Due tipologie di corsi tantra

Ci sono corsi tantra dove si fa qualche massaggio e molte varie attività di altro tipo (modello Zadra, per intendersi): danze, esercizi di respirazione, esercizi di movimento del bacino, esercizi dove è necessario parlare e riflettere su aspetti della propria sessualità o relazioni. Poi ci sono i corsi tantra basati fondamentalmente sui massaggi.

Trovo che i corsi basati sul massaggio siano una via più facile e più diretta.

Danze, esercizi di respirazione e di movimento del  bacino possono avere un effetto benefico, ma nella mia esperienza tale effetto è in genere assai meno coinvolgente e potente di uno scambio di massaggi.

Relativamente a parlare della propria sessualità e relazioni, può essere molto utile solo se il partecipante ha dei problemi gravi, che richiedano un approccio psicoterapeutico, e voglia lavorare su questi problemi, e inoltre i conduttori siano in grado di gestire un approccio terapeutico e siano formalmente autorizzati dalle normative di legge a usare un approccio terapeutico.

Il problema con l’approccio psicoterapeutico è che in corsi con questo approccio tutti i partecipanti sono costretti a lavorare su di sé, anche se non ne hanno bisogno (per fortuna, la gran parte delle persone non ha gravi problemi personali) e che la gran parte degli operatori che propongono questo approccio non ha una formazione adeguata in ambito psicoterapeutico, e così fa interventi grossolani.

 

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Corsi New Age con trattamento psicologico obbligatorio

Ho partecipato di recente a un corso residenziale di massaggio, della durata di 2 giorni e mezzo. Il conduttore ha esordito chiedendoci di scrivere e leggere ad alta voce i nostri punti forti e punti deboli, e poi di disegnare una scena relativa a un episodio con la nostra famiglia di origine. Da qui poi il conduttore è partito con un discorso sulla necessità di ‘sciogliere i blocchi’, ‘lasciar andare’, ‘lasciarsi andare’, ‘esprimere le proprie emozioni’ e simili. Alcune partecipanti hanno seguito i suggerimenti, e così sono partite condivisioni significative (‘Mio padre non mi hai mai abbracciato’, ‘’Ho disegnato la scena del funerale di mio padre’, ‘Tu sei la figlia che non ho mai avuto’, etc.) accompagnate da crisi di pianto e in seguito urla ‘liberatorie’.

Siamo passati ai massaggi solo in seconda giornata, ma ormai il tono emotivo del gruppo, composto in maggioranza da giovani donne, era rivolto all’espressione di emozioni, anche perché il conduttore continuava a incoraggiarla, e così urla e pianti sono proseguiti fino alla fine, provocati a questo punto anche da semplici esercizi tipo guardarsi negli occhi.

Al momento della condivisione finale il conduttore ha detto che sì, effettivamente la descrizione del corso non parlava di queste attività ‘psicologiche’, ma si è giustificato dicendo che se le avesse inserite ‘la gente non si sarebbe iscritta’.

Mi è accaduta una cosa simile (trattamento psicologico inserito surrettiziamente) anche a un corso residenziale di tantra che, secondo la descrizione riportata sul sito dagli organizzatori, avrebbe dovuto illustrare e far sperimentare tecniche per potenziare l’orgasmo. In realtà il corso si è rivelato una terapia di gruppo centrata sul rapporto col padre e con l’autorità in generale. In ultima giornata ho chiesto notizie sul tema che formalmente era oggetto del corso e che fino a quel momento non era stato trattato. A questo punto il formatore ha chiamato un’assistente e in 10 minuti ha spiegato e simulato una tecnica per il potenziamento dell’orgasmo. Fine.

E ugualmente a un corso di massaggio tantrico il conduttore a un certo punto si è messo a pontificare via email (gli avevo scritto per chiedergli una fattura) sulle mie caratteristiche personali, valutazione non richiesta e non prevista dal programma del corso.

