Perché molte donne quando fanno l’amore sono più rumorose degli uomini?

Uno studio realizzato nel 2010 (nota 1) ha chiesto a 71 donne perché gemevano di piacere durante i rapporti sessuali. Il 66% ha risposto che gemeva per accelerare l’eiaculazione dei loro partner e terminare prima il rapporto. L’87% ha risposto che gemere migliora la propria autostima.

 

Lo studio ha rivelato che le donne orgasmavano più di frequente con la manipolazione del clitoride (diretta o fatta dal partner) o quando ricevevano sesso orale, e meno frequentemente durante la penetrazione vaginale. I gemiti al contrario erano più frequenti in concomitanza dell’orgasmo maschile che in corrispondenza del proprio orgasmo. Questi dati dimostrano una dissociazione fra il raggiungimento dell’orgasmo femminile e le vocalizzazioni e mostrano che almeno uno dei motivi per queste vocalizzazioni, che sono risultate essere sotto controllo cosciente, è la manipolazione del maschio. In concreto le donne che hanno partecipato all’indagine gemevano quando erano annoiate, stanche, o a disagio, in modo da accelerare l’eiaculazione maschile e terminare prima il rapporto sessuale.

 

I risultati dello studio non sono molto incoraggianti, tuttavia l’analisi dei commenti alle pagine Web che presentavano i risultati dello studio ci danno anche altri punti di vista. Riporto alcuni commenti e mi sono sembrati significativi ripresi da alcune pagine Web e i nick dei loro autori.

 

Dalla pagina https://www.girlsaskguys.com/sexual-health/q246223-why-do-women-make-so-much-noise-during-sex

 

  1. Avengedromance: Personalmente faccio rumore (dico cose del tipo ‘più forte!’, oppure ‘si, ancora!’) perché in questo modo il mio ragazzo sa che mi sento bene e lo incoraggio. Preferiresti avere a che fare con una ragazza passiva come una pianta o preferisci sapere che ci sentiamo bene? In generale riesco ad abbassare i toni ma il rumore viene fuori comunque. Per non fare rumore devo impegnarmi parecchio, di solito mi mordo il labbro.

 

  1. Selfishstars: gemere è veramente una bella sensazione. I miei rumori sono naturali ma se necessario posso stare in silenzio. Se mi trovo in una situazione in cui posso gridare quanto mi piace, allora non mi trattengo perché molto piacevole lasciarsi andare e gemere mi aiuta a rilassarmi e a eccitarmi ulteriormente.

 

  1. Beans: la maggior parte delle volte che faccio l’amore sto così bene che non posso evitare di fare rumore. Questa è la verità e questo prova anche che gli uomini non possono sperimentare niente di simile a un orgasmo femminile. Le donne hanno orgasmi più intensi.

 

  1. Lelebear: gridare mi fa sentire così bene. Per me è molto difficile controllarmi e stare in silenzio mi rovina l’esperienza.

 

  1. Anonima: il modo più semplice in cui posso spiegarlo è con un paragone con le risate. Se ti capita qualcosa di buffo non puoi evitare di ridere. Lo stesso quando fai l’amore: se ti senti bene non puoi stare zitta.

 

Dalla pagina http://thechart.blogs.cnn.com/2012/03/08/why-women-moan-during-sex/

 

  1. Sassy: sì, mi è capitato di gemere per accelerare i tempi quando il sesso era noioso, ma in genere quando il sesso è molto piacevole non posso evitare di gemere o addirittura di gridare. E grido prima dell’orgasmo maschile perché in questo modo di solito il mio partner diventa più rude, più concentrato, più duro e tutto questo è una bella sensazione. Le donne gemono non solo per l’orgasmo, ma gemono e addirittura gridano perché sono sopraffatte dalle sensazioni, Il piacere che possiamo ottenere con la masturbazione è meno intenso e soddisfacente di quello dei rapporti sessuali anche se è più facile raggiungere l’orgasmo da sole perché non c’è pressione non ti preoccupi se sei grassa o se i tuoi seni sono troppo piccoli.

