Cosa accade nelle relazioni sadomaso / BDSM?

BDSM

L’abolizione legale della schiavitù (anche di quella sessuale, ricordate le schiave romane e le donne nell’harem del sultano?) è stato uno dei successi dei tempi moderni. Sorprende che ci sia qualcuno che rimpianga quel tipo di esperienze o le trovi formative.

Il Corriere della Sera dà ampio spazio all’esperienza di Marina, una entusiasta del BDSM, acronimo che indica pratiche di natura sessuale dove una persona assume appunto volontariamente il ruolo di schiavo/a e l’altro/a di padrone. Racconta Marina che le pratiche sadomaso le hanno cambiato la vita, in particolare:

‘È stata una sfida con se stessa’, poi ‘ha sperimentato un senso di orgoglio che aumentava la sua autostima, nel superare i suoi limiti’, poi ‘ha raggiunto un nuovo livello di consapevolezza’ e online ha scoperto ‘ persone meravigliose’ con cui ha sviluppato ‘un’intimità profonda basata su fiducia e complicità’, e pensa a loro ‘come alla sua famiglia’ . Riassumendo la sua esperienza, Marina racconta che le esperienze sadomaso le hanno fatto ‘scoprire una nuova gamma di sensazioni’.

La giornalista la asseconda, scrivendo, riferendosi ai rapporti sadomaso, ‘Perché no?’ e sottolineando ‘l’importanza della nostra capacità di aprirci agli altri [in questo caso agli aguzzini] e di metterci in discussione’ [cioè di accettare di essere abusati e torturati].

Per chi non conosce il mondo BDSM, provo a elencare cose che possono accadere alla persona che accetta il ruolo di vittima:

  • limitazione della libertà di movimento. Durante gli incontri la persona può essere legata e imbavagliata
  • controllo e limitazioni della libertà di comunicare con gli altri
  • violenza psicologica. La persona può essere derisa o offesa
  • violenza fisica. La persona viene picchiata o torturata (è il caso anche di Marina, che parla di ‘segni durevoli e marcati sulla pelle provocati da frusta, corde, canna di bambù’).
  • rapporti e pratiche sessuali non desiderate, incluso con sconosciuti
  • ingestione o comunque contatto con urina e feci.

In concreto, nel BDSM chi accetta il ruolo di vittima è alla mercé delle fantasie perverse del suo dominus. La vittima può rifiutare le esperienze a cui il padrone vuole sottoporla, ma il padrone è in genere esperto nella manipolazione psicologica così da portare la vittima ad accettare più esperienze possibili. Marina racconta che il suo dominus ‘dimostrando grande esperienza ed intelligenza, è andato per gradi.’

Per Marina l’esperienza dell’abuso e della tortura è stata positiva. Ma questo non rende abuso e tortura meno esecrabili. La promozione di relazioni basate sulla violenza è inoltre assai pericolosa in una società, come la nostra, caratterizzata da violenza coniugale e femminicidi.

Una caratteristica umana è che qualcuno riesce a trovare aspetti positivi, piacevoli o addirittura illuminanti anche nelle esperienze più nocive o degradanti. Mi riferisco a esperienze di guerra, di malattie gravissime, di perdite di persone care, di campi di sterminio, di abusi psicologici o fisici.

Viviamo in un’epoca in cui, secondo alcuni, tutte le esperienze sono ugualmente positive e dovremmo provare più esperienze possibili (la stessa Marina ha iniziato perché era ‘estremamente incuriosita’), e molti siti e giornali, come in questo caso Il Corriere della Sera, pur di riempire una pagina, vendere qualche copia o di avere qualche click in più sostengono questo punto di vista e promuovono le pratiche e  i contenuti più diversi, inclusi alcuni, come in questo caso, aberranti.

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali 5’ edizione, pubblicato nel 2013 dalla Associazione Americana degli Psichiatri, descrive:

Leggi anche: Sesso sadomaso, la mistress lo manda all’ospedale e rischia 7 anni di carcere

Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

 

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Note

 

    La prima volta con me? A causa dell’ansia lui fa sempre cilecca

    ansia da prestazione

    L’ansia da prestazione danneggia l’erezione maschile. Ce lo conferma una vecchia intervista di Manuela Arcuri riportata su Il Corriere della Sera.

