Uomini e donne fatti per non capirsi

differenze di coppia

Per quel che riguarda sessualità e relazioni, alcuni studiosi sostengono che ci sono molte differenze fra uomini e donne, altri invece che le differenze sono minime. Chi ha ragione?

Possiamo rendercene conto esaminando le differenze fra la letteratura erotica preferita dalla gran parte degli uomini e quella preferita dalla gran parte delle donne.

La letteratura erotica preferita dagli uomini è in genere visiva, anatomica, impulsiva, abbondantemente promiscua e priva di contesto e personaggi.

La letteratura erotica preferita dalle donne è spesso verbale, psicologica, riflessiva, serialmente monogama e ricca di contesto e personaggi.

In sintesi, gli uomini fantasticano di accoppiarsi con dei corpi; le donne di fare l’amore con delle persone.

Malintesi e infelicità che possono derivare da questa diversa impostazione sono facilmente immaginabili. Ad esempio per molti uomini un rapporto sbrigativo con una sconosciuta può essere piacevole (e vissuto con pochi o nessun senso di colpa se sono in una relazione stabile), mentre per molte donne può essere ripugnante.

Gli studiosi Donald Symons e Catherine Salmon, nel loro libro Love warriors, scrivono che ‘I contrasti fra romanzi rosa e video pornografici sono così numerosi e profondi che possono indurre a meravigliarsi che uomini e donne si mettano insieme, e a maggior ragione restino insieme e crescano con successo dei bambini’.

A questa differenza di atteggiamenti va aggiunta anche una differenza anatomica: la penetrazione vaginale, il modo preferito da molti uomini per arrivare all’orgasmo, non assicura l’orgasmo alla maggioranza delle donne. E così malintesi e infelicità sono ancora più probabili.

 

Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

 

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Leggi alcuni articoli su questo tema contenuti nel mio sito:

 

    Io ero innamorato, lei voleva solo sesso

    Su Il Corriere della Sera di oggi un lettore racconta lamentandosi la sua esperienza:

     

    La mia storia si riassume in poche parole: io ero innamorato, lei no. Però mi voleva lo stesso, ma solo per il sesso. E’ successo quando avevo 30 anni. Lei ne aveva pochi di più, 35. Ci siamo conosciuti, abbiamo iniziato a uscire, siamo finiti a letto. Io ero preso e con lei facevo l’amore: pensavo soprattutto al suo piacere, volevo farla stare bene. Per lei, invece, era solo sesso. Non pensava a me, anzi: era concentrata solo su se stessa.

     

    Ho provato a parlarle dei miei sentimenti, a capire se non stesse in qualche modo nascendo qualcosa anche da parte sua. La sua reazione è stata allontanarmi, infatti la nostra relazione è finita dopo poco. Dal punto di vista del sesso mi è dispiaciuto molto: tra noi c’era una grande intesa, anche se io non potevo esprimermi come avrei voluto. Avrei voluto per esempio essere tenero e dolce, e non solo passionale. Ma lei non mi vedeva in quel modo. E’ un peccato che sia finita, ma è stato anche un sollievo: mi sono sentito usato dalla persona della quale ero innamorato e non è stato un bel periodo.

     

    L’esperienza insegna che in un rapporto a due è necessario aver chiaro quali sono i nostri obiettivi e verificare se corrispondono con quelli del partner.

     

    Come conciliare i figli piccoli con la sessualità di coppia

    I figli piccoli possono avere un effetto devastante sulla vita erotica di coppia; hanno bisogno di essere costantemente accuditi, invadono gli spazi della coppia (ad esempio spesso vengono a dormire nel nostro letto), esauriscono le nostre risorse fisiche e psichiche. Anche quando vanno al nido o a scuola, la loro assenza corrisponde alla nostra assenza per lavoro. Se poi sono a casa in vacanza, ancora peggio.

     

    I primi mesi e il primo anno dopo il parto sono quelli peggiori. Soprattutto col primo figlio molti genitori non sanno come comportarsi e dedicano all’accudimento quasi tutto il loro tempo in comune. Poi per fortuna dopo i 12 mesi i bambini diventano più autonomi: imparano a camminare e a mangiare da soli e poi un po’ più tardi anche a esprimersi con le parole.

