione precoce, come aumentare il controllo eiaculatorio, come ritardare l’eiaculazione, eiaculazione precoce e vita di coppia, coppie e eiaculazione precoce, donne e eiaculazione precoce, effetti dell’eiaculazione precoce sulla coppia, anorgasmia femminile e eiaculazione precoce,  eiaculazione precoce problema di coppia, soluzioni per l’eiaculazione precoce, trattamento dell’eiaculazione precoce, terapia dell’eiaculazione precoce, terapia mansionale, il mio ragazzo è troppo precoce, il mio ragazzo non controlla l’eiaculazione, come aiutare il partner, come aiutare mio marito eiaculazione precoce, impatto dell’eiaculazione precoce sulla coppia, il ruolo della donna nell’eiaculazione precoce, quando lui viene troppo presto, come farlo durare di più, egoismo e eiaculazione precoce, il mio compagno è egoista, mio marito pensa solo al suo piacere, eiaculazione precoce cosa fare.

              L’autoerotismo fa bene (anche) alle donne italiane

              donna felice per orgasmo
              La masturbazione femminile in Italia

              I benefici della masturbazione

               

              ‘Il sesso non è un istinto ma un apprendistato continuo. L’autoerotismo permette di imparare a conoscere le proprie reazioni, di abituarsi all’eccitazione, al piacere e all’orgasmo‘ (nota 1). Le donne che sanno come darsi piacere hanno meno problemi di natura sessuale.

               

              Nel libro Il Rapporto Hite (nota 2) varie donne spiegano i vantaggi della masturbazione:

              • La masturbazione mi ha aiutato a capire come avere un orgasmo, e riconoscere gli stati di eccitazione che attraverso.
              • La masturbazione mi ha insegnato ad avere gli orgasmi ad accettarli; cosa sono, come si reagisce, come ci si sente dopo, che sensazioni ho dopo che sono venuta.
              • Grazie alla masturbazione mi sono resa conto che potevo raggiungere l’orgasmo. Adesso so com’è e so di essere normale.
              • La masturbazione è un modo per esplorarsi e imparare cose sul proprio corpo senza dipendere da un uomo. Il primo uomo col quale sono stata a letto dava per scontato che non avevo mai avuto un orgasmo e che doveva insegnarmelo lui. Naturalmente io non ero tenuta a pensare lo stesso per lui.
              • La masturbazione un modo per esplorare la propria sessualità senza l’imbarazzo di avere vicino qualcuno.
              • La masturbazione sviluppa la sessualità, perché si impara toccare sé stessi e quindi gli altri. Forse l’unico pericolo è farlo troppo bene, perché si può fare come si preferisce, mentre magari gli uomini non ci riescono.
              • La masturbazione è l’unico modo in cui vengo senza disagio e imbarazzo, senza sentirmi in dovere di arrivare per amore del mio compagno. Sono padrona del mio corpo perché non devo dipendere da un’altra persona per la soddisfazione sessuale. Dato che ho questa possibilità posso decidere io le mie relazioni.
              • La masturbazione mi dà la possibilità di scaricare le tensioni quando mi pare, senza dover uscire per trovarmi un compagno sessuale che potrebbe anche non soddisfarmi. E non ci sono complicazioni emotive.
              • È bello, e non ci si sente in colpa perché si va a letto col primo che capita, non ci si sente usata, e non bisogna più preoccuparsi di non restare incinta e di non prendere le malattie veneree.
              • La masturbazione scarica le frustrazioni e dà sfogo all’energia. È un modo di fare sesso controllando completamente la situazione.
              • Tempo fa consideravo la masturbazione una risorsa estrema, ma adesso la ritengo solo un’alternativa in più. Mi sentivo sempre in colpa se mi masturbavo quando vivevo con qualcuno, adesso penso che sia ridicolo.
              • In questo momento la masturbazione è la mia unica attività sessuale, perché sono vedova da due anni, e non mi è ancora venuta voglia di trovare amici nuovi. Non è niente male. Mi sono masturbata per tutta la vita, irregolarmente, ogni volta che ne sentivo il bisogno, adesso è diventata una componente regolare giornaliera della mia vita. A dire il vero mi piace proprio.
              • Per me masturbarmi significa simbolicamente essermi liberato dell’idea che il sesso sia una cosa brutta. Essendo cattolica, mi hanno insegnato a pensare che né io né altri dobbiamo trarre piacere o potere dal mio corpo. Inoltre sentivo che il mio corpo era qualcosa di sporco e ritenevo anche il sesso una cosa sporca. Ho avuto rapporti prima di imparare a masturbarmi. Così per me masturbarmi voleva dire che ero riuscita ad accettare il mio corpo come un mezzo per ottenere piacere.
              • Aiuta a calmarmi, sentirmi al caldo (ho molto freddo la sera), dormire, esprimere le mie fantasie sessuali, soddisfare le attuali esigenze sessuali.
              • Il mattino ha masturbazione mi aiuta svegliarmi. Dà una carica di energia.
              • Ciò messo un sacco di tempo a capire che la mia sessualità è mia e che devo godermela, non è una cosa che devo a mio marito a qualcun altro. È bello divertirsi da sole.