     

    L’intervistatore le chiede dei suoi rapporti con gli uomini. L’Arcuri risponde: Lasciamo stare. All’inizio gli uomini che incontro si fanno impressionare dal personaggio Arcuri, non dalla persona Manuela. Mi vedono come quella dei calendari, supersexy e inavvicinabile… E va a finir male. In che senso? Indovini. Fanno cilecca? La prima volta che vado a letto con un uomo succede quasi sempre che non si fa niente. Si preoccupano, si agitano, credono di dover fare i fenomeni. Pensano “Oddio, lo sto facendo con l’Arcuri”, e non si conclude. Ormai lo so, sono rassegnata. Per fortuna, la Arcuri dice anche: Concedo sempre una seconda chance.

     

    L’ansia da prestazione porta l’organismo a rilasciare sostanze che danneggiano l’erezione. Ma non solo, per lo stesso motivo l’ansia è anche responsabile di molti casi di eiaculazione precoce.

     

    In generale, l’ansia da prestazione è alla base di quasi tutti i disturbi maschili nella sfera sessuale non dovuti a problemi di natura fisica.

     

    In molti uomini un occasionale difficoltà nell’erezione o nel controllo dell’eiaculazione crea preoccupazione che a sua volta favorisce il ripresentarsi del problema la volta successiva, cosa che aumenta ulteriormente l’ansia da prestazione e così via in un circolo vizioso da cui può essere difficile uscire.

     

    Le soluzioni? Quelle preventive sono facili. Per evitare che si instauri il circolo vizioso dell’ansia da prestazione devi ridurre le avventure con donne che non senti alla tua portata, instaurare una buona comunicazione con le donne con cui ti capita di avere avventure, abituarti a vivere il sesso lentamente.

     

    Una volta che il circolo vizioso dell’ansia da prestazione si è creato è un po’ più complicato: devi trovare una partner stabile e accogliente con cui puoi ristabilire la tua tranquillità nell’intimità, imparare esercizi di rilassamento, adottare strategie cognitive che riducano il pensiero ricorrente all’insuccesso (queste due strategie sono adottate anche dagli sportivi professionisti), rivolgerti a un sessuologo.

     

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    Questo sito contiene numerosi articoli su ansia da prestazione e disturbi sessuali maschili, che puoi leggere per ulteriori informazioni. Ad esempio:

     

       

      Leggi l’articolo su Il Corriere della Sera.

      Quali sono i tempi dell’eiaculazione precoce?

      Qual è il tempo di penetrazione vaginale minimo (il termine scientifico è tempo di latenza intra vaginale) per poter diagnosticare un disturbo di eiaculazione precoce?

      Non c’è un criterio unico, esistono varie definizioni messe a punto da differenti gruppi di ricerca. Qui di seguito riporto le più importanti.

      1.Diagnostic and Statistical Manual of Psychiatric Disorder IV-Text Revision (DSM-IV-tr) L’eiaculazione precoce è una eiaculazione persistente o ricorrente, che si manifesta alla minima stimolazione sessuale, prima, durante o poco dopo la penetrazione e, in ogni caso, prima che la persona lo desideri. Il disturbo causa notevole disagio e difficoltà nelle relazioni interpersonali.

      2.Diagnostic and Statistical Manual of Psychiatric Disorder (DSM-V)
      L’eiaculazione precoce è una eiaculazione che in maniera persistente o ricorrente si verifica durante il rapporto sessuale, approssimativamente entro 1 minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’individuo lo desideri; i sintomi suddetti devono essere presenti per almeno 6 mesi e devono verificarsi in tutti o quasi tutti (75-100%) i rapporti sessuali (in ben definiti contesti situazionali o, se generalizzato, in tutti i contesti); i sintomi suddetti causano distress significativo per l’individuo; la disfunzione sessuale non può essere spiegata in base alla presenza di disturbi mentali non sessuali o come la conseguenza di grave distress relazionale o di altri fattori significativi di stress e non è attribuibile agli effetti di farmaci o sostanze o ad altre condizioni mediche. La severità dell’eiaculazione precoce può essere definita:

      • Lieve, quando l’eiaculazione avviene entro 30-60 secondi dalla penetrazione
      • Moderata, quando l’eiaculazione avviene entro 15-30 secondi dalla penetrazione
      • Severa, quando l’eiaculazione avviene prima della penetrazione, al momento della penetrazione oppure entro i 15 secondi dalla penetrazione.