Personalmente sono diventato insofferente a interventi psicologici non richiesti, principalmente perché alla mia età ho ormai lavorato e ‘sistemato’ i temi di vita che mi creavano disagio e vivo in una condizione di serenità psicologica e inoltre, da acquirente, ritengo scorretto ricevere un servizio diverso da quello che mi è stato promesso al momento della vendita. Infine, da psicologo, verifico che questi interventi si basano spesso su una conoscenza grossolana dei meccanismi psicologici e delle tecniche terapeutiche.

Ad esempio il conduttore del corso di massaggio descritto all’inizio basava il suo intervento sulla credenza che per tutti, in qualunque momento e per qualunque problema sia utile ‘lasciarsi andare’ e ‘far emergere le emozioni’. E’ una credenza che può aggravare la condizione di persone che hanno subito abusi sessuali, violenze familiari o che più semplicemente hanno una vita insoddisfacente e sono emotivamente fragili.

Inoltre in genere le persone giovani non hanno il problema di lasciar emergere le emozioni, ma l’opposto. Quando si è giovani si è molto sensibili alle emozioni, vedi quei giovani che si uccidono per un brutto voto o per un amore non corrisposto, e quei tanti giovani a cui basta una cosa da nulla (un rimprovero dei genitori, il motorino graffiato, i biscotti per la colazione terminati) per avere la luna storta tutta la giornata. Il problema di molti giovani è piuttosto ridurre l’effetto disruttivo delle emozioni sulla loro vita quotidiana. Invitarli a ‘lasciarsi andare’, stimolare a caso l’emergere di emozioni peggiora il problema.

Un’altra credenza ingenua propagandata spesso nei corsi new age è che la causa di dolori e malattie sia invariabilmente l’esistenza di un conflitto psicologico relativo a quella parte del corpo o alla funzione che quella parte del corpo svolge, ad esempio il dolore mestruale, il cancro all’utero o alle ovaie etc. sarebbero dipendenti da problemi con la propria femminilità (su alcuni malanni minori, vedi il capitolo La medicina alternativa si basa sull’effetto placebo in questo articolo).

Questa rozzezza nell’applicazione di concetti e terapie psicologiche non mi meraviglia: per quel che ricordo, nessuno dei conduttori dei corsi New Age che ho frequentato in Italia si è presentato come psicologo. Uno (immagino il suo titolo di studio sia licenza media) mi ha scritto ‘vengo da una Competenza Empirica’.

Una parte di questi operatori è incompetente anche nella gestione d’aula. Ad esempio, uno è famoso per offendere i corsisti, e al corso sul potenziamento dell’orgasmo che ho descritto sopra ha tirato un calcio a un’assistente che aveva sbagliato una dimostrazione. Un altro è totalmente incapace di gestire i tempi, cosicché abbiamo fatto pausa pranzo e terminato le lezioni spesso con ore di ritardo; in una occasione ha interrotto la trattazione dell’argomento (massaggio tantrico) per intrattenerci per un’ora con le sue opinioni sul terrorismo islamico. Un’altra coppia di formatori usa rivolgersi ai corsisti che non condividono le loro interpretazioni o non si comportano come desiderano alzando la voce con un tono di rimprovero arrabbiato che ai giorni nostri sembra inopportuno anche in famiglia con i propri figli. Un altro, infine, è conosciuto perché ci prova con tutte le corsiste.

Infine, molti di questi corsi sono organizzati totalmente in nero, per farmi fare una fattura devo spesso penare.

Provo a immaginare alcune semplici linee guida sul lavoro su temi psicologici che chi organizza corsi New Age dovrebbe seguire:

  1. il lavoro su temi psicologici deve essere espressamente richiesto dall’utente. In generale l’utente deve essere libero di scegliere su quali temi lavorare, in che momento della sua vita lavorarci e con che operatore lavorarci
  2. l’operatore deve avviare il lavoro su temi psicologici solo se ha tempo a sufficienza per esaminare e possibilmente risolvere o le problematiche che dovessero emergere o comunque per riportare la persona alla tranquillità
  3. l’operatore deve avere un livello di competenza che gli permetta di lavorare su temi psicologici senza fare danni e deve essere per legge abilitato a farlo.