               

              Oltre a migliorare la conoscenza del proprio corpo e delle proprie reazioni erotiche e facilitare così il raggiungimento del piacere nei rapporti sessuali, gli orgasmi provocano il rilascio di dopamina e ossitocina che migliorano la sensazione di benessere. Questo effetto può essere utile per ridure l’ansia, favorire il sonno, ridurre il dolore dei crampi mestruali (anche se in alcune donne le contrazioni possono avere l’effetto opposto).

               

              La masturbazione aiuta le donne anorgasmiche a raggiungere l’orgasmo

               

              Anche queste testimonianze sono riprese dal Rapporto Hite (nota 2):

              • Ho avuto il primo orgasmo a 21 anni, masturbandomi. Non ne ho avuti con un compagno fino a 33 anni, anche se mi sono sposata 18.
              • Fino all’anno scorso non avevo l’orgasmo. Ho imparato grazie alla masturbazione. Ho visto cosa mi stimolava e poi ho incoraggiato il mio uomo a farmi raggiungere l’orgasmo.
              • Raggiungo l’orgasmo da circa un anno. Prima m’interessava molto, ne ero quasi ossessionata. Poi mi sono resa conto che dovevo imparare a masturbarmi fino all’orgasmo, cosa che non avevo mai fatto. Ho comprato un vibratore, Ho avuto un orgasmo la prima volta che l’ho usato!
              • Credevo di avere l’orgasmo, ma non avevo capito niente. Poi il mio compagno ha cominciato a stimolarmi clitoride in tanti modi e di colpo, l’orgasmo! Un mondo tutto nuovo.
              • Raggiungo l’orgasmo da quando ho scoperto il clitoride, e purtroppo l’ho trovato dopo sette anni di rapporti vaginali.
              • Ho 38 anni, sposata con due figli. Il primo rapporto l’ho avuto con mio marito a 27 anni, tre anni prima di sposarci. Era ed è l’unica persona con cui sono stata a letto. Circa tre mesi fa ho avuto il mio primo orgasmo, senza contare quei pochi che ho avuto negli ultimi due anni durante le mie fantasie sessuali. Desideravo moltissimo quel primo orgasmo, mi sono messa d’impegno, e quando l’ho avuto masturbandomi, ero pazza di gioia. Adesso ho sempre l’orgasmo e mi piace da matti; sono sempre più belli. Mi masturbo almeno due volte al giorno, di solito di più. Ci ho messo di più a imparare ad averlo quando facciamo l’amore, ogni due o tre giorni, ma adesso vengo sempre.
              • Ho provato dozzine, forse centinaia di volte a stimolare la zona clitoridea per raggiungere l’orgasmo, ma senza vibratore non ci sono mai riuscita.
              • Il vibratore è un aiuto enorme, specialmente se non si è mai avuto un orgasmo. Bisogna costruirsi una tecnica su misura, e forse ci vorrà un po’ di tempo. Per me il contatto diretto con il vibratore è troppo, mi dà un piacere misto a dolore. Se mi giro, o attutiscono le vibrazioni con un cuscino, e sfrutto le vibrazioni delle dita, causate dal fatto che ho in mano il vibratore, riesco a smorzare l’intensità della stimolazione. Se una cosa procura piacere quando si crede di essere refrattari al piacere, perché non adoperarla?

               

              L’esperienza della masturbazione delle donne italiane

               

              Ma qual è la diffusione della masturbazione femminile in solitario? (scrivo in solitario per differenziarla dalla masturbazione che pouò avvenire durante i rapporti sessuali).

               

              Negli Stati Uniti, secondo una ricerca dell’Indiana University che risale ormai al 2009 solo il 7,9% delle donne fra i 25 e i 29 anni intervistate si masturbava in solitario da 2 a 3 volte la settimana contro il 23,4 % degli uomini della stessa fascia di età.