      3.International Classification of Disease (OMS), (ICD- 10:2016)
      L’eiaculazione precoce viene diagnosticata quando si ha incapacità di ritardare l’eiaculazione in misura sufficiente a consentire un rapporto sessuale soddisfacente per entrambi i partners.

      4.Second International Consultation on Sexual Dysfunction ICSD
      L’eiaculazione precoce viene diagnosticata quando si ha eiaculazione alla minima stimolazione e comunque prima di quando desiderato, e che causa frustrazione o stress e sulla quale il paziente ha poco o nessun controllo volontario.

      5.International Society for Sexual Medicine (ISSM)
      L’Eiaculazione precoce è una disfunzione sessuale maschile caratterizzata da:

      • eiaculazione che per tutta la vita avviene, sempre o quasi sempre entro 1 minuto dalla penetrazione vaginale
      • eiaculazione che, nel caso di eiaculazione precoce acquisita, avviene sempre o quasi sempre entro 3 minuti dalla penetrazione vaginale
      • incapacità di ritardare l’eiaculazione in tutte o quasi tutte le penetrazioni vaginali;
      • conseguenze negative a livello personale, quali disagio, fastidio, frustrazione e tendenza all’evitamento dei rapporti sessuali.

      Come si può vedere, alcune definizioni si basano su elementi soggettivi (incapacità di controllare l’eiaculazione, stress, tendenza all’evitamento dei rapporti sessuali, etc.), altre includono anche elementi oggettivi (ad esempio la durata della penetrazione vaginale).

      Ma quant’è il tempo medio di penetrazione vaginale? È difficile avere dati affidabili. Ad esempio Alfred Kinsey, nella sua ricerca pubblicata nel 1948 col titolo Il comportamento sessuale dell’uomo rilevato che il 75% degli uomini americani intervistati eiaculava entro 2 minuti di penetrazione vaginale almeno la metà delle volte.

      Una ricerca più recente condotta nel 2004 in vari Paesi su un campione di circa 500 uomini, assai più ridotto di quello di Kinsey ha rilevato una penetrazione vaginale media di circa 5 minuti.

      Va evidenziato come i tempi medi di penetrazione dipendono anche da fattori culturali, ad esempio al tempo di Kinsey un numero minore di uomini prestava attenzione al piacere femminile rispetto ai tempi attuali, perciò si preoccupava meno di allungare i tempi di penetrazione, e così la media era più bassa. Tutte le definizioni riportate sopra prestano attenzione ai fattori culturali, quando fanno riferimento non solo ai tempi minimi ma anche alla presenza di disagio. Se non c’è disagio e la coppia è soddisfatta, anche se i tempi di penetrazione sono molto brevi, secondo varie definizioni non c’è diagnosi di eiaculazione precoce. Questo è un elemento importante perché considera che anche uomini con tempi di penetrazione molto breve o addirittura che eiaculano prima della penetrazione possono avere una vita erotica di coppia soddisfacente. Se hai un problema di questo tipo chiedimi come fare utilizzando il modulo in fondo alla pagina. Inoltre con un training adeguato una buona parte degli uomini che soffre di eiaculazione precoce riescono ad allungare i tempi grazie alla consulenza sessuologica. Anche per questo mi puoi contattare utilizzando il modulo in fondo alla pagina.

      E per chi è interessato a una misurazione oggettiva del tempo di penetrazione vaginale, qual è il tempo di penetrazione vaginale minimo per poter diagnosticare un disturbo di eiaculazione precoce? La definizione 2 diagnostica eiaculazione precoce se l’eiaculazione avviene a entro 1 minuto, la definizione 5 fa riferimento a 1 o 3 minuti.