 

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Carlos Castaneda, fine di un mito

Avevo 20 anni quando lessi ‘A scuola dallo stregone’ il primo libro di Carlos Castaneda, e ne rimasi affascinato.

Nel libro, Castaneda raccontava il suo apprendistato con uno stregone messicano incontrato durante una ricerca etnologica.

Lessi con molto interesse anche gli altri libri usciti successivamente dove Castaneda raccontava la prosecuzione della sua esperienza anche se, contrariamente a qualche entusiasta, non ho mai pensato di seguire il suo percorso andando in Messico né di utilizzare allucinogeni.

A distanza di anni è venuto fuori che (vedi l’articolo The dark legacy of Carlos Castaneda):

  • i libri sono pieni di errori logici e cronologici,
  • alcuni punti dei suoi racconti sono ripresi da opere di altri autori,
  • Castaneda aveva strutturato la sua vita privata come quella di un santone circondato da un harem di donne seguaci.

Peccato.

Vedi anche il sito  Sustained action che raccoglie alcune informazioni e testimonianze a riguardo.

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Il Cerchio degli Abbracci

La serata è dedicata allo scambio di abbracci e al contatto fisico non erotico. Il contatto fisico non erotico ha un ruolo fondamentale per il nostro benessere, anche da grandi, eppure lo pratichiamo poco. Durante il seminario svolgerai semplici esercizi di contatto, in gruppo e in coppia. L’idea fondamentale alla base della serata è creare uno spazio sicuro in cui sia possibile sentirsi connessi agli altri e dare e ricevere calore umano.

L’evento è simile a quelli che vengono correntemente organizzati nel mondo anglosassone (Cuddle Party) o germanico (Kuschelparty).

Ci sono 4 regole di base:

  1. Si sta vestiti
  2. Abbracci e contatti non devono essere erotici, e non è permesso il contatto con zone erogene
  3. Ognuno sceglie liberamente di partecipare a ogni esercizio e può interromperlo se non si sente a suo agio
  4. Prima di ogni contatto fisico è necessario chiedere il permesso.

L’incontro è rivolto a un massimo di 20 persone, donne e uomini devono essere grossomodo nello stesso numero (perciò 10 donne e 10 uomini). Le persone in sovrannumero saranno inserite nella lista d’attesa. Se sei donna, porta con te anche un amico, in genere in attività di questo tipo si iscrivono meno uomini.

Cosa portare con te: abiti comodi, pantofole, un tappetino da meditazione, un telo da stendere sopra il tappetino, un cuscino.

Come iscriversi: le iscrizioni sono chiuse. Se sei interessato/a ad altre edizioni inviami un WhatsApp.

Per informazioni Leonardo Evangelista cell. 3384640194.

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Cos’è e a cosa serve la meditazione

 

La meditazione è una tecnica mentale di attenzione focalizzata, che consiste cioe’ nel dirigere e mantenere intenzionalmente e consapevolmente la propria attenzione verso qualcosa di diverso dalle nostre attività quotidiane. Può trattarsi ad esempio del proprio respiro, di una frase ripetuta di continuo, di un simbolo grafico o di un oggetto, del significato di un testo edificante, di una situazione fantastica, dell’ambiente circostante, del proprio flusso di pensieri.

Il riferimento a ‘qualcosa di diverso dalle nostre attività quotidiane’ serve a differenziare la meditazione da altre esperienze di attenzione focalizzata che sono assai frequenti nella nostra vita quotidiana. Nella vita quotidiana ad esempio possiamo trovarci assorti in attività di pulizia casalinga, preparazione cibi, lettura di romanzi, interazione con altre persone.

In generale, un criterio per riconoscere che l’attenzione è focalizzata è che non avvertiamo lo scorrere del tempo.

