La monogamia seriale non fa bene alle donne

Tre donne diverse: sui 50 anni, separate o divorziate, che vivono sole con figli adolescenti. Tutte e tre coinvolte in rapporti che reputano insoddisfacenti:

  • Marta non è contenta di Gianni perché anche se si divertono molto quando sono assieme (vanno al mare, a ballare, a mangiare fuori) e l’intesa sessuale è ottima, lui le dice che non è totalmente innamorato di lei e ogni tanto ha qualche avventura con altre (le ha sempre avute, anzi, proprio per salvaguardare questa libertà non si è mai sposato)
  • Laura non è contenta di Luigi perché, anche se il rapporto con Luigi è assai migliore di quello che aveva col marito, Luigi continua a sentire la moglie da cui è comunque separato da tempo e ad aiutarla nelle cose materiali, ad esempio le fa piccole riparazioni in casa
  • Cristina è divorziata da tempo, Mario separato da 10 anni. Cristina e Mario si trovano molto bene e hanno un figlio assieme. Negli anni Cristina ha lasciato più volte Mario perché lui continuava a sentire e occasionalmente a vedersi con la moglie, da cui comunque si era separato. La situazione è migliorata solo perché la moglie a un certo punto ha deciso di smettere di vedere Mario.

Per molte donne il rapporto ideale in tutte le fasi della vita sembra essere quello monogamico esclusivo: una coppia chiusa basata su un forte legame affettivo reciproco. Questo è comprensibile quando si ha 20 anni e l’obiettivo è uscire dalla famiglia di origine, ‘mettere su casa’ e fare dei figli. Un rapporto reciproco esclusivo con una persona su cui si ha una fiducia totale dà maggiore tranquillità se si vogliono fare dei figli e assumersi l’onere di mandare avanti un appartamento.

Ma quando si è adulte e come single si è trovato un autonomo equilibrio sia da un punto di vista economico che nella gestione dei figli, rapporto esclusivo e fiducia totale non sono più così indispensabili, soprattutto se l’alternativa (vedi dopo) è rimanere sole.

Molte donne tuttavia, anche in questa fase della loro vita continuano a desiderare rapporti monogamici, anche perché fin da piccole sono abituate a creare legami esclusivi con le persone significative, ad esempio con le amiche.

Molti uomini separati, al contrario, apprezzano la ritrovata libertà affettiva e di vita, e sono poco disponibili, sia razionalmente che emotivamente, a chiudersi di nuovo in un rapporto esclusivo. E’ noto che molti uomini sono incapaci o vivono male legami molto stretti, e che amano la varietà sessuale.

E così uomini e donne anche in questa fase della vita continuano a non trovarsi: molte donne adulte separate o divorziate vivono male i rapporti occasionali o di amicizia erotica che non evolvono in una coppia esclusiva, e quando la delusione è troppo forte scelgono di tornare sole. In alcuni casi gli uomini le seguono nel loro desiderio di coppia chiusa, ma poi si sentono soffocati e il rapporto non dura.

La vita affettiva di molte donne risulta così una successione di rapporti monogamici intervallati da periodi, a volte anche lunghi, di solitudine. Col passare del tempo l’intraprendenza delle donne, a causa delle delusioni, diminuisce, e i periodi di solitudine diventano sempre più lunghi.

Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

Quali obiettivi per le prime esperienze sessuali giovanili?

coppia giovane sessualità

L’obiettivo impossibile: l’orgasmo femminile con la penetrazione vaginale

L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili non può essere l’orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale.

Per ‘orgasmo femminile raggiunto col contributo sostanziale della penetrazione vaginale’ intendo qui una modalità di rapporto sessuale dove la donna arriva all’orgasmo o molto vicina all’orgasmo grazie  alla penetrazione vaginale. Nel secondo caso (donna che arriva molto vicina all’orgasmo grazie alla penetrazione vaginale) l’orgasmo viene raggiunto aggiungendo o sostituendo alla penetrazione la stimolazione diretta del clitoride.