 

Dalla pagina http://www.evanmarckatz.com/blog/sex/why-are-women-louder-than-men-during-sex/

 

  1. Karmic Equation: quando ho iniziato a fare sesso ero molto discreta. Dopo 20 anni grido abbastanza. Per quel che mi riguarda più sto bene e più grido, e così il mio volume ha più a che fare con me che col mio partner. I miei amici uomini mi dicono che gli piacciono le donne che fanno rumore perché il rumore li eccita o li fa sentire attori del loro film porno. Sapendo questo non mi trattengo più e sono rumorosa, dico cose sporche, cose carine, chiedo, supplico, tutto quello che mi viene in mente per assecondare le fantasie del mio uomo; in questo modo trovo che il sesso è migliore anche per me. Io credo che le grida delle donne migliorino l’esperienza sessuale per entrambi i partner. I miei partner precedenti al mio boy-friend attuale erano silenziosi come topi. Il mio uomo attuale fa rumori maschili e esprime i propri pensieri, a volte teneri a volte no, ma sempre eccitanti. Devo dire che le sue modalità di vocalizzazioni mi eccitano tantissimo. Penso però che se lui gridasse più forte di me, per me sarebbe totalmente scoraggiante.

 

  1. Ellen: la mia esperienza è che più invecchio e più aumenta la confidenza in me stessa e più grido. Quando gli uomini sono troppo silenziosi non è piacevole, perché mi porta a chiedermi se sono presi come me. L’altra notte ho chiesto al mio boy-friend e lui mi ha detto che non fa rumori soprattutto perché è molto focalizzato su di me. Carino no?

 

  1. Darken: io presto molta attenzione a mia moglie, per vedere se è eccitata; niente mi eccita maggiormente. Io sono veramente silenzioso ma dico cose sporche perché so che a lei piace. Per essere onesto io faccio tutte le cose che piacciono a lei. Perché quando lei è eccitata anche io lo sono.

 

  1. Sunflower: a me personalmente far rumore viene naturale e non capisco come alcune donne possano essere completamente silenziose. Anch’io trovo scoraggianti gli uomini che fanno troppo rumore; non mi sembrano naturali. Può darsi perché si pensa che gli uomini debbano essere forti e noi donne dei fiori delicati?

 

  1. Zann: io sono diventata più rumorosa via via che migliorava la mia conoscenza del sesso e del mio corpo. Fare rumore è molto liberatorio per me. Io credo che le donne siano naturalmente portate a far rumore, ma la cultura per lungo tempo ci ha soffocato perché non era ammesso che alle donne piacesse fare sesso. Gli uomini hanno sempre espresso apprezzamenti e sono rimasti eccitati dai miei rumori durante i rapporti sessuali, mai nessun uomo mi ha chiesto di stare in silenzio. Gli uomini si esprimono meno di me, e quando si esprimono, tendono di più a usare parole invece che suoni. Uomini diversi preferiscono da me rumori diversi, ed è usualmente abbastanza facile capire qualoi rumori desiderano. Ho avuto un partner che era molto rumoroso, con una voce forte profonda. All’inizio mi aveva sorpreso ma poi è diventato distraente; mi sembrava completamente artificioso. Non era sexy.

 

  1. Jan: vorrei premettere che quello che dico è solamente la mia esperienza. Altre donne possono avere esperienze diverse, io posso solo commentare sulla base della mia. La mia esperienza è che durante i rapporti sessuali la mia mente si svuota completamente e seguo solamente il mio istinto. Per esempio non penso in maniera conscia ‘adesso le mie gambe stringeranno le sue e la mia vagina darà al suo pene una stretta di benvenuto’, semplicemente lo faccio senza pensarci. In concreto, il mio cervello si spegne. Non posso formulare nessun pensiero coerente a meno che non ignori le sensazioni che provo e concentri tutta la mia energia su questo pensiero. Quando mi capita il mio orgasmo si allontana. Anche se sto quasi per venire mi ritrovo a 100 miglia di distanza. Come risultato dello spegnimento del cervello io tendo istintivamente a gemere in risposta a stimoli positivi o negativi. Le poche volte che ho cercato di rimanere silenziosa ho dovuto focalizzare tutta la mia energia su questo obiettivo e non sentivo le sensazioni erotiche. La migliore analogia che posso trovare è quando stai facendo qualcosa e sei così concentrata che non senti la fame fino a che non hai finito. Per quel che riguarda i miei partner, se fanno un po’ di rumore va bene. Ma se ne fanno molto, oppure parlano, oppure mi fanno delle domande, eccetera, tutto questo costringe il mio cervello a riattivarsi e il mio orgasmo si allontana, anzi di solito finisce che non arrivo all’orgasmo.