La meditazione è utilizzata da centinaia di anni in varie religioni, quali ad esempio il buddismo e il cristianesimo, con obiettivi diversi. Nel buddismo la meditazione ha lo scopo di disgregare l’ordinario senso di sé, e può provocare sofferenza (vedi dopo). Nel cristianesimo la meditazione ha lo scopo di interiorizzare maggiormente gli insegnamenti del Cristo.

Alcuni esempi di pratiche meditative descritte in maniera sintetica (ogni attività va svolta per non meno di 10 minuti):

  • Poni l’attenzione sull’aria che entra ed esce dal tuo naso e sulla tua pancia che in corrispondenza si alza e si abbassa
  • Respira seguendo questa sequenza: inspira contando 1, ferma il respiro contando 2, espira contando 3 e 4
  • Recita una stessa preghiera o frase per 10 volte
  • Poni l’attenzione su una figura geometrica o un oggetto (es: una candela, un fiore)
  • Poni l’attenzione sul significato di una frase scritta
  • Immagina di trovarti in una baita alpina e di passeggiare sui prati
  • Poni l’attenzione sui rumori e la temperatura della stanza in cui ti trovi
  • Poni l’attenzione sul flusso dei pensieri che ti passano per la mente.

Per praticare la meditazione, soprattutto all’inizio, è utile evitare il più possibile distrazioni, quali ad esempio abiti stretti, posizioni scomode (è paradossale che molti neofiti pratichino la meditazione nella posizione del loto, che, per chi non è abituato, risulta rapidamente dolorosa), ambienti silenziosi.

Si discute su quali siano i benefici della meditazione. I benefici citati più di frequente sono:

  • Migliorare la capacità di attenzione
  • Migliorare il controllo delle emozioni negative
  • Ridurre lo stress
  • Ridurre le ruminazioni

Sui possibili benefici, vedi la voce di Wikipedia dedicata alla mindfulness, una pratica di meditazione laica sviluppata negli anni ’70 negli Stati Uniti.

Alcuni studiosi ritengono però che non ci siano prove di tali effetti benefici, altri evidenziano che la meditazione può avere anche effetti negativi, ad esempio riportare alla mente memorie traumatiche,  tristezza o depersonalizzazione e senso di vuoto. Anzi, tristezza e senso di vuoto sarebbero un’esperienza ordinaria del percorso dei monaci buddisti. Vedi anche un dibattito sulla cosiddetta ‘dark night’ che può verificarsi nella pratica buddista. Uno studio di ricercatori della Brown University elenca effetti quali ipersensibilità alla luce e ai suoni, insonnia, movimenti involontari, paura, ansia, perdita di emozioni. Lo studio è disponibile su PLOS one.

La mia esperienza col training autogeno

In un certo periodo della mia vita soffrivo di ansia e ho praticato il training autogeno, una tecnica laica di meditazione sviluppata negli anni ’30 da uno psichiatra tedesco. Viene usata anche nella preparazione al parto. Il training autogeno permette di imparare a rilassare il corpo. La mia esperienza fu positiva: l’ansia mi passò. Lo uso ancora, quasi quotidianamente, per rilassare le parti del corpo che mi rendo conto sono tese.

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La monogamia seriale non fa bene alle donne

Tre donne diverse: sui 50 anni, separate o divorziate, che vivono sole con figli adolescenti. Tutte e tre coinvolte in rapporti che reputano insoddisfacenti:

  • Marta non è contenta di Gianni perché anche se si divertono molto quando sono assieme (vanno al mare, a ballare, a mangiare fuori) e l’intesa sessuale è ottima, lui le dice che non è totalmente innamorato di lei e ogni tanto ha qualche avventura con altre (le ha sempre avute, anzi, proprio per salvaguardare questa libertà non si è mai sposato)
  • Laura non è contenta di Luigi perché, anche se il rapporto con Luigi è assai migliore di quello che aveva col marito, Luigi continua a sentire la moglie da cui è comunque separato da tempo e ad aiutarla nelle cose materiali, ad esempio le fa piccole riparazioni in casa
  • Cristina è divorziata da tempo, Mario separato da 10 anni. Cristina e Mario si trovano molto bene e hanno un figlio assieme. Negli anni Cristina ha lasciato più volte Mario perché lui continuava a sentire e occasionalmente a vedersi con la moglie, da cui comunque si era separato. La situazione è migliorata solo perché la moglie a un certo punto ha deciso di smettere di vedere Mario.