Per ragazzi e ragazze che cominciano ad avere le prime esperienze sessuali il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale è un obiettivo impossibile, per vari motivi:

  1. i giovani uomini, a causa dell’elevato livello di testosterone e dell’emozione che caratterizza i primi rapporti sessuali tendono a venire molto presto, a volte anche prima dell’inserimento del pene in vagina.
  2. a causa delle conformazione anatomica della donna la sola penetrazione vaginale, anche quando fatta da uomini esperti e con un buon controllo dell’eiaculazione, assicura l’orgasmo solo a una minoranza delle donne; per il raggiungimento dell’orgasmo femminile è in genere necessaria una stimolazione diretta o indiretta del clitoride. Il problema è ulteriormente aggravato dal fatto che spesso le giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo anche con la stimolazione del clitoride.

Gli obiettivi realistici: comunicazione, tecnica, piacere

L’obiettivo delle prime esperienze sessuali giovanili deve essere perciò riformulato.

La gran parte dei giovani uomini non ha difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Per i giovani uomini gli obiettivi saranno perciò imparare a:

  1. comunicare le proprie sensazioni e desideri alla partner
  2. stare nella tensione erotica, rimandando l’eiaculazione
  3. assicurare alla partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del clitoride.

Per i ragazzi, l’inserimento della penetrazione vaginale all’interno del rapporto sessuale (mi riferisco al semplice ricorso alla penetrazione vaginale, non a far raggiungere l’orgasmo alla donna col contributo sostanziale della penetrazione vaginale) è un obiettivo ulteriore da perseguire solo dopo che hanno sviluppato i primi 3 obiettivi: buona comunicazione, buona esperienza erotica per la partner, sufficiente controllo eiaculatorio.

Molte giovani donne hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo sia con la penetrazione vaginale che con la stimolazione del clitoride. Per le giovani donne gli obiettivi saranno perciò imparare a:

  1. comunicare le proprie sensazioni e desideri al partner
  2. raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride
  3. assicurare al partner una buona esperienza erotica incluso l’orgasmo, sia con baci e carezze non genitali che con la stimolazione del pene, anche attraverso la penetrazione vaginale

I primi incontri sessuali giovanili fra ragazzi e ragazze inesperte saranno perciò dedicati a migliorare la comunicazione e la conoscenza del corpo e della risposta erotica dell’altro/a, evitando la penetrazione.

Saranno cioè sessioni dove baci e carezze non genitali iniziali sono seguiti da masturbazione reciproca, che potrà essere alternata (prima uno dei due fa venire l’altro e poi viceversa) oppure in parallelo (entrambi si masturbano a vicenda). E opportuno che i ragazzi evitino di ricevere sesso orale perché la stimolazione è in genere troppo forte e rende difficile lo sviluppo del controllo sui tempi eiaculazione. E ugualmente è opportuno che la coppia eviti il sesso anale perché sono necessarie tecniche sofisticate per non far male alla ragazza.

La penetrazione vaginale potrà essere inserita nel rapporto una volta che la coppia ha acquisito buona comunicazione e buona esperienza erotica per entrambi, e il ragazzo un sufficiente controllo eiaculatorio.

Il raggiungimento dell’orgasmo femminile col contributo sostanziale della penetrazione vaginale, una delle tante varianti possibili del rapporto sessuale, potrà essere un eventuale obiettivo ulteriore,  una volta che la coppia pratica correntemente la penetrazione vaginale.

 

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Puoi anche leggere tutti gli articoli sull’eiaculazione precoce contenuti in questo sito

 

 

    Dai 50 anni in poi per i disturbi dell’erezione servono (anche) donne che prendono l’iniziativa

     

    disturbo dell'erezione

     

    L’erezione maschile dipende, in estrema sintesi, da due tipi di fattori:

     

    • il desiderio, che cresce se l’uomo apprezza l’aspetto fisico della donna, se la trova invitante, se il luogo dove potrebbe svolgersi il rapporto sessuale è adeguato, etc.