Tutto questo ha causato una serie di conseguenze nella mia vita sessuale:
1 tendo a fare rumori mentre faccio sesso
2 non mi piacciono gli uomini che fanno molto rumore mentre facciamo sesso
3 tendo a fare sesso con uomini di successo.

Il motivo per il terzo punto è che gli uomini di successo tendono a essere più dominanti e gli uomini dominanti tendono ad essere più sicuri di sé (…) . Quando mi capita di fare sesso con uomini poco dominanti di solito si sentono meno sicuri e mi fanno tante domande: ‘ti piace? È qui il tuo clitoride? Ti senti bene?’ E questo mi costringe a ignorare le sensazioni piacevoli perché per rispondere alle loro domande devo riattivare il cervello. Al contrario, gli uomini dominanti usano i rumori che faccio per capire se continuare o no con una certa stimolazione. E’ questa mia mancanza di distrazione e assenza di pensiero che permette di raggiungere l’orgasmo.

 

Queste testimonianze (e altre contenute nelle pagine linkate ma non riportate in questo articolo) ci danno un quadro diverso da quello della ricerca citata all’inizio. Per le donne di vocalizzazioni servono soprattutto:

  • ad aumentare la propria eccitazione
  • a comunicare al partner che stanno bene
  • a indirizzare le azioni del partner nella direzione desiderata.

 

Le vocalizzazioni sarebbero possibili grazie a un attenuato controllo razionale durante il rapporto sessuale. Le vocalizzazioni delle donne sarebbero più frequenti perché le donne (soprattutto quelle con una vita sessuale sufficientemente lunga e soddisfacente) hanno imparato a lasciarsi andare, mentre gli uomini evitano di lasciarsi andare perché si sentono responsabili del benessere femminile e monitorano l’andamento del rapporto sessuale. Ovviamente questa è un’ipotesi di carattere generale che può trovare eccezioni a livello individuale. Un’altra ipotesi ricavabile da alcune testimonianze è che gli orgasmi femminili siano più intensi di quelli maschili.

 

NOTA

Gayle Brewer Colin A. Hendrie (2010) Evidence to Suggest that Copulatory Vocalizations in Women Are Not a Reflexive Consequence of Orgasm

 

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Soffri di eiaculazione precoce? Ringrazia tuo padre

Questo articolo parla delle cause genetiche dell’eiaculazione precoce, cioè se l’eiaculazione precoce è ereditaria. Secondo alcuni studi (nota 1) una delle concause dell’eiaculazione precoce potrebbe essere ereditaria.

L’eiaculazione precoce è un disturbo che secondo alcune stime interessa circa il 30 percento della popolazione maschile e consiste in tempi di penetrazione vaginali ridotti rispetto a quelli desiderati.

L’eiaculazione precoce  può essere dovuta a varie cause, quali ad esempio malattie, farmaci, fretta, ansia, cattiva conoscenza della sessualità e dell’anatomia femminile, etc. Alcuni di questi fattori in alcuni casi operano congiuntamente.

Alcuni studi evidenziano una correlazione statistica positiva fra padri e figli, vale a dire che il figlio di un uomo che soffrire di eiaculazione precoce ha maggiori probabilità di soffrire egli stesso di eiaculazione precoce. ‘Maggiori probabilità’ vuol dire non che ne soffrirà sicuramente ma che è ‘più portato’ a soffrire di eiaculazione precoce. Dunque l’eiaculazione precoce avrebbe una causa genetica e sarebbe in una certa misura ereditaria.

Ad esempio nella ricerca svolta in Finlandia nel 2008-2009 su quasi 4.000 gemelli e sui loro eventuali fratelli dal Santtila e colleghi è emerso ‘un moderato effetto genetico pari al 28%’, mentre il restante 72% sarebbe dovuto ad altre cause ‘ambientali’ non meglio identificate (pag. 67).  I gemelli vengono spesso utilizzati in studi di genetica perché si confronta l’incidenza di una determinata caratteristica o comportamento (nel nostro caso l’eiaculazione precoce)  in coppie di gemelli omozigoti (che hanno cioè gli stessi geni) e in coppie di gemelli eterozigoti (che hanno geni  in parte geni diversi). Se la caratteristica o comportamento è maggiore nei gemelli omozigoti rispetto agli eterozigoti allora c’è una causa genetica.

