Come raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale

Vuoi sapere un segreto?
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Solo il 30% delle donne raggiunge l’orgasmo regolarmente durante la penetrazione vaginale (cioè con le spinte del pene in vagina) senza ricorrere all’aiuto della stimolazione manuale del clitoride.

L’equivalente anatomico del pene maschile è il clitoride, è sulla parte esterna del clitoride che si trovano gran parte delle terminazioni nervose che trasmettono il piacere, e la stimolazione della parte esterna del  clitoride è il metodo più facile, per una donna, per raggiungere l’orgasmo.

Pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con la penetrazione vaginale sarebbe come, per un uomo, pretendere di raggiungere l’orgasmo solo con le carezze dei testicoli: in  alcuni casi può accadere, ma è complicato.

Purtroppo Madre Natura ha collocato il clitoride nel posto sbagliato: per far raggiungere facilmente l’orgasmo con la penetrazione anche alle donne, la parte esterna del clitoride avrebbe dovuto essere collocata all’interno o all’imbocco della vagina.

Alcune donne hanno scoperto dei trucchi per raggiungere l’orgasmo con la penetrazione vaginale (nota 1). In generale si tratta di strofinare la zona del clitoride contro il pube maschile o contro il cuscino e/o le lenzuola. Vediamo in dettaglio.

Posizione con la donna sopra

In questa posizione durante la penetrazione vaginale la donna ha la possibilità di muoversi come preferisce. Vediamo alcune testimonianze di donne diverse (p.223-224):

  • Per avere l’orgasmo sto sopra al mio compagno e mi muovo avanti e indietro in modo da strofinare il clitoride contro la base del pene senza che il pene si muova dentro e fuori la vagina.
  • Durante il rapporto ho l’orgasmo quando mi metto in posizione dominante, e strofino il clitoride contro la sua pancia e la zona pubica.
  • Lui sta seduto un po’ coricato, io sono sopra, con il pene in vagina e l’angolo giusto in modo che il suo osso pubico faccia pressione sul clitoride. Nello stesso tempo lui giocherella con i miei capezzoli mentre io muovo il bacino come mi piace di più.

Sfregamento delle due zone pubiche

Questo metodo è molto simile al precedente, con la differenza che lo sfregamento può essere fatto in qualunque posizione. Lo strofinio richiede la penetrazione vaginale completa, con poca o nessuna spinta del pene, e uno dei due partner si muove circolarmente in modo che le due zone genitali si strofinino e si massaggino fra loro, specialmente le labbra e la vulva, o la zona del Monte di Venere della donna.

  • Stiamo distesi sul fianco con le gambe intrecciate in modo che lui abbia una gamba fra le mie, e io una fra le sue, con il pene dentro, così il clitoride sfrega contro il suo osso pubico. Poi mi dimeno un po’ e così raggiungo l’orgasmo.
  • Massimo contatto fisico. Mi piace quando il pene è tutto dentro, e più che muoverci e spingere ci strofiniamo uno contro l’altro.
  • Posso raggiungere l’orgasmo schiacciando strofinando la mia zona pubica, che è molle molto sensibile, contro di lui, che ha il pene dentro ma sta fermo.
  • Gli uomini in genere si muovono troppo per i miei gusti. Mi piace che il mio compagno mi penetri profondamente, schiacci bene sul davanti e si fermi un momentino, ma sono pochi quelli che sanno farlo e hanno voglia. Al momento dell’orgasmo voglio che lui sia molto duro, sia ben dentro stia fermo. Se si muove molto mentre io l’orgasmo, è sempre meno intenso. Di solito gli uomini, quando sentono che sto venendo, si precipitano con loro orgasmo e spesso rovinano il mio.
  • C’è un certo ritmo che mi aiuta moltissimo per raggiungere l’orgasmo. È quando l’uomo si spinge dentro e resta lì ben contro per alcuni secondi invece di tornare subito indietro. Poi preferisco che non si ritragga appena spingo io, ma purtroppo gli uomini di solito non ci riescono.

Sfregamento del clitoride contro cuscino o lenzuola con la donna in posizione prona

In questa modalità l’uomo penetra da dietro la donna che è distesa sul letto a pancia in giù. La donna raggiunge l’orgasmo sfregando il clitoride contro il cuscino o le lenzuola.