Per molte donne il rapporto ideale in tutte le fasi della vita sembra essere quello monogamico esclusivo: una coppia chiusa basata su un forte legame affettivo reciproco. Questo è comprensibile quando si ha 20 anni e l’obiettivo è uscire dalla famiglia di origine, ‘mettere su casa’ e fare dei figli. Un rapporto reciproco esclusivo con una persona su cui si ha una fiducia totale dà maggiore tranquillità se si vogliono fare dei figli e assumersi l’onere di mandare avanti un appartamento.

Ma quando si è adulte e come single si è trovato un autonomo equilibrio sia da un punto di vista economico che nella gestione dei figli, rapporto esclusivo e fiducia totale non sono più così indispensabili, soprattutto se l’alternativa (vedi dopo) è rimanere sole.

Molte donne tuttavia, anche in questa fase della loro vita continuano a desiderare rapporti monogamici, anche perché fin da piccole sono abituate a creare legami esclusivi con le persone significative, ad esempio con le amiche.

Molti uomini separati, al contrario, apprezzano la ritrovata libertà affettiva e di vita, e sono poco disponibili, sia razionalmente che emotivamente, a chiudersi di nuovo in un rapporto esclusivo. E’ noto che molti uomini sono incapaci o vivono male legami molto stretti, e che amano la varietà sessuale.

E così uomini e donne anche in questa fase della vita continuano a non trovarsi: molte donne adulte separate o divorziate vivono male i rapporti occasionali o di amicizia erotica che non evolvono in una coppia esclusiva, e quando la delusione è troppo forte scelgono di tornare sole. In alcuni casi gli uomini le seguono nel loro desiderio di coppia chiusa, ma poi si sentono soffocati e il rapporto non dura.

La vita affettiva di molte donne risulta così una successione di rapporti monogamici intervallati da periodi, a volte anche lunghi, di solitudine. Col passare del tempo l’intraprendenza delle donne, a causa delle delusioni, diminuisce, e i periodi di solitudine diventano sempre più lunghi.

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Sballarsi con il respiro

 

In molti corsi New Age si fanno esercizi di respirazione: viene richiesto di respirare rapidamente e profondamente a bocca aperta. Questa pratica è basata sulla credenza, ripresa dalla Bioenergetica, che di solito respiriamo inspirando troppo poca aria (perciò troppo poco ossigeno), e questo ridurrebbe il nostro livello di vitalità e il nostro piacere sessuale.

In realtà, l’effetto principale della respirazione rapida e profonda non è una migliore ossigenazione delle cellule, ma una maggiore espulsione dell’anidride carbonica, cosa che crea una condizione patologica nell’organismo chiamata ipocapnia e provoca sintomi come vertigini, stordimento, formicolii e blocchi muscolari.

Alcune persone hanno una costante e involontaria respirazione profonda, ma questa condizione, invece di assicurare elevati livelli di vitalità, causa ansia e attacchi di panico, ed è considerata una condizione patologica (sindrome da iperventilazione).

Per questi motivi la respirazione profonda è sconsigliata.

La respirazione accelerata e profonda, proprio per il senso di stordimento che provoca, viene utilizzata da alcune tecniche sciamaniche e sedicenti terapeutiche, qui ad esempio nel breathwork-rebirthing.

Una descrizione rosea del breathwork è reperibile a questa pagina.