Nella loro ricerca Santtila e colleghi (pag. 67) citano una ricerca di Waldinger (vedi più in basso) secondo cui l’effetto genetico sarebbe più importante in uomini che hanno sofferto di eiaculazione precoce per tutta la vita e che hanno tempi di latenza intra vaginale (cioè di penetrazione prima dell’eiaculazione) inferiore a 1 minuto. Gli uomini con queste caratteristiche corrispondono a solo il 2% del totale degli uomini che soffrono di eiaculazione precoce (pag. 67). L’eiaculazione precoce in uomini la cui penetrazione vaginale è inferiore a 1 minuto avrebbe così anche cause genetiche e sarebbe ereditaria, mentre l’eioaculazione precoce in  uomini che hanno una penetrazione vaginale superiore a 1,5 minuti sarebbe dovuta soprattutto ad altre cause.

Ma quale sarebbe il meccanismo che rende almeno alcuni dei casi di eiaculazione precoce ereditari? In una fase successiva della ricerca Santtila e colleghi dimostrano che l’eiaculazione precoce ereditaria è correlata alla presenza di una serie di varianti del gene DAT1 che codifica i livelli di dopamina, vale a dire che gli uomini che hanno determinati tipi di gene DAT1 sono più facilmente soggetti a eiaculazione precoce.

Un altro studio scritto da Waldinger ipotizza invece che l’eiaculazione precoce ereditaria sia dovuta  al mancato effetto inibitorio sull’eiaculazione del sistema serotoninergico (la serotonina è un altro neurotrasmettitore). Questa ipotesi spiega come mai non tutti gli uomini rispondono allo stesso modo alla terapia contro l’eiaculazione precoce basata su farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina.

Sempre Wendinger in una ricerca del 1998 (ma su un campione estremamente ridotto, solo 14 uomini, perciò la ricerca è poco significativa) ha rilevato che il 91% dei parenti maschi di primo grado di uomini con penetrazione vaginale inferiore a 1 minuto aveva anch’esso un  tempo di penetrazione intra vaginale inferiore a 1 minuto. Dunque anche questa ricerca dimostra che l’eiaculazione precoce ha una causa genetica ed è almeno in parte ereditaria.

In sintesi, al momento esistono alcune evidenze secondo cui l’eiaculazione precoce sarebbe ereditaria, cioè dovuta (anche) a cause genetiche, anche se l’influenza è modesta (influisce solo per ilo 28% mentre il 72% è dovuto a cause di altro tipo). Questa conclusione lascia un grande spazio al trattamento  psicologico dell’eiaculazione precoce.

L’influenza del fattore genetico inoltre sarebbe significativo solo sul 2% degli uomini che soffrono di questo disturbo.

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NOTE

1. Gli studi sull’eiaculazione precoce ereditaria considerati sono:

Jern P , Santtila P, Johansson A, Varjonen M, Witting K, von der Pahlen B, Sandnabba NK. (2009) Evidence for a genetic etiology to ejaculatory dysfunction.

Marcel D. Waldinger (2011) Toward Evidence-Based Genetic Research on Lifelong Premature Ejaculation: A Critical Evaluation of Methodology

Pekka Santtila PhD, Patrick Jern MPsych , Lars Westberg PhD, Hasse Walum MSc, Christin T. Pedersen, Elias Eriksson PhD, Nils Kenneth Sandnabba PhD (2010) The Dopamine Transporter Gene (DAT1) Polymorphism is Associated with Premature Ejaculation

Waldinger MD, Rietschel M, Nöthen MM, Hengeveld MW, Olivier B. Familial occurrence of primary premature ejaculation. Psychiatric Genetics 1998;8:37-40.

 

Non raggiungi l’orgasmo nella penetrazione? Hai il clitoride troppo in alto

Che????

 

Secondo alcuni studi, uno dei fattori da cui dipende la possibilità di raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione vaginale (senza una stimolazione manuale del clitoride) dipenderebbe dalle dimensioni e  dalla posizione del clitoride. La distanza fra clitoride e apertura della vagina può variare, da donna a donna, di quasi 3 cm (nota 1). Le donne il cui clitoride si trova più vicino all’ingresso della vagina riuscirebbero a raggiungere l’orgasmo con più facilità, perché riceverebbero una maggiore stimolazione dai movimenti del pene durante la penetrazione vaginale oppure perché la parte interna del clitoride sarebbe più vicina alle pareti vaginali.