               

              Per l’Italia abbiamo i dati raccolti nel 2006-2007 su un campione di circa 7.000 persone rappresentativo dell’intera popolazione italiana (nota 3). Secondo questi dati gli Italiani dai 18 ai 70 anni che si erano masturbati nei 12 mesi precedenti erano circa 14 milioni, pari al 34% (p.163 del libro citato alla nota 2, da cui sono ripresi anche i passi che seguono). Le donne italiane dai 25 ai 29 anni che si masturbavano 2-3 volte al mese erano il 12% contro il 20% degli uomini (p.164).

               

              In media le donne italiane cominciano a procurarsi piacere da sole 7 anni più tardi degli uomini. Spesso imparano questa pratica da un partner oppure in modo casuale mentre si lavano o esplorando il proprio corpo. Marta: È iniziato tutto lavandomi, facendomi il bidet. Ho sentito l’acqua che scorreva ho detto Minchia qua ci sta qualcosa e da lì ho cominciato anche a masturbarmi quando avevo 14 o 15 anni. (p.165).

               

              Per il 21% delle donne il rapporto sessuale precede l’esperienza della masturbazione (per gli uomini invece accade solo nel 6% dei casi). Roberta: Mi sono masturbata dopo aver scoperto l’orgasmo, perché in realtà non avevo idea che si potesse sentire una cosa come quella. Il mio primo orgasmo è stato in compagnia del mio primo fidanzatino. Io avevo 26 anni e lui ne aveva 22. L’orgasmo è stato causato dal rapporto orale, quindi è stata una cosa micidiale.

               

              A volte le donne imparano le tecniche dell’autoerotismo dal partner. Sabrina: È avvenuto in un pomeriggio passato a letto giocando, ridendo ascoltando la radio. Lui era una persona abbastanza fantasiosa e quindi mi ha proposto un nuovo gioco. Io ero abbastanza disponibile a farlo. È stato divertente. È stato un gioco però. Poi ho capito che volendo, come sostituto, in mancanza d’altro, si poteva fare.

               

              Gaia: È successo che il mio primo ragazzo masturbasse me e io scoprissi da lì di provare piacere e proseguissi anche da sola. Finiva così che, anche quando ero da sola, pensavo o al momento in cui ero con lui oppure di scoprire il mio corpo, anche per vedere i luoghi in cui potevo provare più piacere, in modo da suggerirli a lui. Era una cosa non solo fatta per il mio piacere personale, ma anche finalizzata a migliorare il nostro rapporto assieme.

               

              In alcuni casi la masturbazione serve a ovviare alle carenze del rapporto con il partner. Vittoria: Il mio ragazzo era velocissimo. Di conseguenza io non riuscivo ad avere i suoi tempi. Lui, egoista com’era, non aspettava, e di conseguenza ho fatto questa scoperta. Veramente ne avevo bisogno, perché sentivo che non era appagata, anzi, avevo dei disturbi, perché rimanevo comunque stand-by e non avevo avuto nulla e quindi decidevo poi di fare da me. Da sola, perché con lui era come umiliarlo. Quando lui andava via, concludevo il rapporto fra me e me.

               

              La masturbazione può essere anche una risposta al dolore. Maddalena: Ancora adesso non riesco a darmi una spiegazione di quella volta. Avevo il marito in ospedale, era abbastanza grave, aveva subito un’operazione. Sono venuta a casa. Ero nel ripostiglio di casa mia, cosa assurda. Mi sono messa a piangere e mi sono masturbata. (171).

               

              Nicoletta: Ho iniziato la masturbazione solo dopo aver iniziato la psicoterapia. Un giorno la psicologa dalla quale andava mi ha chiesto: ‘La masturbazione ne vogliamo parlare?’ E io: ‘Oddio cosa?’ e lei: ‘Ma stai scherzando? Guarda, te lo do come compito a casa. (171).

               

              Dopo il matrimonio la quota di persone che si masturbano pur diminuendo resta significativa. Fra i coniugati che hanno da 30 a 60 anni più di un terzo degli uomini e quasi un quinto delle donne praticano l’autoerotismo. Nella popolazione maschile coloro che hanno frequenti rapporti sessuali si masturbano tanto quanto quelli che li hanno più raramente, nella popolazione femminile invece quanto più spesso una donna fa l’amore con un partner tanto è più facile che si dia anche il piacere da sola (174).

               

              NOTE

              1.Così Philippe Brenot in questa pagina.
              2. Hite S. (trad. it. 1977), Il Rapporto Hite, pagg. 54-59
              3. vedi M. Barbagli, G. della Zuanna, F. Garelli (201o), La sessualità degli italiani.

               

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              Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.