     

    • le condizioni fisiche, che sono influenzate da condizioni di breve periodo, reversibili, quali stanchezza o tasso alcolico, e condizioni di lungo periodo, ad esempio livello di testosterone e stato di salute (disturbi cardiaci, ipertensione, diabete sono le malattie più comuni che danneggiano l’erezione).

     

    Desiderio e condizioni fisiche si influenzano a vicenda. Possiamo ad esempio immaginare di attribuire un livello da 1 (minimo) a 10 (massimo) a ciascuno dei due fattori desiderio e condizioni fisiche, e prevedere che si ha un’eccitazione sufficiente per un rapporto coitale quando il totale dei due fattori (desiderio più condizioni fisiche) sia almeno pari a 13.

     

    Così un uomo le cui condizioni fisiche siano pari a 10 avrà un’erezione anche solo con desiderio leggero o medio, che porti la sua eccitazione almeno a 3. È il caso di molti giovani uomini, che ottengono buone erezioni semplicemente con fantasie sessuali, con baci e carezze superficiali, alla semplice vista della donna svestita o con partner femminili poco attive.

     

    Al contrario, uomini le cui condizioni fisiche non sono ottimali (ammettiamo siano a 4) avranno una buona erezione solo quando il desiderio è molto elevato (9 o 10).

     

    Col procedere dell’età entrambi i fattori che determinano una buona erezione sono ridimensionati: l’invecchiamento porta un peggioramento delle condizioni fisiche, e inoltre riduce l’attrattività fisica delle partner stabili (che spesso hanno la stessa età) e la possibilità di trovare nuove partner fisicamente attraenti.

     

    Possibili rimedi sono l’uso di farmaci come il Viagra che potenziano gli effetti fisici del desiderio (agiscono cioè sulle condizioni fisiche) ma si tratta di un farmaco che ha delle controindicazioni, oppure un ruolo sessualmente più attivo della partner. Nelle coppie tradizionali è l’uomo che prende l’iniziativa e la donna si dà e lascia fare; dai 50 anni in poi questa divisione dei ruoli non facilita l’erezione.

     

     

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    Sposati meglio che single, anzi, no

     

    uomo single

    Il luogo comune secondo il quale chi è scapolo se la passa peggio di chi invece ha pronunciato il fatidico ‘sì’ potrebbe essere sfatato. Adesso la situazione sembra quasi essersi rovesciata e a dirlo sono diversi studi condotti nell’ultimo anno.

     

    Così La Repubblica in un articolo che cita studi secondo cui non necessariamente matrimonio corrispondono sempore a una salute migliore. Ad esempio: ‘in uno di questi studi i ricercatori hanno preso in esame per 3 anni più di 79mila donne statunitensi di età compresa tra 50 e 79 anni, chiedendo loro quale fosse la relativa situazione sentimentale (se erano sposate, separate, divorziate o single) e hanno misurato alcuni parametri fisici, come l’indice di massa corporea e la pressione arteriosa, e richiesto informazioni sui loro stili di vita (dieta, esercizio fisico, alcol, fumo). Le donne che erano rimaste single invece di sposarsi o che avevano divorziato invece di restare sposate mostravano i risultati migliori.’

     

    E ugualemente un altro studio condotto in Germania ha dimostrato che l’avvio di una relazione migliora l’autostima e la rottura di una relazione la diminuisce, ma solo per il primo anno, anche se la persona rimane single. Il matrimonio invece non influenza l’autostima.

     

    Negli Stati Uniti nel 2017 la percentuale di single ha raggiunto livello record: più del 45% degli adulti maggiorenni  è divorziata, vedova o è sempre stata single.

     

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    Piaceri di coppia: programmare momenti di intimità settimanali

    coppia in intimità

    Poiché siamo una coppia, ed abitiamo assieme, diamo per scontato che il rapporto proseguirà (ed eventualmente migliorerà) senza problemi. Così smettiamo di preoccuparcene e l’intimità di coppia ne soffre.