L’uso di tecniche che alterano l’ordinario stato di vigilanza e benessere (oltre al respiro accelerato è possibile usare alcol o altre sostanze psicotrope, ma anche ad esempio la privazione del sonno),  è basata sulla credenza che l’alterazione possa far emergere contenuti terapeutici o sia di per sé terapeutica.

Possiamo valutare i risultati delle tecniche che alterano l’ordinario stato di vigilanza e benessere  usando due variabili: benessere (in un continuum che vede agli estremi gradevole e sgradevole) e utilità (da utile per la persona a dannoso per la persona, con un livello intermedio che è inutile). Possiamo ottenere così tecniche

  • sgradevoli  e utili (ad esempio la respirazione accelerata mi causa nausea e vomito – sgradevoli- ma durante l’esperienza mi appare mio padre che mi dice cose significative che mi permettono di superare un senso di colpa nei suoi confronti)
  • sgradevoli e inutili o dannose (ad esempio la respirazione accelerata mi causa nausea e vomito – sgradevoli- e un attacco psicotico -esperienza dannosa)
  • gradevoli e utili
  • gradevoli e inutili o dannose

La mia impressione è che la gran parte delle esperienze di questo tipo appartenga alla tipologia sgradevole e inutile o dannoso.

 

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Non credo più all’Oriente

 

Ho scoperto lo yoga e iniziato a praticarlo (per un po’) a 13 anni. In quel periodo leggevo  Il mattino dei maghi, Yogananda e Aurobindo, ho anche scritto ad Auroville, ricordo che mi rispose un fiorentino.

20 anni fa ho fatto il mio primo seminario di tantra yoga. Poi sono stato ospite di un monastero buddista.

L’Oriente mi prometteva il nirvana (la liberazione dal dolore) e l’orgasmo cosmico.

Sono promesse che non possono essere mantenute.

Cosa penseresti di un trainer che ti assicura sotto la sua supervisione diventerai un tennista di livello internazionale con 100 ore di allenamento?  Se hai la struttura fisica adatta (se non ce l’hai non c’è niente da fare) ce ne vogliono almeno 10.000.

I monaci buddisti passano tutta la vita a meditare nei monasteri, e anche i santoni indiani non fanno altro. Eppure, solo alcuni di loro raggiungono i propri obiettivi (gli altri buttano via inutilmente la propria esistenza). Perché dovei riuscirci io, che al massimo, tenuto conto di tutti i miei impegni, potrei raggiungere se mi va bene non più di 1000 ore di pratica da qui al mio fine vita?

In sintesi, pur continuando nella mia ricerca per migliorare il mio benessere psichico e e fisico, scuoto la testa quando il santone di turno mi viene a parlare di Budda, dei Chakra o della Kundalini.

Adesso preferisco un approccio laico.

 

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Un altro elemento da considerare è l’estrema eterogeneità e non totale riproducibilità dell’esperienza umana. Alcune persone hanno ad esempio la capacità di riconoscere l’altezza di un suono (cioè le note), altre hanno avuto parti orgasmici, altre hanno una memoria prodigiosa e riescono a ricordare tutti gli eventi di ogni giornata del loro passato, altre ancora ottengono guarigioni inspiegabili. Ma il fatto che qualcuno abbia avuto un’esperienza di un certo tipo, quali il nirvana o l’orgasmo cosmico, non vuol assolutamente dire che quella esperienza sia alla portata di tutti.

Ad esempio avrebbe l’orecchio assoluto 1 persona su 10.000. Di parto orgasmico, in tutto il mio giro di conoscenze in tutti i miei anni di vita, mi ha parlato 1 sola persona (tutte le altre purtroppo per quel che ne so hanno partorito con dolore o in anestesia). In tutta Italia sono state individuate finora solo 8 persone con una memoria prodigiosa, vale a dire 1 italiano ogni 7 milioni e mezzo. Da quando si sono sviluppati i pellegrinaggi a Lourdes, i miracoli riconosciuti dalla Chiesa sono solo circa 70 su un totale di 700 milioni di visitatori, vale a dire 1 guarigione miracolosa ogni 70 milioni di visitatori (peraltro guarigioni miracolose si verificano anche senza andare a Lourdes o mettersi a pregare).