Contatto delle zone pubiche durante la penetrazione

Alcune donne durante la penetrazione vaginale raggiungono l’orgasmo stimolando il clitoride spingendolo ad ogni spinta la zona pubica contro quella del partner. Nella maggior parte delle testimonianze è l’uomo che si muove. Le posizioni possono essere quella dell’uomo sopra, oppure uno dei due o tutti e due seduti; la donna può avere le gambe chiuse, aperte, sollevate, o piegate. È difficile mantenere la stimolazione proprio nel punto giusto durante le spinte, perciò è importante che la donna abbia libertà di movimenti.

  • Preferisco che lui stia sopra, ma mi muovo un sacco; sono molto pignola su ritmi e sulle spinte. Devo contorcermi un po’ per trovare i punti piacevoli. Poi se tengo le gambe unite posso regolare la pressione come mi piace di più.
  • Di solito ottengo la stimolazione del clitoride e così raggiungo l’orgasmo schiacciando la mia zona pubica contro quella del mio compagno, seguendo un certo ritmo. Faccio fatica a venire se stiamo in piedi o se mi penetra da dietro, perché manca la pressione fondamentale delle due zone pubiche. Quando lui sta sopra di solito gli prendo il sedere con le mani e guido i suoi movimenti, se non sta già facendo quello che voglio io.
  • Quando facciamo l’amore lui sta sopra, e siamo leggermente arcuati in modo che la mia zona clitoridea sia nella posizione migliore per ricevere la stimolazione delle spinte dei due corpi.
  • Durante il rapporto, se lui è molto attivo e regolare, e non cambia ritmo pressione, e se io mi concentro attivamente sulla sensazione, qualche volta raggiungo l’orgasmo. Dipende anche dal compagno e dall’angolazione formata dai nostri due corpi.
  • Penso sia una questione di anatomia e di psicologia assieme; per esempio con un dato uomo il mio corpo si incastra bene e i movimenti dentro e fuori del pene mi stimolano bene il clitoride e raggiungo l’orgasmo. Ma di solito non succede.
  • Penso che la posizione e la misura degli organi genitali di una coppia abbia un ruolo importante nella stimolazione. C’è uno dei miei compagni che ha degli organi genitali che mi vanno a pennello e con lui raggiungo l’orgasmo facilmente.
  • Deve esserci un movimento ritmico dei due corpi, che non va interrotto perché da un momento all’altro lui sta quasi per eiaculare. Se sento il pene entrare uscire dalla vagina con un ritmo costante riesco a concentrare la sensazione e a iniziare la mia costante ascesa all’orgasmo.

In questa modalità alcune donne hanno definito in dettaglio il tipo di spinte preferite (228 – 229):

  • (Preferisco) un movimento lento, dolce, sensibile, deciso.
  • Spinte forti e lente, con un po’ di strofinio quando la penetrazione è completa.
  • Introduzione dolce, poi spinte del pene lente, in profondità, man mano più veloci. Ho scoperto che quando il movimento è nel complesso ritmico, riesco a rilassarmi e raggiungo l’orgasmo più facilmente perché non devo concentrarmi su cosa succederà dopo.
  • Non mi va di essere cavalcata violentemente, preferisco un approccio più ‘scivolato’.
  • Non mi piace essere violentata, non so se mi spiego.

Frequente reintroduzione del pene in vagina

Questa tecnica consiste nel muovere il pene intorno alle grandi labbra, oppure uscire completamente ad ogni spinta, cosicché l’ingresso della vagina e le labbra sono costantemente stirate e stimolate.

  • Mi piacciono i colpi ritmici profondi, un po’ lenti, che escono quasi dalla vagina per poi rientrare subito. Molti uomini, troppi, fanno dei movimenti brevissimi, in pratica stirano solo la loro pelle, stimolando poco o niente l’apertura vaginale. Prima di iniziare il rapporto mi piace anche che la punta del pene picchi un po’ contro l’apertura vaginale.
  • Mi piace moltissimo ogni tipo di stiramento o di tensione all’apertura vaginale. Entrare tutto dentro, puoi uscire tutto un’altra volta, e così via.
  • Una volta, con un uomo esperto più vecchio di me che non riusciva ad avere l’erezione, ho scoperto che il pene floscio all’ingresso vaginale mi eccita molto. Sono riuscito ad avere un orgasmo ‘vaginale’ con lui. L’unico orgasmo ‘vaginale’ che ho avuto finora.
  • Per me per raggiungere l’orgasmo ci vuole un movimento eccitante, di tipo rotatorio intorno alle labbra, un po’ di stimolazione del  clitoride e alla fine una profonda penetrazione.