     

    Purtroppo la vita adulta comporta tanti impegni: lavorare, pulire la casa, lavare e stirare, fare la spesa, l’educazione e i compiti dei figli, vedere i parenti, seguire  interessi e hobby individuali, uscire con gli amici, andare dal medico, fare la fila alla posta o dal commercialista, etc. I nostri impegni finiscono facilmente per riempire tutto il tempo disponibile. Molte coppie si trovano finalmente da sole e liberi da impegni solo la sera quando vanno a dormire, ma a quel punto è tardi e spesso marito e moglie sono troppo stanchi per vivere momenti significativi di intimità di coppia.

     

    I rapporti di coppia durano e sono soddisfacenti se c’è intimità, cioè connessione fisica ed emotiva fra i partner. Se non c’è intimità di coppia, i partner rischiano di scoprirsi estranei. Eppure all’intimità di coppia spesso viene lasciato uno spazio residuale. Molte coppie immaginano che i bei momenti assieme semplicemente ‘accadano’, ma in giornate piene di impegni le cose accadono solo se si è riservato per loro un momento preciso, libero da altre cose distraenti, dove i bei momenti di coppia possano accadere. Siamo abituati a programmare tutte le cose importanti (e anche quelle poco importanti: andare in palestra, andare dalla parrucchiera o dal barbiere), perché per l’intimità di coppia dovrebbe essere diverso?

     

    Il mio suggerimento è di programmare col partner, tutte le settimane, 1 o 2 momenti da dedicare all’intimità di coppia. Devono essere momenti della durata di almeno mezz’ora che vi permettano di stare da soli e vicini, in intimità di coppia fisica o emotiva, senza distrazioni.

     

    Può trattarsi ad esempio di programmare momenti della giornata dove, a seconda delle vostre preferenze, potete fare l’amore, stare abbracciati e baciarvi svestiti, massaggiarvi, carezzarvi, masturbarvi, fare un bagno assieme lavandovi a vicenda, andare alle terme (intimità fisica). Oppure momenti di intimità emotiva, come ad esempio fare qualcosa assieme in silenzio, parlare delle vostre emozioni dei giorni precedenti, parlare di un tema o di un cambiamento significativo che vorreste realizzare.

     

    Se programmate di fare l’amore e poi quando finalmente arriva il momento vi rendete conto che non ne avete voglia potete semplicemente passare a un’altra attività di tipo fisico meno impegnativa (carezzarsi o massaggiarsi). E ugualmente potete fare l’amore se mentre fate altre attività di tipo fisico vi viene voglia. Qualcuno potrà obiettare all’idea di programmare rapporti sessuali, ma i rapporti sessuali sono programmati anche quando due partner che abitano in luoghi diversi  semplicemente ‘stanno assieme’ e programmano le loro uscite serali o festive. In ogni caso, se l’idea non vi piace, potete programmare anche attività di intimità di altro tipo. Per altre persone invece pensare in anticipo a momenti di intimità fisica può essere molto eccitante.

     

    Potete iniziare la programmazione dei momenti di intimità di coppia semplicemente raccontandovi cosa vi piacerebbe fare assieme la settimana successiva, e, fra tutte le cose emerse, scegliere quelle che piacciono di più a entrambi. Poi, per proseguire, il secondo incontro della settimana è il momento migliore per programmare le attività della settimana successiva.

     

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    Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia:

     

       

      Questo articolo parla di intimità, intimità di coppia, intimità fisica, intimità emotiva, migliroamento dell’intimità di coppia, consulenza a distanza, consulenza online, psicologia, sessuologia.

      Piaceri di coppia: carezzare il partner prima di addormentarsi

      L’intimità è la sensazione di sentirsi vicini a qualcuno, a livello mentale, emotivo e fisico. Una buona intimità di coppia dipende (anche) da piccole cose. Lo sviluppo e il mantenimento dell’intimità possono essere ‘aiutati’ con esercizi semplici ma efficaci come questo.

       

      Lo scopo di questo esercizio è aiutare il tuo partner a prendere sonno attraverso delle carezze leggere e rilassanti, e migliorare in questo modo il vostro senso di intimità.