Un training intenso (per cui bisogna comunque trovare il tempo) può migliorare qualcosa: migliorare la capacità di riconoscere ogni tanto una nota -cosa diversa da riconoscerle sempre esattamente senza sforzo ed errori; ridurre l’ansia e il dolore da parto -cosa diversa da provare un orgasmo durante il parto; facilitare la memorizzazione -cosa diversa da ricordarsi tutto; ridurre la percezione del dolore e migliorare la serenità -cosa diversa dal guarire da malattie ad oggi incurabili (non ero malato, ma anni fa ho fatto anche un corso di autoguarigione). Il training intenso può ottenere qualche risultato, ma assai lontano dall’effetto pieno, che invece è quello che viene descritto nelle presentazioni e che le persone sperano di ottenere quando partecipano a iniziative New Age.

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In alcuni casi le teorie New Age e le teorie alternative sono palesemente false o dannose, vedi ad esempio quelle di Hamer. Alcuni giorni fa ho segnalato a una mia conoscente entusiasta di Hamer un articolo di Wikipedia che dice che le sue teorie non hanno fondamento scientifico.  Lei mi ha risposto segnalandomi un articolo ‘piu equilibrato’ (l’articolo si limitava a ripetere le teorie di Hamer). Fra un’informazione vera (es: la terra è rotonda) e una falsa (es: la terra è piatta) non può esistere un’informazione ‘più equilibrata’ (es: la terra è ovale). La notizia falsa rimane falsa.

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Un altro aspetto che provoca la mia avversione verso la ‘saggezza d’oriente’ è che spesso i suoi estimatori disprezzano la scienza e la tecnologia.

Vedi anche

 

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Piaceri di coppia: il coito inesigente

coppia felice

 

Questo esercizio fa bene alle coppie perché sviluppa una buona intimità. L’esercizio è semplice, ma i suoi benefici possono essere elevati. Si tratta semplicemente di inserire il pene in vagina e rimanere in questa posizione per una mezz’ora senza fare niente (utile mettere una sveglia), prestando attenzione alle sensazioni che arrivano dal proprio corpo. Può essere utile di tanto in tanto, se si sente che il pene esce, dare qualche spinta per riposizionarlo all’interno.

 

Questo esercizio richiede una posizione comoda per entrambi e che permetta una buona apertura della vagina, ad esempio la posizione della forbice.

posizione della forbice

 

Il modo migliore per entrare è se, grazie a un po’ di baci e carezze preliminari, l’uomo ha già una erezione e la donna è già un po’ lubrificata. E’ possibile però anche inserire il pene non eretto, in questo secondo caso è utile usare una crema lubrificante. Nel secondo caso la donna prenderà il pene con due dita come nell’immagine qui sotto e lo inserirà delicatamente nella vagina rilassata.

Presa genitale

 

Una volta in posizione, i partner dedicheranno la propria attenzione alle sensazioni che arrivano dai genitali e dal resto del corpo, alla respirazione e ai propri pensieri.

 

Da un certo punto di vista l’esercizio è un’esperienza di meditazione. Se ci si addormenta, nessun problema, anzi, questo esercizio può essere fatto la sera a letto prima di andare a dormire. Se sono svegli, al termine dell’esercizio i partner si racconteranno le proprie sensazioni, altrimenti ne parleranno la mattina dopo.

 

Il coito inesigente ha un effetto positivo perché la penetrazione è in genere legata all’idea di dover ‘fare qualcosa’ (una prestazione sessuale), e questo crea ansia a molte persone. Il coito inesigente, in cui si sperimenta l’unione genitale senza fare nulla riduce l’ansia di prestazione, è perciò molto utile anche a tutti/e coloro che soffrono di disturbo dell’erezione, eiaculazione precoce,  vaginismo lieve.