 

In realtà si tratta ancora di un’ipotesi perché gli studi in questione, per varie ragioni, non sono pienamente convincenti.

 

Ad esempio nello studio descritto in Clitoral Size and Location in Relation to Sexual Function Using Pelvic MRI (pubblicato nel 2014) (nota 2) ) il campione delle donne esaminate era molto piccolo (solo 10 donne anorgasmiche e 20 orgasmiche), inoltre  dallo studio è emerso che le donne  orgasmiche facevano l’amore solitamente nella posizione con l’uomo sotto, mentre le donne anorgasmiche solitamente nella posizione del missionario (con la donna sotto). Per questo motivo le differenze potrebbero essere dovute non o non solo alla conformazione anatomica ma alle modalità del rapporto sessuale. Inoltre non è chiaro se le donne anorgasmiche fossero comunque in grado di raggiungere l’orgasmo con la masturbazione e se le donne orgasmiche durante la penetrazione utilizzassero anche la stimolazione manuale del clitoride.

 

L’altro studio Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse (pubblicato nel 2010, nota 3) è basato su dati raccolti da altri ricercatori nel 1923 e 1940 (nota 4) con criteri eterogenei ed è basato non sulla distanza fra clitoride e orifizio vaginale ma fra clitoride e meato uretrale, e la distanza fra meato uretrale e orifizio vaginale varia da donna a donna (nota 5) , perciò i dati sono poco attendibili.

 

Per questi motivi l’influenza della posizione del clitoride sulla possibilità di raggiungere l’orgasmo durante la penetrazione vaginale rimane un’ipotesi che necessita di ulteriori approfondimenti.

 

Un legame fra conformazione anatomica e capacità di raggiungere l’orgasmo è descritto in questo sito da alcune delle testimonianze riportate nell’articolo Come fanno le donne a raggiungere l’orgasmo con la sola penetrazione vaginale? Ma secondo queste testimonianze, contrariamente alle ipotesi delle ricerche citate più sopra, la conformazione anatomica femminile ha un’influenza sul raggiungimento dell’orgasmo solo se è coerente con la conformazione anatomica maschile.

 

Anche se venisse provata una relazione fra conformazione anatomica e capacità di raggiungere l’orgasmo va considerato che si tratterebbe solo di un fattore che influenza il risultato finale assieme ad altri.

 

Provi poco piacere durante il rapporto sessuale?

 

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NOTE

 

1. This distance varies markedly among women, ranging from 1.6cm to 4.5cm between a woman’s clitoral glans and her urethral opening (a proxy for the vaginal opening; Lloyd, Crouch, Minto, and Creighton, 2005). Così Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse Horm Behav. 2011 May ; 59(5): 780–792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004 pag.4.

 

2  Oakley SH, Vaccaro CM, Crisp CC, Estanol MV, Fellner AN, Kleeman SD, and Pauls RN. Clitoral size and location in relation to sexual function using pelvic MRI. J Sex Med 2014;11:1013–1022.

 

3. Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse Horm Behav. 2011 May ; 59(5): 780–792. doi:10.1016/j.yhbeh.2010.12.004

 

4. Bonaparte used the urethral meatus in preference to the vaginal opening apparently because she thought it to have a consistent distance from the vaginal opening and, being much smaller and less flexible than the vagina, it was easier to consistently measure. Her assumption that the urinary meatus was a constant distance from the vagina was likely incorrect as the urethra in women can be completely separate from the vagina or within the vaginal opening itself (Dickinson, 1933). However, CUMD has been used in all subsequent studies and there appears to be no study in which actual clitoral-vaginal distance has been measured. Così Kim Wallen, Ph.D. and Elisabeth A. Lloyd, Ph.D. (2010) Female Sexual Arousal: Genital Anatomy and Orgasm in Intercourse5.

 

5. Gli studi sono: Landis, C.; Landis, A.; Bowles, M. Sex in Development. P.B. Hoeber Inc.; New York: 1940. E Narjani A. (pseudonimo di Marie Bonaparte) Considerations sur les causes anatomiques de frigidite chez la femme. Bruxelles-Medical. 1924; 27:768–778.

 

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