Ricerca dell’angolo ‘giusto’ durante la penetrazione

In una ricerca condotta nel 2014-2018 dalla Indiana University School of Medicine assieme ad altri partner (vedi una sintesi in italiano) è emersa una tecnica in cui la donna, sia prona che supina, prova a cambiare l’angolo di penetrazione ruotando o alzando o abbassando il bacino (a volte con l’aiuto di un cuscino) fino a trovare l’angolo esatto in cui il pene sfrega la vagina provocando maggiore piacere.

………………..

Il raggiungimento dell’orgasmo femminile con la sola penetrazione vaginale non funziona con tutte le donne, non funziona sempre, richiede che l’uomo abbia imparato a ritardare i tempi della propria eiaculazione, cosa non scontata. Perciò in generale non è una buona scelta.

Integrazione della penetrazione vaginale con la stimolazione diretta del clitoride

Nel Rapporto Hite ci sono numerose testimonianze di donne che raccontano come hanno integrato la stimolazione clitoridea con la penetrazione vaginale (p.235-239).

  • Il mio compagno sta pancia in su, io sto sopra con il pene in vagina. Si mette in ginocchio con la parte alta del corpo sollevata in modo che lui riesce alzare la testa e succhiarmi i capezzoli. Lui allunga la mano, la infila fra i nostri due corpi e con le dita stimola direttamente il clitoride della zona circostante. Con l’altra mano mi tocca il corpo e specialmente il sedere. Intanto mi muovo come mi piace di più.
  • Durante il rapporto, sul fianco, prendo in mano la porzione di pene che non è dentro in vagina, la massaggio, e nello stesso tempo mi procuro la stimolazione clitoridea e raggiungo l’orgasmo.
  • Durante il rapporto io sto sopra, seduta. Lui mi tocca leggermente il clitoride con un dito, una mano o tutt’e due le mani, e io mi ci muovo contro come mi piace di più.
  • Mi piace essere penetrata da dietro, in modo da poter stimolare contemporaneamente il clitoride.
  • Quando facciamo l’amore ci muoviamo in modo lento e sinuoso, io schiaccio le labbra della vagina intorno al pene mentre con le mani gli accarezzo il pene che entra ed esce, o mentre mi masturbo e/o stringo forte le gambe.
  • Quando facciamo l’amore lui sta su un fianco, io so pancia in su con una gamba sopra le sue e il pene dentro, lui mi masturba o lo faccio io. Sono io che controllo i movimenti del corpo.
  • Mi siedo sopra con il pene nella vagina. Poi mi distendo fino ad adagiarmi completamente e lui mi stimola il clitoride con le dita.
  • Se vogliamo l’orgasmo più o meno simultaneo, ci mettiamo nella posizione del missionario. Lui mi scopa per un po’, si eccita fino a un certo punto, poi si sposta un pochino in modo che io possa stimolarmi il clitoride mentre lui è ancora dentro. Quando arrivo a un certo punto lui riparte. Andiamo avanti a turni finché uno dei due si stanca e non resiste più. Se vengo prima io, il rapporto è estremamente piacevole. Se viene prima lui, sta sopra e dentro finché non svanisce anche l’ultima sensazione, poi si distende accanto a me e mi incoraggia mentre mi masturbo.

Stimolazione del clitoride senza penetrazione vaginale

Altre donne, invece, raccontano di rapporti dove stimolazione del clitoride e penetrazione vaginale non sono direttamente integrati.