 

Consigliato a tutte le coppie. Da provare almeno una volta.

 

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    Quali obiettivi per le prime esperienze sessuali giovanili?

    coppia giovane sessualità

    L’obiettivo impossibile: l’orgasmo femminile con la penetrazione vaginale

    L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili non può essere l’orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale.

    Per ‘orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale’ intendo qui una modalità di rapporto sessuale dove la donna arriva all’orgasmo o molto vicina all’orgasmo grazie  alla penetrazione vaginale. Nel secondo caso (donna che arriva molto vicina all’orgasmo grazie alla penetrazione vaginale) l’orgasmo viene raggiunto aggiungendo o sostituendo alla penetrazione la stimolazione diretta del clitoride.

    Per ragazzi e ragazze che cominciano ad avere le prime esperienze sessuali il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale è un obiettivo impossibile, per vari motivi:

    1. i giovani uomini, a causa dell’elevato livello di testosterone e dell’emozione che caratterizza i primi rapporti sessuali tendono a venire molto presto, a volte anche prima dell’inserimento del pene in vagina.
    2. a causa delle conformazione anatomica della donna la sola penetrazione vaginale, anche quando fatta da uomini esperti e con un buon controllo dell’eiaculazione, assicura l’orgasmo solo a una minoranza delle donne; per il raggiungimento dell’orgasmo femminile è in genere necessaria una stimolazione diretta o indiretta del clitoride. Il problema è ulteriormente aggravato dal fatto che spesso le giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo anche con la stimolazione del clitoride.

    Gli obiettivi realistici: comunicazione, tecnica, piacere

    L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili deve essere perciò riformulato.

    La gran parte dei giovani uomini non ha difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Per i giovani uomini gli obiettivi saranno perciò imparare a:

    1. comunicare le proprie sensazioni e desideri alla partner
    2. stare nella tensione erotica, rimandando l’eiaculazione
    3. assicurare alla partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del clitoride.

    Per i ragazzi, l’inserimento della penetrazione vaginale all’interno del rapporto sessuale (mi riferisco al semplice ricorso alla penetrazione vaginale, non a far raggiungere l’orgasmo alla donna col contributo sostanziale della penetrazione vaginale) è un obiettivo ulteriore da perseguire solo dopo che hanno sviluppato i primi 3 obiettivi: buona comunicazione, buona esperienza erotica per la partner, sufficiente controllo eiaculatorio.

    Molte giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo sia con la penetrazione vaginale che con la stimolazione del clitoride. Per le giovani donne gli obiettivi saranno perciò imparare a:

    1. comunicare le proprie sensazioni e desideri al partner
    2. raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride
    3. assicurare al partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del pene, anche attraverso la penetrazione vaginale

    I primi incontri sessuali giovanili fra ragazzi e ragazze inesperte saranno perciò dedicati a migliorare la comunicazione e la conoscenza del corpo e della risposta erotica dell’altro/a, evitando la penetrazione.

    Saranno cioè sessioni dove baci e carezze non genitali iniziali sono seguiti da masturbazione reciproca, che potrà essere alternata (prima uno dei due fa venire l’altro e poi viceversa) oppure in parallelo (entrambi si masturbano a vicenda). E opportuno che i ragazzi evitino di ricevere sesso orale perché la stimolazione è in genere troppo forte e rende difficile lo sviluppo del controllo sui tempi eiaculazione. E ugualmente è opportuno che la coppia eviti il sesso anale perché sono necessarie tecniche sofisticate per non far male alla ragazza.

    La penetrazione vaginale potrà essere inserita nel rapporto una volta che la coppia ha acquisito buona comunicazione e buona esperienza erotica per entrambi, e il ragazzo un sufficiente controllo eiaculatorio.

    Il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale, una delle tante varianti possibili del rapporto sessuale, potrà essere un eventuale obiettivo ulteriore,  una volta che la coppia pratica correntemente la penetrazione vaginale.

     

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