     

    Il calo della vita erotica di coppia dipende soprattutto dalla donna, i motivi possono essere diversi:

    • Un elevato livello di prolattina, provocato dall’allattamento, che riduce il desiderio sessuale
    • La paura di provare dolore nei rapporti sessuali, soprattutto se c’è stata episiotomia
    • Dolore nella penetrazione dovuto a secchezza vaginale, causata da un basso livello di estrogeni
    • La stanchezza dovuta all’eccessiva attenzione rivolta al bambino, per insicurezza e inesperienza.
    • La focalizzazione sul bambino nel ruolo di madre. Il compagno viene visto come un intruso
    • Il desiderio di essere non solo una ‘padrona di casa perfetta’, ma anche una ‘mamma perfetta’ che porta a esaurire tutto il tempo e le energie

     

    Cosa è possibile fare per evitare che i partner passino da amanti a amici? Innanzitutto la donna deve essere cosciente che, qualunque sia l’importanza che attribuisce e gli sforzi necessari per crescere figli, per gli uomini l’erotismo è una componente fondamentale del rapporto e in genere un rapporto senza erotismo non è destinato a durare.

     

    È inoltre importante una buona comunicazione di coppia sul tema dell’erotismo. Quando manca la comunicazione è facile che si creino frustrazione e risentimenti. I partner devono parlare di come vivono la loro sessualità e dei loro desideri in questa nuova fase della loro vita di coppia, e cercare delle soluzioni che permettono di non trascurare troppo i bisogni di ciascuno. È necessario fare un esercizio di adattamento e creatività. Ad esempio è possibile (le soluzioni variano anche a seconda dell’età dei bambini):

     

    • Chiedere un aiuto al compagno o a una esterna nel disbrigo dei lavori domestici, in modo da liberare tempo per l’intimità
    • Accettare che la casa sia più disordinata e trascurata. Un lavandino opaco vale sicuramente meno di un’ora passata assieme sotto le coperte
    • Fare l’amore non più ad orari canonici, ma appena ce n’è la possibilità, ad esempio non appena il bambino si addormenta
    • Stare connessi con una comunicazione erotica (baci e carezze) durante tutta la giornata
    • Ricorrere a una baby sitter
    • Mandare i figli dai nonni
    • Mandare i figli a dormire o a giocare dagli amici (e reciprocare)
    • Abituare i figli ad andare a letto presto.

     

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    Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia:

     

       

       

      Mio figlio innamorato mi ha spiegato (finalmente) come funzionano gli uomini

      Lui, quindicenne, ama pazzamente la sua Veronica (il nome è di fantasia altrimenti mi uccide). Lui Veronica la pensa ardentemente, come solo un quindicenne sa fare. E — posso giurarlo — soffre sinceramente per lei. Insomma, lui la ama! Eppure, il piccolo uomo che ama — fatte salve le eccezioni che confermano la regola — alla Veronica che lo tartassa di messaggini non risponde (quasi) mai!
      Mi sorprendo allora a considerare, per la prima volta, che esista davvero l’eventualità che non ci sia dolo (e tantomeno strategia) nei prolungati mutismi dei maschi ai miliardi di messaggi d’amore che noi (donne innamorate) continuiamo a mandare senza soluzione di continuità.

      Espongo il caso (quasi clinico): lei lo pensa intensamente, in ogni secondo della sua giornata, e gli scriverebbe anche con tale cadenza se non si sentisse stupida e invadente. Così dilaziona quanto può, lei. E qualunque cosa faccia, dalla più importante alla più banale, finisce per comunicarla al suo lui, perché lei lo ama e se lo ama non può resistere: deve scriverglielo e riaverne (ovviamente) congrua conferma. Il telefono (di lei) tuttavia tace o, al massimo, registra un qualche monosillabo qua e là. Ma è quando arriva la sera che (questa è statistica!) lei non riesce più a trattenere dubbi e frustrazioni — largamente esondate oltre la soglia di sicurezza — e tataaà!: lo folgora con un acidissimo messaggino in cui gli rinfaccia di averla abbandonata, dimenticata e perché no anche tradita.