  • Io sto a pancia in giù, lui si distende sopra di me, infila la mano sotto mi fa venire, venire, venire, non smette mai, non mi lascia alzare! È fantastico! (285)
  • Se non lo fanno gli metto io le dita dove voglio, e poi gli faccio vedere il movimento e la quantità di pressione che desidero. Porta sempre all’orgasmo, se sono pazienti e abbastanza sensibili da seguire le mie istruzioni. (282)
  • Mi strofina la zona genitale e poi le labbra: le apre e continua a esplorare finché io non mostro segni di eccitazione, senza parlare. Continua a strofinarmi per un orgasmo o due, poi qualche volta mi stimola il clitoride oralmente leccandomi e succhiandomi; un modo di fare deciso è più soddisfacente. In queste occasioni lui si bagna le dita con la secrezione vaginale e poi ne infila uno o due in vagina. Qualche volta s’addentra molto in vagina anche con la lingua. (286)
  • Un altro metodo è quello di metterci tutti e due a pancia in giù. Io sto sopra e strofino il clitoride contro le sue natiche. Qualche volta con le mani giocherello con i suoi testicoli e col pene (287)
  • Un uomo non riesce a stimolarmi clitoride fino a raggiungere l’orgasmo. Devo farlo io. Lui non può sentire gli effetti della stimolazione, io si. (289)
  • La cosa migliore che abbiamo trovato finora è stimolarmi da sola prima di scopare. Siamo contenti tutti e due, mi lubrifica e mi prepara la vagina rapporto, che poi godo molto, e a mio marito piace guardarmi mentre mi stimolo. Perciò funziona. (289)
  • Ci piace masturbarci tutti e due e fare un po’ i guardoni. (289)
  • Di solito iniziamo con lunghi elenchi baci carezze, e poi passiamo alla stimolazione reciproca manuale e qualche volta orale. Man mano che mi eccito, diventa difficile badare a quello che gli faccio, e alla fine smetto, e lascio che mi stimoli lui fino a raggiungere parecchi orgasmi. Poi mi penetra. (453).

Non solo orgasmo. Il piacere dell’initimità

Altre donne sottolineano che una buona intimità vale più del raggiungimento costante dell’orgasmo.

  • Per me l’intimità con un’altra persona è più importante dell’orgasmo (che, se necessario, raggiungo da sola). Se dovessi scegliere fra le due cose, sceglierei l’intimità. Mi piace da matti baciare, abbracciare, accarezzare, guardare e toccare l’altra persona. Mi sento più partecipe se non si parte subito con la stimolazione genitale, specialmente quando non ci conosciamo ancora bene, perché con l’eccitazione genitale dell’orgasmo devo concentrarmi su me stessa, perciò in quei momenti mi sento più sola, anche se queste esperienze possono essere vissute ugualmente insieme. (458 – 459)
  • Mi sembra deplorevole questa enfasi sull’orgasmo, la separazione dell’orgasmo dalla sensualità generale, dal calore, dalla sincerità dall’amore. Ho la sensazione che la sessualità delle donne emuli in questo lo stile meccanico maschile che punta all’orgasmo. I buoni rapporti sessuali, almeno per me, sono molto più legati a una vera comunicazione e intimità, una specie di coccole appassionate. (459)
  • Per me accarezzarsi su tutto il corpo è più importante dell’orgasmo. Baciarsi, accarezzarsi nel cuore della notte, ascoltare il respiro e il battito del cuore, sorridere, guardarsi negli occhi (molto importante), parlarsi sinceramente come si fa a letto dopo aver fatto l’amore, tutto questo rende i rapporti sessuali qualcosa di super speciale, che non può essere rimpiazzato dalla masturbazione o dall’orgasmo. Abbracciarsi, dirsi ti amo e t’amerò sempre, ti voglio molto bene, ti regalo il mio cuore e la mia anima, e accetto con piacere la tua, vale il mondo intero. Rinuncerei all’orgasmo per un’esperienza così, in qualunque momento. (460)
  • Non può piacere avere rapporti sessuali se non piacciono le carezze che si danno e si ricevono. Il piacere più grande è l’intimità fisica. Io e il mio amante attuale passiamo da due a sei ore ad accarezzarci, toccarci, coccolarci e abbracciarci, baciarci, riposarci l’uno nelle braccia dell’altro. È meraviglioso! (460)

 

NOTA 1: Così secondo il Rapporto Hite. La ricerca è stata condotta negli anni 70 sotto la supervisione della ricercatrice americana Shere Hite su circa 3000 donne americane. Le citazioni sono riprese dall’edizione pubblicata in Italia nel 2001: Hite S. (2001) Il Rapporto Hite. Una inchiesta sulla nuova sessualità femminile. I dati sulla percentuale di donne che non orgasmano (vedi l’elaborazione a p. 502-505 dell’edizione italiana 2001) sono stati raccolti e elaborati dalla Hite in maniera un po’ confusa. Le testimonianze sono riprese dalle pagine 222-234.