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      Soffri di eiaculazione precoce? Ringrazia tuo padre

      Questo articolo parla delle cause genetiche dell’eiaculazione precoce, cioè se l’eiaculazione precoce è ereditaria. Secondo alcuni studi (nota 1) una delle concause dell’eiaculazione precoce potrebbe essere ereditaria.

      L’eiaculazione precoce è un disturbo che secondo alcune stime interessa circa il 30 percento della popolazione maschile e consiste in tempi di penetrazione vaginali ridotti rispetto a quelli desiderati.

      L’eiaculazione precoce  può essere dovuta a varie cause, quali ad esempio malattie, farmaci, fretta, ansia, cattiva conoscenza della sessualità e dell’anatomia femminile, etc. Alcuni di questi fattori in alcuni casi operano congiuntamente.

      Alcuni studi evidenziano una correlazione statistica positiva fra padri e figli, vale a dire che il figlio di un uomo che soffrire di eiaculazione precoce ha maggiori probabilità di soffrire egli stesso di eiaculazione precoce. ‘Maggiori probabilità’ vuol dire non che ne soffrirà sicuramente ma che è ‘più portato’ a soffrire di eiaculazione precoce. Dunque l’eiaculazione precoce avrebbe una causa genetica e sarebbe in una certa misura ereditaria.

      Ad esempio nella ricerca svolta in Finlandia nel 2008-2009 su quasi 4.000 gemelli e sui loro eventuali fratelli dal Santtila e colleghi è emerso ‘un moderato effetto genetico pari al 28%’, mentre il restante 72% sarebbe dovuto ad altre cause ‘ambientali’ non meglio identificate (pag. 67).  I gemelli vengono spesso utilizzati in studi di genetica perché si confronta l’incidenza di una determinata caratteristica o comportamento (nel nostro caso l’eiaculazione precoce)  in coppie di gemelli omozigoti (che hanno cioè gli stessi geni) e in coppie di gemelli eterozigoti (che hanno geni  in parte geni diversi). Se la caratteristica o comportamento è maggiore nei gemelli omozigoti rispetto agli eterozigoti allora c’è una causa genetica.

      Nella loro ricerca Santtila e colleghi (pag. 67) citano una ricerca di Waldinger (vedi più in basso) secondo cui l’effetto genetico sarebbe più importante in uomini che hanno sofferto di eiaculazione precoce per tutta la vita e che hanno tempi di latenza intra vaginale (cioè di penetrazione prima dell’eiaculazione) inferiore a 1 minuto. Gli uomini con queste caratteristiche corrispondono a solo il 2% del totale degli uomini che soffrono di eiaculazione precoce (pag. 67). L’eiaculazione precoce in uomini la cui penetrazione vaginale è inferiore a 1 minuto avrebbe così anche cause genetiche e sarebbe ereditaria, mentre l’eioaculazione precoce in  uomini che hanno una penetrazione vaginale superiore a 1,5 minuti sarebbe dovuta soprattutto ad altre cause.

      Ma quale sarebbe il meccanismo che rende almeno alcuni dei casi di eiaculazione precoce ereditari? In una fase successiva della ricerca Santtila e colleghi dimostrano che l’eiaculazione precoce ereditaria è correlata alla presenza di una serie di varianti del gene DAT1 che codifica i livelli di dopamina, vale a dire che gli uomini che hanno determinati tipi di gene DAT1 sono più facilmente soggetti a eiaculazione precoce.

      Un altro studio scritto da Waldinger ipotizza invece che l’eiaculazione precoce ereditaria sia dovuta  al mancato effetto inibitorio sull’eiaculazione del sistema serotoninergico (la serotonina è un altro neurotrasmettitore). Questa ipotesi spiega come mai non tutti gli uomini rispondono allo stesso modo alla terapia contro l’eiaculazione precoce basata su farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina.