       

      Stasera, quando vai a dormire con il tuo partner, mettetevi vicini: passa la tua mano dietro le sue spalle, e poi fallo ruotare di fianco e appoggiare il suo petto contro il tuo. Rispetto alla foto in alto, nella posizione che ti consiglio la testa del partner appoggiato (nella foto la testa della donna) deve essere appoggiata sul cuscino e non sulla spalla dell’uomo.

       

      Mentre state così abbracciati e parlate del più e del meno (di solito la sera quando si va a dormire si raccontano o si commentano pensieri o episodi della giornata), concentrati sul calore e la pesantezza del suo corpo.

       

      Quando avete smesso di parlare, e siete pronti per dormire, chiedi al tuo partner se puoi carezzarlo un po’ per farlo rilassare e addormentare. Questa richiesta è importante perché altrimenti, se non avete mai usato prima questo rituale, il tuo partner penserà che hai voglia di fare l’amore.

       

      Se il tuo partner ha detto che è d’accordo, metti la mano sotto il pigiama, all’altezza della spalla, e comincia a carezzarlo un po’.  Se hai  la mano fredda all’inizio tienila ferma in modo che possa scaldarsi. Poi lentamente carezzagli la spalla e la parte alta del braccio rivolti verso di te, il petto (se è una donna, evita i seni), e la parte alta della pancia.  

       

      Concentrati sul calore e la consistenza della sua pelle, sul suo respiro, e sulla tua stanchezza e voglia di dormire di fine giornata, in modo da rilassarti anche tu. Prova a sintonizzare il tuo respiro col suo.

       

      Rallenta naturalmente la respirazione e i movimenti finché non cominci a dormire.

       

      Se il tuo partner è ‘allergico’ al contatto fisico, oppure pensi che si ecciterà se lo carezzi sulla pelle o, infine, se la tua mano è molto fredda, puoi fare l’esercizio tenendo la mano sopra il pigiama.

       

      Domani sera, ripetete l’esercizio invertendo i ruoli.

       

      Vi consiglio di seguire questa routine tutte le sere, a tempo indefinito.

       

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      Questo articolo è collegato a vari termini quali ad esempio intimità, intimità di coppia, esercizi per sviluppare l’intimità, definizione di intimità, erotismo di coppia, comunicazione di coppia, relazioni di coppia, sesso lento, slow sex.

       

         

         

        “La differenza di età nella nostra coppia è diventata una voragine”

        coppia differenza di età

        In una intervista pubblicata su Vanity Fair, Federica Vincenti, la moglie trentaquattrenne del settantunenne Michele Placido,  spiega di aver lasciato il marito perché:

         

        la vecchiaia si è piano piano allargata fino a diventare una voragine.  Cambia il corpo, cambiano i muscoli, le forze. Cambia la testa, la vecchiaia può togliere i pensieri e il ricordo a un uomo che ha fatto la cultura nel mondo al pari di mostri d’intelletto come Monicelli, Albertazzi. Cambiano i desideri. Le voglie non sono più comuni”.

         

        A Vanity Fair Federica ha ricordato come fosse diventato difficile “ascoltare il proprio corpo” (“avevo spesso mal di stomaco. Ero sempre contratta, nervosa, in ansia”) e di come ha riscoperto la passione per il pianoforte ma è stata in grado di “tirar fuori la propria voce a dispetto di quelle intorno, a far viaggiare insieme testa e sentire, e riuscire così ad assecondarsi”. Leggi l’articolo su Vanity Fair.

         

        Il problema principale in coppie che hanno una elevata differenza di età è che i tempi biologici a un certo punto possono divergere, ad esempio nell’intervista Federica lamenta il decadimento fisico e mentale di Michele, che Michele non abbia più voglia di divertirsi e andare a ballare. Il trascorrere del tempo può avere effetti rilevanti anche sull’aspetto fisico  e le prestazioni sessuali, che sono in genere elementi fondanti del rapporto di coppia.

         

        Elementi di difficoltà possono essere anche la differenza di età fra il vostro compagno o compagna e i vostri amici, cosa che rende più difficile una vita sociale comune, e l’eventuale disapprovazione di amici e parenti.