 

Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.

 

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Mio figlio innamorato mi ha spiegato (finalmente) come funzionano gli uomini

Lui, quindicenne, ama pazzamente la sua Veronica (il nome è di fantasia altrimenti mi uccide). Lui Veronica la pensa ardentemente, come solo un quindicenne sa fare. E — posso giurarlo — soffre sinceramente per lei. Insomma, lui la ama! Eppure, il piccolo uomo che ama — fatte salve le eccezioni che confermano la regola — alla Veronica che lo tartassa di messaggini non risponde (quasi) mai!
Mi sorprendo allora a considerare, per la prima volta, che esista davvero l’eventualità che non ci sia dolo (e tantomeno strategia) nei prolungati mutismi dei maschi ai miliardi di messaggi d’amore che noi (donne innamorate) continuiamo a mandare senza soluzione di continuità.

Espongo il caso (quasi clinico): lei lo pensa intensamente, in ogni secondo della sua giornata, e gli scriverebbe anche con tale cadenza se non si sentisse stupida e invadente. Così dilaziona quanto può, lei. E qualunque cosa faccia, dalla più importante alla più banale, finisce per comunicarla al suo lui, perché lei lo ama e se lo ama non può resistere: deve scriverglielo e riaverne (ovviamente) congrua conferma. Il telefono (di lei) tuttavia tace o, al massimo, registra un qualche monosillabo qua e là. Ma è quando arriva la sera che (questa è statistica!) lei non riesce più a trattenere dubbi e frustrazioni — largamente esondate oltre la soglia di sicurezza — e tataaà!: lo folgora con un acidissimo messaggino in cui gli rinfaccia di averla abbandonata, dimenticata e perché no anche tradita.

E qui l’incredibile scoperta: lui, letto l’indecifrabile (a suo dire) resoconto serale della sua amata, corre da me — sua madre — sconvolto. Mi chiede lumi e cade dal pero (ma veramente!) con la bocca spalancata, esterrefatto di fronte alle (comprensibili per me) scenate di lei. E a me, che cerco di spiegargli cosa significhi per una donna sentire vicina l’altra persona e bla e bla e bla, lui angelicamente replica, alle otto di sera: «Ma mamma, le avevo scritto stamattina!!!!».
Il caso sembra dunque risolto. Lampante: uomini e donne hanno semplicemente progettisti diversi (alle spalle).

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Orgasmo femminile: una ricerca svela l’origine

Può darsi che molte donne non se lo siano mai chiesto, ma gli scienziati sicuramente si sono domandati per secoli perché esista l’orgasmo femminile: la risposta, attesa dai tempi degli antichi greci, è arrivata solamente oggi.

Gli studenti di Aristotele, infatti, già si erano posti la domanda sul perché le donne avessero un orgasmo, dato che questo momento topico sembrava non avere un ruolo utile nella riproduzione. Una versione che è stata smentita solo nel 2016, dopo anni e anni di ricerca: secondo un nuovo studio condotto dagli scienziati dell’Università di Yale e dell’ospedale pediatrico di Cincinnati, l’orgasmo femminile aveva una volta uno scopo estremamente importante.

L’orgasmo femminile, infatti, stimola la produzione di due ormoni nel cervello, la prolattina e l’ossitocina; in molti mammiferi, questi ormoni danno la spinta necessaria alle ovaie nella produzione degli ovuli. Negli umani (e non solo), l’ovulazione veniva indotta dall’uomo durante l’atto sessuale, e, di conseguenza, la produzione di un ovulo, almeno all’inizio della specie umana, poteva avvenire solo dopo aver avuto un orgasmo.

Oggi il ciclo ovogenetico non dipende dall’attività sessuale, ma gli scienziati credono che un tempo la riproduzione tra esseri umani funzionasse nel modo descritto in precedenza. Solo successivamente, il ciclo mestruale sarebbe comparso, stando sempre ai risultati di questa ricerca, facendo diventare superfluo l’orgasmo da un punto di vista esclusivamente riproduttivo.