      Sempre Wendinger in una ricerca del 1998 (ma su un campione estremamente ridotto, solo 14 uomini, perciò la ricerca è poco significativa) ha rilevato che il 91% dei parenti maschi di primo grado di uomini con penetrazione vaginale inferiore a 1 minuto aveva anch’esso un  tempo di penetrazione intra vaginale inferiore a 1 minuto. Dunque anche questa ricerca dimostra che l’eiaculazione precoce ha una causa genetica ed è almeno in parte ereditaria.

      In sintesi, al momento esistono alcune evidenze secondo cui l’eiaculazione precoce sarebbe ereditaria, cioè dovuta (anche) a cause genetiche, anche se l’influenza è modesta (influisce solo per ilo 28% mentre il 72% è dovuto a cause di altro tipo). Questa conclusione lascia un grande spazio al trattamento  psicologico dell’eiaculazione precoce.

      L’influenza del fattore genetico inoltre sarebbe significativo solo sul 2% degli uomini che soffrono di questo disturbo.

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      NOTE

      1. Gli studi sull’eiaculazione precoce ereditaria considerati sono:

      Jern P , Santtila P, Johansson A, Varjonen M, Witting K, von der Pahlen B, Sandnabba NK. (2009) Evidence for a genetic etiology to ejaculatory dysfunction.

      Marcel D. Waldinger (2011) Toward Evidence-Based Genetic Research on Lifelong Premature Ejaculation: A Critical Evaluation of Methodology

      Pekka Santtila PhD, Patrick Jern MPsych , Lars Westberg PhD, Hasse Walum MSc, Christin T. Pedersen, Elias Eriksson PhD, Nils Kenneth Sandnabba PhD (2010) The Dopamine Transporter Gene (DAT1) Polymorphism is Associated with Premature Ejaculation

      Waldinger MD, Rietschel M, Nöthen MM, Hengeveld MW, Olivier B. Familial occurrence of primary premature ejaculation. Psychiatric Genetics 1998;8:37-40.

       

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      Eiaculazione precoce? Fai il test e scopri LE CAUSE. Il test indaga le principali cause di eiaculazione precoce quali ad esempio   problemi di natura medica, fattori che spingono l’uomo a terminare rapidamente il rapporto sessuale, eccessiva stimolazione durante il rapporto sessuale, ansia da prestazione, etc. Una volta compilato il test si ottiene una relazione che descrive le principali cause e in questo modo le direzioni di trattamento dell’eiaculazione precoce.

       

      I test sono strumenti molto utili per raccogliere informazioni in maniera sintetica. Attraverso una serie di domande mirate si raccolgono dati utili per definire in maniera più chiara determinati atteggiamenti, comportamenti o situazioni problematiche.

       

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      Le credenze che riducono il piacere maschile e femminile

      Molti degli uomini che mi chiedono una consulenza sessuologica (in particolare relativa all’eiaculazione precoce) condividono queste credenze, relative al loro ruolo e alle modalità in cui le donne raggiungono il piacere:

      1. al piacere della mia compagna ci devo pensare io
      2. l’esperienza sessuale più piacevole per la donna è la penetrazione
      3. per la donna più penetrazione = più piacere.

       

      In realtà

      1. al piacere della mia compagna ci deve pensare la mia compagna
      2. l’esperienza sessuale più piacevole per la donna è la stimolazione del clitoride
      3. per la donna più stimolazione del clitoride = più piacere.

       

      Vediamo punto per punto.

       

      Punto 1. Eccetto nei casi in cui inizialmente uno dei partner ha scarsa esperienza, il rapporto sessuale funziona meglio se ognuno dei partecipanti, pur prestando un po’ attenzione anche alle esigenze dell’altro, pensa innanzitutto al proprio piacere. La credenza che sia l’uomo a doversi preoccupare anche del piacere della donna lo costringe a un doppio lavoro: l’uomo non può mai lasciarsi andare e se le cose non vanno sempre al massimo entra facilmente in crisi. Inoltre se anche la donna fa propria questa credenza, diventa passiva ed incapace di raggiungere il piacere quando l’uomo non è abbastanza esperto.