         

        Un altro aspetto da considerare è che partner di età diversa possono avere obiettivi di lungo periodo diversi, ad esempio il desiderio di figli può essere molto diversi in una 30enne senza figli rispetto a un 50enne che ne ha già 2 da una reolazione precedente.

         

        Infine quando c’è una elevata differenza di età i ruoli di coppia possono cristallizzarsi, in particolare il partner più anziano può assumere un ruolo paterno o materno, e quello più giovane inizialmente può lasciarsi guidare più di quanto desideri, enfatizzando atteggiamenti passivi. Questa divisione non è destinata a durare perché fatalmente, dopo un certo periodo di tempo, il partner più giovane avrà necessità di affermare la propria autonomia.

         

        Va evidenziato che una elevata differenza di età può anche portare, almeno temporaneamente, conseguenze positive per entrambi i partner.

         

        Due persone con elevata differenza di età hanno in genere esperienze di vita molto diverse, e spesso livello culturale e ruolo sociale elevati sono proprio una delle molle che spingono a legarsi con persone molto più grandi di noi. Il partner più giovane potrà arricchire di molto la propria cultura, la propria esperienza di vita, la propria rete di conoscenze e in alcuni casi a anche la propria vita professionale grazie ai contatti ottenuti grazie al partner più maturo. 

         

        Da un punto di vista sessuale, la differenza di esperienza dovuta alla differenza di età può essere molto intrigante per il partner più giovane, che avrà modo di sperimentare tecniche sessuali più raffinate. D’altra parte il partner più anziano avrà modo di apprezzare il corpo giovane del compagno o compagna.

         

        Infine, un partner considerevolmente più anziano è in genere una persona equilibrata, e giovani partner insicuri o irrequieti possono apprezzare molto un rapporto equilibrato. Dall’altro lato il partner più anziano può apprezzare gli stimoli e la vitalità portati dal partner più giovane.

         

         

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        Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia:

         

         

          Come riconoscere le proprie emozioni e condividerle col partner

          Cosa sono le emozioni e perché sono importanti

           

          Le emozioni sono reazioni di natura fisiologica e psicologica, ad esempio un’auto che ci taglia la strada può provocare un’accelerazione del nostro battito cardiaco e una sensazione psicologica che a seconda dei casi definiremo paura o rabbia.

           

          Spesso i termini emozioni e sentimenti vengono utilizzati come sinonimi. Qual è la differenza fra emozioni e sentimenti? Secondo alcuni studiosi le emozioni sono sensazioni intense e immediate, mentre i sentimenti sono sensazioni meno intense e durano più a lungo. In questa impostazione, i sentimenti sono provocati dall’’accumulo’ di emozioni. In questo articolo utilizzerò i due termini emozioni e sentimenti come sinonimi.

           

          Qual è la funzione delle emozioni? Le emozioni guidano il nostro comportamento, al pari di altre sensazioni quali sete, fame, sonno, stanchezza fisica e considerazioni razionali. Le emozioni sono prodotte da circuiti cerebrali che condividiamo con altri mammiferi e sono diversi (anche se interconnessi) da quelli che originano il  pensiero razionale. Alcune persone sono portate a provare maggiormente determinate emozioni.

           

          Per stare bene è necessario che le nostre scelte e i nostri comportamenti siano coerenti non solo coi nostri ragionamenti, ma anche con le nostre emozioni. Nei rapporti di coppia esprimere le nostre emozioni positive e (in maniera costruttiva) quelle negative migliora la confidenza e crea intimità fra i partner.

           

          Come diventare consapevoli delle proprie emozioni? Non sempre siamo consapevoli delle nostre emozioni, e, anche se lo siamo, spesso non sappiamo come parlare al nostro partner delle nostre emozioni negative che lo riguardano. Questo articolo parla di come diventare consapevoli delle proprie emozioni e condividerle col nostro partner. Un altro articolo sarà invece dedicato alla condivisione col partner delle emozioni negative.

           

          Quando emozioni importanti rimangono inespresse o contrastano con le nostre scelte e comportamenti possiamo sentirci bloccati e confusi. E’ qui che la consulenza psicologica può essere di aiuto. Vedi un elenco dei miei servizi.