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L’autoerotismo fa bene (anche) alle donne italiane

donna felice per orgasmo
La masturbazione femminile in Italia

I benefici della masturbazione

 

‘Il sesso non è un istinto ma un apprendistato continuo. L’autoerotismo permette di imparare a conoscere le proprie reazioni, di abituarsi all’eccitazione, al piacere e all’orgasmo‘ (nota 1). Le donne che sanno come darsi piacere hanno meno problemi di natura sessuale.

 

Nel libro Il Rapporto Hite (nota 2) varie donne spiegano i vantaggi della masturbazione:

  • La masturbazione mi ha aiutato a capire come avere un orgasmo, e riconoscere gli stati di eccitazione che attraverso.
  • La masturbazione mi ha insegnato ad avere gli orgasmi ad accettarli; cosa sono, come si reagisce, come ci si sente dopo, che sensazioni ho dopo che sono venuta.
  • Grazie alla masturbazione mi sono resa conto che potevo raggiungere l’orgasmo. Adesso so com’è e so di essere normale.
  • La masturbazione è un modo per esplorarsi e imparare cose sul proprio corpo senza dipendere da un uomo. Il primo uomo col quale sono stata a letto dava per scontato che non avevo mai avuto un orgasmo e che doveva insegnarmelo lui. Naturalmente io non ero tenuta a pensare lo stesso per lui.
  • La masturbazione un modo per esplorare la propria sessualità senza l’imbarazzo di avere vicino qualcuno.
  • La masturbazione sviluppa la sessualità, perché si impara toccare sé stessi e quindi gli altri. Forse l’unico pericolo è farlo troppo bene, perché si può fare come si preferisce, mentre magari gli uomini non ci riescono.
  • La masturbazione è l’unico modo in cui vengo senza disagio e imbarazzo, senza sentirmi in dovere di arrivare per amore del mio compagno. Sono padrona del mio corpo perché non devo dipendere da un’altra persona per la soddisfazione sessuale. Dato che ho questa possibilità posso decidere io le mie relazioni.
  • La masturbazione mi dà la possibilità di scaricare le tensioni quando mi pare, senza dover uscire per trovarmi un compagno sessuale che potrebbe anche non soddisfarmi. E non ci sono complicazioni emotive.
  • È bello, e non ci si sente in colpa perché si va a letto col primo che capita, non ci si sente usata, e non bisogna più preoccuparsi di non restare incinta e di non prendere le malattie veneree.
  • La masturbazione scarica le frustrazioni e dà sfogo all’energia. È un modo di fare sesso controllando completamente la situazione.
  • Tempo fa consideravo la masturbazione una risorsa estrema, ma adesso la ritengo solo un’alternativa in più. Mi sentivo sempre in colpa se mi masturbavo quando vivevo con qualcuno, adesso penso che sia ridicolo.
  • In questo momento la masturbazione è la mia unica attività sessuale, perché sono vedova da due anni, e non mi è ancora venuta voglia di trovare amici nuovi. Non è niente male. Mi sono masturbata per tutta la vita, irregolarmente, ogni volta che ne sentivo il bisogno, adesso è diventata una componente regolare giornaliera della mia vita. A dire il vero mi piace proprio.
  • Per me masturbarmi significa simbolicamente essermi liberato dell’idea che il sesso sia una cosa brutta. Essendo cattolica, mi hanno insegnato a pensare che né io né altri dobbiamo trarre piacere o potere dal mio corpo. Inoltre sentivo che il mio corpo era qualcosa di sporco e ritenevo anche il sesso una cosa sporca. Ho avuto rapporti prima di imparare a masturbarmi. Così per me masturbarmi voleva dire che ero riuscita ad accettare il mio corpo come un mezzo per ottenere piacere.
  • Aiuta a calmarmi, sentirmi al caldo (ho molto freddo la sera), dormire, esprimere le mie fantasie sessuali, soddisfare le attuali esigenze sessuali.
  • Il mattino ha masturbazione mi aiuta svegliarmi. Dà una carica di energia.
  • Ciò messo un sacco di tempo a capire che la mia sessualità è mia e che devo godermela, non è una cosa che devo a mio marito a qualcun altro. È bello divertirsi da sole.