       

      Punti 2 e 3. La penetrazione è l’esperienza sessuale più piacevole per l’uomo. La penetrazione è invece una tecnica rudimentale per far provare piacere alla donna. Anche se la sensazione della penetrazione è in genere piacevole, puntare sulla penetrazione per far raggiungere l’orgasmo a una donna è un po’ come voler far raggiungere l’orgasmo a un uomo carezzandogli i testicoli (se è veramente molto eccitato potrebbe accadere, ma è meglio usare metodi più diretti). Poiché le tre credenze descritte all’inizio sono ancora molto diffuse, non meraviglia che ci sia una percentuale così alta di donne che nei rapporti sessuali non arriva all’orgasmo.

       

      E’ noto che la maggior parte delle terminazioni nervose femminili sono nel clitoride, che è l’equivalente anatomico del pene (in pratica è un piccolo pene). La parte mediana e quella più interna della vagina hanno poche terminazioni nervose, le parti più sensibili sono invece l’ingresso e, in alcune donne, la posizione in ‘ore 12’ subito dopo l’ingresso della vagina, perché ci termina la parte interna del clitoride (questa posizione viene chiamata Punto G). Le donne che riescono a raggiungere l’orgasmo durante la penetrazione hanno imparato a sfregare il clitoride contro il pube dell’uomo (ma è una tecnica da specialiste, e che non funziona con tutti gli uomini), oppure hanno un punto G particolarmente sensibile (ma sono poche quelle a cui la sola stimolazione del punto G provoca l’orgasmo), oppure semplicemente durante la penetrazione si carezzano il clitoride con le dita.

       

      Se entriamo in quest’ottica, la durata della penetrazione vaginale diventa un falso problema. Quello che conta è che la donna, durante il rapporto sessuale, abbia un ruolo attivo e imposti le cose in modo da assicurarsi l’orgasmo con la stimolazione del clitoride.

       

      In sintesi, gli uomini che richiedono una consulenza sessuologica perché si lamentano di soffrire di eiaculazione precoce dovrebbero rivolgere i loro sforzi non solo a come far durare la penetrazione più a lungo (ci sono tecniche e accorgimenti che aiutano a ottenere questo risultato), ma  a come aiutare le proprie compagne a  raggiungere l’orgasmo con la stimolazione del clitoride.

       

      Altre credenze dannose sono le seguenti:

      • ‘Una buona intesa erotica deve essere spontanea e accadere naturalmente’. A volte questo è vero, ma anche la sessualità, come vari altri aspetti della nostra vita, può peggiorare (ad esempio per colpa di routine, problemi di lavoro, scarsa comunicazione, problemi di salute, arrivo dei figli) e può essere migliorata con uno sforzo cosciente. Il fatto che con una certa persona si sia creata da subito una buona intesa sessuale non significa che questa intesa rimarrà sempre a un ottimo livello e che, se per motivi vari diminuisce, riprenda da sola. E ugualmente l’intesa sessuale può essere migliorata nelle coppie in cui una buona intesa sessuale è mancata fin dall’inizio (in molte coppie giovani, che hanno scarsa conoscenza delle propria sessualità e poca esperienza di rapporti sessuali, l’intesa sessuale è spesso carente).
      • Io e il mio partner dobbiamo sempre avere l’orgasmo simultaneo‘. Nei film l’orgasmo è spesso simultaneo (così il regista può passare rapidamente alla scena successiva), ma la vita non è un film. Anche se l’orgasmo simultaneo accade, accade di rado e richiede un ottimo affiatamento fra i partner. Io direi di considerarlo come una ciliegina sulla torta. Se accade, meglio, se non c’è, bene lo stesso, anche tenendo conto che le donne sono multiorgasmiche.
      • E’ necesaria una consulenza sessuologica solo per problemi gravi‘. Sbagliato, una consulenza sessuologica va richiesta prima che un problema secondario facilmente risolvibile si aggravi e diventi serio. E ugualmente una consulenza sessuologica può essere richiesta anche per migliorare quello che va già abbastanza bene, tutti noi cerchiamo sempre di migliorare.