           

           

          Un elenco delle principali emozioni

           

          Gli elenchi di emozioni ci aiutano a identificare le nostre emozioni: scegliere fra un elenco di emozioni è più facile  che rispondere a una domanda aperta. Negli elenchi di emozioni compaiono le emozioni principali e poi una serie di aggettivi che indicano la loro gradazione.

           

          Il modello che ti propongo è composto di 5 emozioni di base. In generale proviamo GIOIA quando le nostre aspettative e bisogni sono soddisfatti. Purtroppo non sempre le cose vanno nel verso giusto. Proviamo così RABBIA se qualcuno che ci sembra al nostro livello o a livello inferiore in termini di forza e potere vuole toglierci qualcosa, PAURA se qualcuno più forte di noi ci minaccia, TRISTEZZA se ci è stato tolto qualcosa. Proviamo inoltre ATTRAZIONE per determinate persone. Ma ecco l’elenco di emozioni in dettaglio:

           

          GIOIA: sensazione derivante dal soddisfacimento o dalla previsione di soddisfacimento dei propri desideri

          • Tranquillo / appagato / sereno
          • Felice / contento / gioioso / divertito
          • Soddisfatto / ottimista / fiducioso / speranzoso
          • Amorevole
          • Orgoglioso
          • Accettato / rispettato
          • Aperto / ispirato / curioso / interessato / eccitato
          • Energico
          • Entusiasta

           

          TRISTEZZA: reazione a una perdita, incapacità, o mancanza reali o percepite

          • Indifferente / apatico / annoiato / distaccato
          • Abbandonato / isolato / ignorato / solo /
          • Disilluso / scoraggiato / esitante /
          • Vulnerabile inadeguato / insignificante
          • Pentito / colpevole / indegno
          • Melanconico / triste / vuoto / alienato
          • Appenato
          • Depresso / vuoto
          • Frustrato / umiliato / disonorato / impotente / inferiore / respinto / ridicolizzato / ferito / deluso
          • Disperato

           

          RABBIA: reazione aggressiva a una provocazione, minaccia, danno, insuccesso, ingiustizia reale o percepita. Può portare ad aggressioni verbali o fisiche verso altri o se stressi.

          • Infastidito
          • Rancoroso / ostile
          • Sospettoso
          • Sarcastico (ironia aggressiva)
          • Irritato / Arrabbiato
          • Aggressivo
          • Furioso / imbestialito

           

          PAURA: reazione di evitamento a accadimenti e situazioni che possono provocare un danno a noi stessi o a persone a noi care

          • Impaurito / spaventato
          • Preoccupato
          • Minacciato
          • Insicuro / geloso
          • Ansioso
          • Scioccato / devastato
          • Terrorizzato

           

          ATTRAZIONE: spinta a stare vicino, approfondire la conoscenza, avere rapporti sessuali con una determinata persona

          • Attratto
          • Sessualmente eccitato
          • Tenero / affettuoso
          • Innamorato
          • Dipendente

           

          ALTRE MISCELLANEA

          • Stupito / meravigliato
          • Confuso / perplesso
          • Disgustato
          • Calmo / di fretta / stressato

           

          Il diario delle emozioni

           

          Ci sono molti modi per riconoscere le emozioni che proviamo. Qui ti propongo il Diario delle emozioni. Il Diario delle emozioni ti aiuta a condividere le tue emozioni col tuo partner. Come funziona:

          1. Scarica Elenco delle emozioni-tabella
          2. La sera prima di andare a dormire siediti in tranquillità assieme al tuo partner, e mentre guarda la tabella chiedigli:
            • qual è l’emozione che sta provando adesso (non è detto che ci sia, comunque prova a chiederglielo)
            • quali sono le emozioni che ha provato durante la giornata e quali sono gli eventi o i pensieri che le hanno provocate
            • scambiate i ruoli e ripetete i due passaggi precedenti.
          1. (opzionale) se volete ognuno di voi scrive i risultati dell’esercizio in un quaderno o in un file.

           

          Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

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