 

Oltre a migliorare la conoscenza del proprio corpo e delle proprie reazioni erotiche e facilitare così il raggiungimento del piacere nei rapporti sessuali, gli orgasmi provocano il rilascio di dopamina e ossitocina che migliorano la sensazione di benessere. Questo effetto può essere utile per ridure l’ansia, favorire il sonno, ridurre il dolore dei crampi mestruali (anche se in alcune donne le contrazioni possono avere l’effetto opposto).

 

La masturbazione aiuta le donne anorgasmiche a raggiungere l’orgasmo

 

Anche queste testimonianze sono riprese dal Rapporto Hite (nota 2):

  • Ho avuto il primo orgasmo a 21 anni, masturbandomi. Non ne ho avuti con un compagno fino a 33 anni, anche se mi sono sposata 18.
  • Fino all’anno scorso non avevo l’orgasmo. Ho imparato grazie alla masturbazione. Ho visto cosa mi stimolava e poi ho incoraggiato il mio uomo a farmi raggiungere l’orgasmo.
  • Raggiungo l’orgasmo da circa un anno. Prima m’interessava molto, ne ero quasi ossessionata. Poi mi sono resa conto che dovevo imparare a masturbarmi fino all’orgasmo, cosa che non avevo mai fatto. Ho comprato un vibratore, Ho avuto un orgasmo la prima volta che l’ho usato!
  • Credevo di avere l’orgasmo, ma non avevo capito niente. Poi il mio compagno ha cominciato a stimolarmi clitoride in tanti modi e di colpo, l’orgasmo! Un mondo tutto nuovo.
  • Raggiungo l’orgasmo da quando ho scoperto il clitoride, e purtroppo l’ho trovato dopo sette anni di rapporti vaginali.
  • Ho 38 anni, sposata con due figli. Il primo rapporto l’ho avuto con mio marito a 27 anni, tre anni prima di sposarci. Era ed è l’unica persona con cui sono stata a letto. Circa tre mesi fa ho avuto il mio primo orgasmo, senza contare quei pochi che ho avuto negli ultimi due anni durante le mie fantasie sessuali. Desideravo moltissimo quel primo orgasmo, mi sono messa d’impegno, e quando l’ho avuto masturbandomi, ero pazza di gioia. Adesso ho sempre l’orgasmo e mi piace da matti; sono sempre più belli. Mi masturbo almeno due volte al giorno, di solito di più. Ci ho messo di più a imparare ad averlo quando facciamo l’amore, ogni due o tre giorni, ma adesso vengo sempre.
  • Ho provato dozzine, forse centinaia di volte a stimolare la zona clitoridea per raggiungere l’orgasmo, ma senza vibratore non ci sono mai riuscita.
  • Il vibratore è un aiuto enorme, specialmente se non si è mai avuto un orgasmo. Bisogna costruirsi una tecnica su misura, e forse ci vorrà un po’ di tempo. Per me il contatto diretto con il vibratore è troppo, mi dà un piacere misto a dolore. Se mi giro, o attutiscono le vibrazioni con un cuscino, e sfrutto le vibrazioni delle dita, causate dal fatto che ho in mano il vibratore, riesco a smorzare l’intensità della stimolazione. Se una cosa procura piacere quando si crede di essere refrattari al piacere, perché non adoperarla?

 

L’esperienza della masturbazione delle donne italiane

 

Ma qual è la diffusione della masturbazione femminile in solitario? (scrivo in solitario per differenziarla dalla masturbazione che pouò avvenire durante i rapporti sessuali).

 

Negli Stati Uniti, secondo una ricerca dell’Indiana University che risale ormai al 2009 solo il 7,9% delle donne fra i 25 e i 29 anni intervistate si masturbava in solitario da 2 a 3 volte la settimana contro il 23,4 % degli uomini della stessa fascia di età.

 

Per l’Italia abbiamo i dati raccolti nel 2006-2007 su un campione di circa 7.000 persone rappresentativo dell’intera popolazione italiana (nota 3). Secondo questi dati gli Italiani dai 18 ai 70 anni che si erano masturbati nei 12 mesi precedenti erano circa 14 milioni, pari al 34% (p.163 del libro citato alla nota 2, da cui sono ripresi anche i passi che seguono). Le donne italiane dai 25 ai 29 anni che si masturbavano 2-3 volte al mese erano il 12% contro il 20% degli uomini (p.164).