       

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      Vedi gli altri articoli dedicati all’intimità di coppia e alla consulenza sessuologica:

       

         

        Definizione e trattamento dell’eiaculazione precoce in una prospettiva di coppia

        Comunicazione al Convegno CIS MALATTIA: LA SFIDA DELL’EROS Qualità della vita sessuale nell’insorgenza di una malattia Bologna 9-10-11 Novembre 2017

        Nel trattamento dell’eiaculazione precoce (EP) l’attenzione è solitamente rivolta all’uomo. Così ad esempio negli svariati materiali presenti su internet, una parte dei quali è prodotta da sessuologi, l’immagine classica utilizzata è l’uomo sconsolato in primo piano, seduto dal lato del letto, con la partner ancora distesa che lo guarda ammusonita. E anche nella terapia mansionale classica (H.S. Kaplan) alle donne si richiede semplicemente di mostrare comprensione per le difficoltà maschili e di aiutare il partner a fare una serie di esercizi di focalizzazione e controllo sulla propria (cioè maschile) risposta sessuale. Questo poster sostiene che considerare compiutamente l’EP un problema di coppia offre possibilità aggiuntive di trattamento nella terapia mansionale, grazie soprattutto a un ruolo più attivo della donna.

        In una prospettiva di coppia, l’eiaculazione precoce può essere definita presente quando:

        1. l’eiaculazione avviene sempre o quasi sempre prima che la coppia lo desideri
        2. l’uomo eiacula in genere prima che la donna orgasmi e la donna rimane insoddisfatta
        3. la coppia è scontenta della propria vita sessuale, e prova sentimenti come ad esempio disagio, fastidio, frustrazione e l’evitamento dei rapporti sessuali.

        In una prospettiva di coppia i partner hanno compiti diversi: l’obiettivo della coppia con riferimento all’uomo è aiutarlo a controllare meglio l’eccitazione e allungare la durata del rapporto; l’obiettivo della coppia con riferimento della donna è aiutarla a ridurre i tempi dell’orgasmo integrando nella stimolazione coitale la stimolazione clitoridea diretta.

        Questi obiettivi richiedono di assegnare compiti diversi ai due partner.

        L’uomo deve imparare non solo, come nella terapia mansionale classica, a riconoscere l’arrivo e controllare la propria eiaculazione, ma anche a stimolare meglio la donna sia migliorando e allungando i preliminari che stimolandole il clitoride.

        La donna deve imparare a prolungare il coito maschile imparando a percepire i livelli di eccitazione del partner e chiedendogli quando necessario di rallentare o uscire dalla vagina, scegliere posizioni coitali non troppo coinvolgenti e eccitanti per il partner, evitare di aumentare troppo l’eccitazione del partner con propri movimenti coitali profondi e incontrollati e gemiti già nella fase iniziale del coito.

        La donna deve inoltre migliorare la propria capacità di arrivare all’orgasmo stimolandosi il clitoride durante il coito.

        In sintesi, nell’approccio che proponiamo il/la sessuologo/a deve far sì che entrambi i partner migliorino la conoscenza della sessualità propria e del partner e delle relative tecniche sessuali, mentre nell’approccio classico è previsto più semplicemente che solo l’uomo debba migliorare la conoscenza della propria sessualità.

        L’adozione di una prospettiva di coppia nella definizione e nel trattamento dell’EP offre possibilità di trattamento aggiuntive rispetto alla terapia mansionale classica, basate sul rendere le donne e uomini più competenti e assertivi nel gestire risposta sessuale propria e del partner.

        Riteniamo che questa prospettiva possa aumentare l’efficacia del trattamento soprattutto con coppie in cui l’uomo soffre di EP secondaria e intra moenia.

        Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

         

        Fare l’amore ha tempi e modi che si imparano

        I sessuologi hanno stimato in una pubblicazione scientifica la durata di un rapporto sessuale. Secondo uno studio internazionale un rapporto sessuale, preliminari compresi, dura da 1 a 10 minuti. Per misurare il tempo tra penetrazione ed eiaculazione è stato affidato alle partner un cronometro e la media dell’amplesso si collocava intorno ai 7,3 minuti.