      E qui l’incredibile scoperta: lui, letto l’indecifrabile (a suo dire) resoconto serale della sua amata, corre da me — sua madre — sconvolto. Mi chiede lumi e cade dal pero (ma veramente!) con la bocca spalancata, esterrefatto di fronte alle (comprensibili per me) scenate di lei. E a me, che cerco di spiegargli cosa significhi per una donna sentire vicina l’altra persona e bla e bla e bla, lui angelicamente replica, alle otto di sera: «Ma mamma, le avevo scritto stamattina!!!!».
      Il caso sembra dunque risolto. Lampante: uomini e donne hanno semplicemente progettisti diversi (alle spalle).

      Leggi tutto l’articolo su Il Corriere della Sera

      Come discutere in coppia senza farsi male

      È normale che in una coppia vi siano di tanto in tanto motivi di contrasto e che questi contrasti provochino discussioni o litigi. Quello che fa la differenza fra coppia e coppia è la qualità della comunicazione durante le discussioni: una buona comunicazione riduce il conflitto. Una cattiva comunicazione lo esaspera e lo rende cronico.

       

      Ci sono alcuni comportamenti comunicativi che facilitano l’accordo e riducono le distanze e altri che invece peggiorano le cose. Vediamo alcune semplici regole.

       

      1. Non alzare la voce. Se cominci tu la discussione evita di gridare; se non ce la fai rimanda la discussione a un altro momento. Se invece è il tuo partner il primo a perdere la calma a seconda dei casi: evita la discussione oppure segnala al tuo partner che sta diventando aggressivo (‘Ti stai arrabbiando’, ‘Sei molto arrabbiato’, ‘Se mi parli gridando non posso risponderti’). Se il tuo partner è violento esci di casa, chiedi aiuto ai vicini, ai servizi sociali e/o alle forze dell’ordine.

       

      1. Quando parli dei comportamenti del tuo partner che ti scontentano o feriscono, usa frasi che il cui soggetto è ‘Io’ e in cui esprimi l’emozione provocata dal comportamento del tuo partner. Ad esempio ‘Quando (io) ti vedo così scostante ho paura che non ti importi niente di me’. Evita invece frasi il cui soggetto è ‘Tu’. Ad esempio: ‘Non ti importa niente dei miei bisogni’.

       

      1. Parlando del comportamento del tuo partner, non usare i termini ‘sempre’, ‘mai’, ‘niente’ o simili espressioni assolute. Ad esempio: ‘Non mi ascolti mai’, ‘Ti arrabbi sempre’.

       

      1. Non interrompere il tuo partner.

       

      1. Di tanto in tanto, fai una sintesi di quello che ha detto il tuo partner, in questo modo dimostri di avergli prestato attenzione e averlo capito: ‘Se ho capito bene, pensi che…’

       

      1. Non pretendere di poter leggere la mente del tuo partner: ‘Mi vuoi far credere che ….’

       

      1. Non allargare la discussione ad altri temi e non rivangare cose vecchie: ‘E poi visto che ci siamo ti dico anche che mi dai proprio sui nervi quando……’

       

      1. Non perdere tempo a discutere dettagli insignificanti: ‘Era novembre di 3 anni fa’. ‘No, ricordo benissimo che era ottobre’.

       

      1. Non offendere: ‘Sei uno str…’

       

       

      Vediamo un esempio sintetico:

       

      Marco: ‘Non mi parli mai di te’ (errore 2: frasi il cui soggetto è ‘tu’ e 3: frasi con ‘mai’, ‘sempre’ o simili)

       

      Laura, interrompendo: ‘Non è vero, la settimana scorsa mentre eravamo in macchina ti ho raccontato di quanto mi sento sola’ (errore 4: interrompere)

       

      Marco: ‘Sì, solo perché mi volevi colpevolizzare’ (errore 6: leggere la mente del partner)

       

      Laura: ‘E poi quando sei a casa non sei di nessun aiuto. L’ultima volta che sei andato a fare la spesa è stato 3 settimane fa’ (errore 7: allargare la discussione ad altri temi).

       

      Marco: ‘Ti sbagli, è stato 2 settimane fa’ (errore 8: discutere dettagli insignificanti)

       

      Laura: ‘Quando non vuoi capire sei proprio uno str …..’ (errore 9: leggere la mente del partner e errore 8: offendere).

       

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