 

In media le donne italiane cominciano a procurarsi piacere da sole 7 anni più tardi degli uomini. Spesso imparano questa pratica da un partner oppure in modo casuale mentre si lavano o esplorando il proprio corpo. Marta: È iniziato tutto lavandomi, facendomi il bidet. Ho sentito l’acqua che scorreva ho detto Minchia qua ci sta qualcosa e da lì ho cominciato anche a masturbarmi quando avevo 14 o 15 anni. (p.165).

 

Per il 21% delle donne il rapporto sessuale precede l’esperienza della masturbazione (per gli uomini invece accade solo nel 6% dei casi). Roberta: Mi sono masturbata dopo aver scoperto l’orgasmo, perché in realtà non avevo idea che si potesse sentire una cosa come quella. Il mio primo orgasmo è stato in compagnia del mio primo fidanzatino. Io avevo 26 anni e lui ne aveva 22. L’orgasmo è stato causato dal rapporto orale, quindi è stata una cosa micidiale.

 

A volte le donne imparano le tecniche dell’autoerotismo dal partner. Sabrina: È avvenuto in un pomeriggio passato a letto giocando, ridendo ascoltando la radio. Lui era una persona abbastanza fantasiosa e quindi mi ha proposto un nuovo gioco. Io ero abbastanza disponibile a farlo. È stato divertente. È stato un gioco però. Poi ho capito che volendo, come sostituto, in mancanza d’altro, si poteva fare.

 

Gaia: È successo che il mio primo ragazzo masturbasse me e io scoprissi da lì di provare piacere e proseguissi anche da sola. Finiva così che, anche quando ero da sola, pensavo o al momento in cui ero con lui oppure di scoprire il mio corpo, anche per vedere i luoghi in cui potevo provare più piacere, in modo da suggerirli a lui. Era una cosa non solo fatta per il mio piacere personale, ma anche finalizzata a migliorare il nostro rapporto assieme.

 

In alcuni casi la masturbazione serve a ovviare alle carenze del rapporto con il partner. Vittoria: Il mio ragazzo era velocissimo. Di conseguenza io non riuscivo ad avere i suoi tempi. Lui, egoista com’era, non aspettava, e di conseguenza ho fatto questa scoperta. Veramente ne avevo bisogno, perché sentivo che non era appagata, anzi, avevo dei disturbi, perché rimanevo comunque stand-by e non avevo avuto nulla e quindi decidevo poi di fare da me. Da sola, perché con lui era come umiliarlo. Quando lui andava via, concludevo il rapporto fra me e me.

 

La masturbazione può essere anche una risposta al dolore. Maddalena: Ancora adesso non riesco a darmi una spiegazione di quella volta. Avevo il marito in ospedale, era abbastanza grave, aveva subito un’operazione. Sono venuta a casa. Ero nel ripostiglio di casa mia, cosa assurda. Mi sono messa a piangere e mi sono masturbata. (171).

 

Nicoletta: Ho iniziato la masturbazione solo dopo aver iniziato la psicoterapia. Un giorno la psicologa dalla quale andava mi ha chiesto: ‘La masturbazione ne vogliamo parlare?’ E io: ‘Oddio cosa?’ e lei: ‘Ma stai scherzando? Guarda, te lo do come compito a casa. (171).

 

Dopo il matrimonio la quota di persone che si masturbano pur diminuendo resta significativa. Fra i coniugati che hanno da 30 a 60 anni più di un terzo degli uomini e quasi un quinto delle donne praticano l’autoerotismo. Nella popolazione maschile coloro che hanno frequenti rapporti sessuali si masturbano tanto quanto quelli che li hanno più raramente, nella popolazione femminile invece quanto più spesso una donna fa l’amore con un partner tanto è più facile che si dia anche il piacere da sola (174).

 

NOTE

1.Così Philippe Brenot in questa pagina.
2. Hite S. (trad. it. 1977), Il Rapporto Hite, pagg. 54-59
3. vedi M. Barbagli, G. della Zuanna, F. Garelli (201o), La sessualità degli italiani.

 

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Autore © Leonardo Evangelista. L’articolo rispecchia le opinioni dell’autore al momento dell’ultima modifica. Vedi le indicazioni relative a Informativa Privacy, cookie policy e Copyright.