        Ci sono però uomini che corrono molto più veloci. Secondo alcune ricerche della European Society for Sexual Medicine (ESSM), una società scientifica particolarmente interessata alla cura dell’eiaculazione precoce, un uomo su 5 (20%) tiene meno di un minuto, mentre il 10% si piazza fra 1 e 2 minuti. Ma attenzione a pensare che ci sia “un’epidemia di eiaculazione precoce” che è invece una condizione medica complessa.

         

        Un uomo su tre è malato? 

        Leggendo i dati in modo superficiale sembrerebbe che un uomo su tre soffra di eiaculazione precoce. È proprio così? Dipende. Secondo questa logica tutti i ragazzini alle prime esperienze sono malati: la sessualità ha, per maschi e femmine, tempi di apprendimento che sono agevolati dai rapporti di coppia di lunga durata, mentre fra i giovani l’instabilità affettiva è molto frequente. E l’ansia e l’inesperienza possono affrettare i tempi.

         

        Fast sex o slow sex?

        Secondo alcuni studiosi, inoltre, l’eiaculazione precoce non sarebbe una malattia, ma una situazione naturale e il controllo volontario dell’eiaculazione e? il risultato di un apprendimento che avviene con l’addestramento. Il “disturbo” esiste infatti da quando le donne, mutato il ruolo sociale, hanno chiesto l’appagamento sessuale e questo ha allungato i tempi di penetrazione maschile. Secondo Leonore Tiefer, sessuologa della New York University non c’è una normalità in questo campo, così come non c’è una “normalità” nel colore dei capelli. Ci sono persone più veloci ed altre più lente. Non solo. La “norma” cambia con il tempo (e nello spazio).

         

        La tribù dei superveloci

        Nel 1948 uno studio di Alfred Kinsey scopriva che 3 uomini su 4 eiaculavano entro 2 minuti dalla penetrazione ed era considerato non solo accettabile, ma addirittura la prova della potenza maschile. Il sociologo Ross Morrow dell’Università di Sydney sostiene addirittura che sia un problema culturale. In Malesia un popolo considera normale eiaculare dopo 15-30 secondi.


        Quando è un problema

        Rimane il fatto che oggi esistono coppie che possono vivere con disagio i rapporti sessuali troppo veloci. Alcuni uomini addirittura eiaculano durante la fase dei preliminari, prima della penetrazione o al primo contatto con la vagina (la cosiddetta ejaculatio ante portas).

        In questi casi vale la pena parlarne con il proprio partner e farsi aiutare.

         

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        Eiaculazione precoce: le cause nell’adolescenza

        Secondo un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera l’eiaculazione precoce in età adulta può essere causata da comportamenti errati in adolescenza. Uno studio condotto all’Ospedale San Camillo di Roma su 200 pazienti, metà con eiaculazione precoce e metà sani ha rilevato che coloro che da adolescenti si masturbavano di solito in bagno, poi una volta adulti hanno in maggioranza un controllo difficoltoso dell’eiaculazione, inferiore ai 2 minuti.

        Gli adulti che invece da ragazzi si masturbavano di solito a letto, perciò con molta maggiore tranquillità, hanno un controllo assai migliore dell’eiaculazione.

        L’andrologo Giuseppe La Pera, autore dello studio e responsabile dell’ambulatorio del San Camillo specializzato sull’eiaculazione precoce, spiega che ‘Esistono dei muscoli che consentono il controllo dell’eiaculazione: lo stimolo viene in modo naturale, ma noi lo possiamo controllare con efficacia e ritardare anche di molto. Un po’ come succede quando si deve urinare. Masturbarsi in bagno, in fretta, con uno stato di ansia, impedisce che l’adolescente impari a conoscersi, a scoprire il funzionamento di questi muscoli e a imparare a rallentare l’atto. Cosa che ha modo di fare chi si tocca nel letto. Per questo da grandi si può incorrere nell’eiaculazione precoce. Tra i pazienti che ho interpellato, il 90% di chi soffre di eiaculazione precoce si masturbava in bagno, e appena il 10% nel letto’.

        Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.